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Motogp

Valencia: interviste di fine stagione

di Marco Masetti
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I protagonisti dell'ultimo GP della stagione commentano una gara ricca di emozioni, per tante ragioni differenti

Michele Pirro
Valencia (SPA) - Tra le tante storie di Valencia, una in particolare fa effetto, quella di Michele Pirro, alla prima vittoria con la Moriwaki del team Gresini. Il modo migliore per onorare il compagno di squadra scomparso e per pensare la futuro: "Sono riuscito ad andare in testa e sono rimasto concentrato. Non mi sono voltato mai e pensavo che Marco mi stesse dando una mano. Mi dicevo: Marco non mi lasciare, e alla fine ho vinto la mia prima gara della Moto2. L'emozione in più è quella di dedicarla a lui, correre era quello che faceva e che lo divertiva". Che stagione è stata la tua? "Mi aspettavo di più all'inizio dell'anno quando sono salito sulla Moriwaki la prima volta. Ieri in prova ero il più lento in pista e, anche oggi, mi mancavano tanti chilometri orari".
Futuro? "L'unica cosa certa è che il 24 novembre inizierò il corso in Polizia, per il resto non lo so. Fausto, che ha fatto bene a farci correre questo GP e a cambiare idea rispetto alla decisione di non farci venire qui, ha problemi più grandi di me da risolvere per la MotoGP. Io vorrei avere una proposta valida per cercare di vincere il titolo della Moto2".
Siamo controcorrente e quindi spazio alla 125, soprattutto la suo campione mondiale, l'ultimo. Ecco Nico Terol: "Sono l'uomo più felice del mondo, è stata durissima ma ce l'ho fatta. E' stato un weekend molto difficile, perché c'era sempre la pioggia in agguato. Ma alla fine le cose sono diventate più semplici e tutto ha funzionato alla perfezione. Era peggio in qualifica, con piloti molto nervosi in pista. Ho avuto paura... Anche al via ero teso, poi quando ho capito che Zarco era fuori, ho iniziato a divertirmi. Però sempre concentrato, infatti non mi sono mai voltato a controllare la situazione. E' un onore per me vincere il titolo sulla pista che mi ha visto crescere. Mi hanno chiesto se ho sofferto la pressione e ti dico che questo è l'anno della mia vita nel quale ho dormito meno!"

E adesso il podio della MotoGP, molto interessante...
Casey Stoner è davvero vincente: "Non mi stupisce il fatto che sia stata una gara strana, perché le condizioni della pista cambiavano ogni istante e interpretare il tracciato era una scommessa. Alla fine, quando c'è stato il secondo scroscio di pioggia, ho perso lucidità e non sapevo se fidarmi oppure no, E' arrivato Spies e mi ha sorpreso. Poi ho ripreso concentrazione e ho pensato che avevo traiettorie migliori delle sue, soprattutto all'ultima curva. Mi spiace per Ben, ma è giusto che abbia vinto io, perché ho avuto anche 10 secondi di vantaggio sugli inseguitori".

Ben Spies non cerca scuse: "C'è un solo commento: Casey ha fatto le cose meglio di me. Io ho fatto la mia parte: sono sempre stato attento e ho studiato gli avversari e poi attaccando. In questo modo sono arrivato davanti e ho affrontato l'ultima curva come sempre: stesso gas, stessa marcia, stessa linea, ma lui l'ha fatta meglio di me".

Andrea Dovizioso esulta per il terzo posto, in gara come nel mondiale: "Sono strafelice, sapevo che non potevo battere Pedrosa in una gara normale, quindi ho usato una strategia. Passarlo, stargli davanti il più possibile, innervosirlo. Lo so che quando ero davanti a lui non andavo forte, ma su questa pista, se vado forte, commetto errori. E poi avevamo le stesso gomme, quindi sapevo perfettamente come si comportava la sua moto. Voleva star davanti fino alla fine e giocarmela, poi lui ha mollato. Penso che lo scroscio d'acqua lo abbia reso più prudente".
Si dice che tu abbia innescato la caduta con strike di Bautista, vero? "No, io ho fatto la mia staccata in traiettoria e poi ho sentito un colpo alla gomma posteriore e ho capito solo dopo cosa sia successo. Non c'entro".
La Honda ti ha mollato e tu la saluti battendo Pedrosa, un bel messaggio? "No, non è un messaggio per la Honda, dico solo che sono terzo in un mondiale difficile e pieno di grandi talenti e che forse io valgo qualcosa. Adesso c'è la Yamaha e il debutto mi carica di motivazioni".

Cerchiamo di convincere Capirossi a non lasciare lo sport. Dai Loris, resta ancora un po'... "No, non proverò nemmeno le moto da tester. Oggi ho chiuso un ciclo importantissimo della mia vita, con le gare ho finito. Ho fatto tutta la gara pensando a Marco e non è stato facile. Volevo chiudere la gara tagliando il traguardo con il suo numero. Se ho cambiato il mio 65 dopo centinaia di gare un motivo c'è. E' il mio modo di onorarlo. La gara è poco importante. Potevo anche finire più avanti, ma non importava e dovevo combattere l'emozione. Ce l'ho fatta fino la traguardo, poi ho visto che sulle tribune la gente si alzava in piedi e mi applaudiva. Ecco a quel punto l'emozione ha avuto il sopravvento".
Da domani Loris si occuperà di sicurezza in pista e fuori.
Per finire, una tirata d'orecchi a Rossi che salta l'incontro con la stampa e si affida ad un comunicato: "Oggi non c'è davvero niente da dire, solo che mi spiace oltre ogni misura non aver potuto mettere la maglia di Sic nel giro d'onore. Un grande peccato. Ero partito bene e c'erano tutte le condizioni per fare davvero una bella gara. Siamo stati sfortunati, niente punti neanche qui. Finiamo la stagione alla pari col Sic, con lui davanti a me in classifica, diciamo che è il mio tributo per lui!".
Saluti!

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