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Motogp

GP del Giappone: pareri discordi

di Marco Masetti
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Aspar vs anonimo, le due facce del Giappone: ovvero due opinioni, una nota l'altra anonima, a proposito della necessità di partecipare alla gara

Aspar Martinez
E' bello ricevere nello stesso giorno due email che parlano della stesso argomento, il GP del Giappone.
Certo, si va, l'ARPA ha tranquillizzato tutti (tutti?) e la Dorna, la IRTA e la Honda hanno mostrato i muscoli e i ricatti ai piloti riottosi. Forse starà a casa il solo Rossi, di sicuro ci sarà Aspar Martinez, uno dei "colonnelli" di Ezpeleta, unico team manager ad avere piloti in tutte le classi.
Il manager spagnolo non ha dubbi: "Alle volte si parla senza avere tutte le informazioni sulle cose. Se stare a 120 chilometri da una centrale fosse dannoso la gente non vivrebbe li. Da un mese a Motegi si è corso il campionato giapponese, mentre le aziende multinazionali mandano in Giappone i loro uomini e lavorano in Giappone. Se fosse tanto grave, non sarebbe così. Di solito noi stiamo 6 o 7 giorni in una trasferta così. Questa volta ridurremo la presenza a 5 giorni. Di solito non vado in Giappone, ma questa volta ci andrò, con i miei. Non credo che Honda, Dorna e altre imprese rischino mandando persone in un luogo pericoloso. Certo, bisognerà stare attenti, con il cibo soprattutto, insomma un po' di precauzioni e a posto così".
Obbligherebbe uno del suo team ad andare? "Innanzitutto ci sono informazioni scientifiche in merito che ci danno dati ogni giorno e che ci dicono che non c'è rischio. Le squadre del mondiale hanno un contratto con Dorna che le obbliga a disputare la gara nel caso si corra. Nel nostro caso andremo, e io sarò a capo della spedizione. Ma prima faremo una riunione con esperti per essere sicuri e tranquilli".

L'altra voce è anonima, perché il paddock non gradisce posizioni diverse da quelle ufficiali. Ma è il pensiero di una persona che lavora da anni e che ha un ruolo istituzionale nella motomondiale. E che non la pensa come Aspar: "Sappiamo benissimo che non sono sicuramente le radiazioni che si trovano nell'aria e che possiamo respirare a 6 mesi di distanza dall'incidente a destare preoccupazione, come non lo sono nemmeno le strutture che possono o non possono essere state danneggiate dal terremoto e dallo Tsunami del Marzo scorso. Lo è invece il fatto che le oltre 2000 persone che dovrebbero recarsi in trasferta li saranno costrette a mangiare bere e lavarsi per 5 giorni ed è proprio questo il rischio più elevato.
Oltre a questo occorre considerare che il Giappone rimane una zona ad elevatissimo rischio, tant'è che nelle ultime settimane si sono registrate due scosse che hanno superato il sesto grado della scala Richter. Sebbene le costruzioni civili possano considerarsi senza dubbio sicure sotto questo aspetto, resta il fatto che a pochi chilometri da dove ci dovremmo recare c'è una centrale nucleare NON in SICUREZZA, quindi la possibilità che possa verificarsi un ulteriore aggravamento della situazione con fuoriuscita di radiazioni esiste ed è reale.
La maggior parte dei tecnici e del personale che lavora nel Mondiale è molto giovane come la maggior parte dei piloti (alcuni addirittura minorenni), motivo per cui non capisco come si possa obbligare delle persone a fare una cosa completamente contro la loro volontà, dato che un rischio concreto, anche se magari non palese, sussiste realmente. Sinceramente io amo questo sport ma metto la mia salute ed incolumità al di sopra di ogni cosa.
Certo, DORNA lascia ad ognuno libera scelta di decidere se recarsi o meno in Giappone, ma i Team hanno un contratto con IRTA che li obbliga a partecipare ad ogni evento in calendario nella stagione. Non recandosi alla gara andrebbero in violazione di tale accordo, ed ogni responsabile delle varie strutture è preoccupato per il possibile rifiuto del nuovo contratto di partecipazione per la stagione prossima (cosa, tra l'altro, detta esplicitamente dai responsabili IRTA e DORNA).
Credo che in momento come questo il Giappone abbia veramente bisogno di aiuto ed il Motomondiale potrebbe darlo, non sicuramente andando a Motegi a disputare una gara. Piuttosto si potrebbe darlo in altro modo: se ogni team, ad esempio, versasse in un fondo di beneficienza l'equivalente dei costi che dovrebbe sostenere per affrontare questa trasferta (voli, hotel, autonoleggio, ristoranti)… sono convinto che si metterebbe insieme una cifra considerevole. A mio avviso questi soldi sarebbero molto più apprezzati del semplice giro di affari derivante da una gara del Mondiale.

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