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Nakamoto e i consumi delle MotoGP

di Marco Masetti
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Il successo in campionato si ottiene anche con un lavoro paziente e scrupoloso sullo sfruttamento dei carburanti. Ce lo spiega il vicepresidente della HRC

Shuehei Nakamoto è decisamente un personaggio notevole, almeno per gli standard nipponici. Infatti, il vicepresidente esecutivo dell'HRC abbandona i tradizionali interminabili silenzi e l'orgoglioso distacco dei suoi predecessori, per affrontare e divulgare temi solitamente top secret in casa Honda.
Ad esempio l'importanza di sfruttare al meglio i 21 litri di carburante concessi dal regolamento MotoGP. Benzina "razionata" per le attuali 800, figuriamoci per le 1000 del prossimo anno: un bel problema per gli ingegneri, anche per quelli che seguono il progetto RC 213V. Ecco il pensiero di Nakamoto:
"Abbiamo un partner come Repsol e la cosa non può che esserci di aiuto. In pratica, noi abbiamo portato un motore MotoGP nel centro di sviluppo Repsol in Spagna a Mostoles dove viene usato a livello sperimentale. Inoltre i nostri ingegneri hanno lavorato in Spagna con i nostri partner per uno scambio di tecnologia e loro sono venuti a Saitama (centro HRC). C'è un continuo travaso di esperienze e informazioni tra le nostre due strutture".

Il carburantwe deve garantire anche lunga vita al motore considerato il ristretto numero di propulsori concesso a stagione

Di solito si considera poco importante l'aspetto dei consumi di carburante, ma nella realtà è uno dei fattori più importanti nel setting di una moto, visto che le centraline delle MotoGp, appena leggono un consumo eccessivo, "strozzano" il motore riducendo, in un colpo solo, potenza e trattabilità del propulsore.
"Certo, la finalità principale del nostro rapporto con Repsol è creare carburanti che migliorino la resa del motore e la sua trattabilità – spiega Nakamoto- . Ma c'è di più. Bisogna anche realizzare ottime benzine, nonostante le regole molto restrittive, e lubrificanti che garantiscano lunga vita al motore considerato il ristretto numero di propulsori concesso a stagione. In ogni caso, l'aspetto più importante è migliorare la resa abbassando il rapporto tra aria e benzina che arrivano al motore e con soli 21 litri questo non è semplice".
Ma dove Nakamoto fa capire quale sia l'obiettivo di questi studi è nella coda dell'intervista divulgata dall'efficacissimo ufficio stampa Honda che noi abbiamo condensato: "Ovviamente tutto questo servirà soprattutto per il futuro, per migliorare l'impatto sull'ambiente dei nostri veicoli".
E in questa conclusione c'è il senso della ragione delle corse: essere un banco di prova per la serie, anche sotto il profilo dell'impatto ambientale. E non un semplice "carosello" per marchi pubblicitari. Non sono parole di un sognatore, ma dell'uomo a capo dell'attività sportiva della Honda.
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