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Motogp

Indy preview: caccia allo spagnolo

di Marco Masetti
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Lorenzo, Elias e Marquez dominano incontrastati nelle tre classi del motomondiale. Agli altri non resta che inseguire, con variabili probabilità di successo e... di convinzione

Jorge Lorenzo, dominatore incontrastato della MotoGP
Signore e signori, è arrivato il momento di svegliarsi. Quindi, accantonate per ora i sogni e lasciate riposare Rossi e la Ducati, le 1000 del 2012 e planate assieme noi nel mondo reale. Gp degli USA parte seconda: domenica si corre a Indianapolis il motomondiale 2010. Quello che, fino a prova contraria, non ha ancora laureato nessun campione del mondo e che, da qui a novembre, merita la nostra attenzione.

Sembra quasi che, dato che Lorenzo ha in pratica il titolo in mano, ormai vincere le gare non abbia un gran senso…

MotoGP – Jorge Lorenzo (235 punti contro i 158 del secondo, Pedrosa) ha vinto sette gare su dieci e nelle altre tre si è piazzato secondo. Lo spagnolo è in palla, guida una moto ottima, messa a punto da una squadra che forse è oggi al top nella MotoGP e tutto gli funziona al meglio. Certo, è un anno benedetto per il ragazzo di Maiorca, ma gli altri piloti hanno deluso. Sembra quasi che, dato che Lorenzo ha in pratica il titolo in mano, ormai vincere le gare non abbia un grande senso… Pedrosa ha provato a duellare, ma lo scarso feeling con la Honda (e forse con le grosse MotoGP) e qualche errore di troppo lo tengono molto lontano dal connazionale. Dovizioso è caduto e anche Stoner, sebbene solo a inizio stagione. Ora l'australiano è diventato un inaspettato grande regolarista con retrogusto ragioniere, ma non incide nella lotta per il gradino più alto del podio.
Di Rossi abbiamo in questi mesi detto tutto, anche rimane il fatto che, fino alla caduta al Mugello, seppur con una vittoria contro le due del rivale, era il più concreto "antilorenzo" sul campo di gara.
C'è da sperare che a Indy si possa inscenare una caccia grossa al leader, magari con il contributo di Ben Spies che lì, come Hayden, sogna il colpaccio.
A proposito, a Indy avremo il probabile annuncio ufficiale, seppur scontatissimo, della squadra Yamaha (Lorenzo e Spies, coppia di attacco molto pesante) e di quella Ducati (Hayden al fianco di Rossi) per la prossima stagione.

Moto2 - Campionato che vai, leader spagnolo che trovi. E la classe di mezzo non fa eccezione, con Little Toni Elias in testa a quota 161 e Andrea Iannone che insegue a 106. Poi poco di interessante, con lo svizzero Luthi a 99, Simon a 88 e il solo talento espresso dal Giappone negli ultimi tempi, Tomizawa, a 82.
La gara non ha chiavi di lettura diverse da questa: a caccia di Elias, costi quel che costi. Lo spagnolo è pilota di caratura superiore nel confronto con i rivali. Ha gareggiato e persino vinto, per anni nella top class, corre per una squadra (quella di Fabrizio Cecchini) che è (ed era) da MotoGP con una moto valida e ben evoluta. Ovvero la Moriwaki, factory nipponica legata a doppio filo alla Honda, in collaborazione con la quale realizzò anche una poco fortunata MotoGP che corse nel biennio 2004-2005.
E' tutto vero, però non ci vogliamo privare del gusto di fare il tifo per Iannone (manetta brutale ma decisamente veloce), per Corsi (silenzioso ma efficace) e Rolfo (sfortunatissimo a Brno) non ce lo potete levare.
A proposito: a Brno si è rotto più di un motore. E la GeoTechonology, che gestisce i propulsori, è sotto osservazione. Se non riescono a tenere dietro nemmeno ai motori della CBR 600 qualche problema c'è: lo sanno tutti che i motori Honda durano una vita!
A Indy in pista anche Roger Hayden, fratello di Nicky, con una Moriwaki con il numero 34: bella fatica, il team è gestito da Kewin Schwantz!
125 - Dopo Brno una bella storia e nuovo pepe nella lotta per il titolo 125: il ritorno di Nico Terol che dopo una sofferta convalescenza è tornato in pista a Brno stradominando la gara. Terol era caduto nel giro conclusivo in Catalunya, facendosi male a vertebre e polmone. Stop in Germania e poi ritorno alla grande.
E' bello che ci sia anche lui (143 punti) a giocarsi il titolo contro Marquez a quota 166 e Pol Espargaro a 151. Una bella lotta tra spagnoli, ed è giusto che sia così: loro hanno investito su questi ragazzi, allestendo team di alto livello. Da quando Aprilia ha in pratica fermato lo sviluppo, sono le squadre a farlo e chi non ha soldi, si ferma. Capito perché non si vedono più gare combattute?

PS: Indy per gli americani è un luogo sacro. In due anni lo abbiamo capito anche noi: qui si corre dal 1909 e l'organizzazione è a dir poco professionale: nulla a che vedere con il volontariato fricchettone di Laguna Seca. In compenso la pista, che utilizza solo un rettilineo del mitico ovale della 500 Miglia, non è il massimo, anzi, è una delle meno piacevoli del mondiale, anche per il cambio di tipo di asfalto: tre tipi diversi!

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