Motogp
Dovizioso: "Con Sara sono Fantastico"
Altro che Fantastici Quattro: la molla in più nella vita di Andrea è la figlia Sara. La sua Honda è finalmente a posto, i risultati arrivano a suon di podi. Manca solo la vittoria ma il pilota avverte: è solo una questione di tempo
Andrea Dovizioso è un ragazzo felice. Dopo un avvio tribolato nella MotoGp e due stagioni di assestamento in casa HRC, alle prese con una moto problematica e un compagno di squadra tanto ingombrante quanto ombroso, in questa stagione Andrea ha guadagnato tre podi su quattro gare ed è quarto in classifica mondiale, a soli 7 punti di distacco da Dani Pedrosa. Non solo, a 24 anni è già papà di una bella bambina, Sara, nata a fine 2009. Non è un luogo comune affermare che quando parla della sua piccola ad Andrea si illuminano gli occhi. Lo incontriamo nel corso di un suo impegno di lavoro per lo sponsor, in un negozio di occhiali nel centro di Milano.
Il mercato? Sono il più tranquillo tra i piloti...
- Ti stanno succedendo un sacco di cose belle ultimamente! Raccontacele un po'. Cominciamo da quelle agonistiche?
"No, se andiamo per ordine di importanza cominciamo con quelle sentimentali e familiari - ci sorprende lui -. E' nata Sara il 14 dicembre e lo ha fatto nel momento giusto, nella pausa dalle gare anche se non avevamo programmato niente. E' andato tutto bene, abbiamo avuto il tempo di stare insieme io e Denisa (la mamma di Sara, ndr) dopo un parto un po' impegnativo. E' stato bellissimo e giorno dopo giorno lo diventa sempre di più. La bimba ci dà sempre di più, è veramente stupendo. Oggi per venire a Milano l'abbiamo lasciata con mia mamma, che è ancora più contenta di noi, ma l'abbiamo portata al Mugello e si è trovata benissimo, ha dormito tranquilla come se niente fosse (Denisa ci mostra le immagini dal cellulare con Andrea che tiene in braccio la bimba nel box)".
- Allora non è vero che un figlio rallenti i piloti.
"Guarda, io ho sempre pensato che un figlio avrebbe solo migliorato la mia vita e ti posso confermate che è proprio così. Mi dà una spinta in più e nei momenti difficili pensare a lei mi regala nuove motivazioni. Sono giovane ed egoista a sufficienza per non limitare la mia carriera: dalla mia famiglia sto raccogliendo solo il meglio. Quest'anno con la moto abbiamo fatto nei soli sei giorni di test a disposizione un lavoro molto concentrato e tosto. Non siamo riusciti a fare tutti i cambiamenti che auspicavamo, ma abbiamo ottenuto comunque un grosso miglioramento. A fine stagione prendevamo 30 secondi, adesso ho fatto tre podi su quattro gare. Non basta, perché noi vogliamo vincere. Mi manca l'ultimo pezzo per giocarmi davvero la vittoria".
- Cos'è questo l'ultimo pezzo?
"Il raggiungimento di un'insieme di cose: la fiducia nel team, nella moto, la convinzione personale. Questo deriva dai risultati, dal lavoro, dai rapporti con le persone… ci stiamo arrivando. Quando dico che manca l'ultimo step, non sono preoccupato. Sento che ci arriveremo molto presto. Siamo messi bene in campionato e dobbiamo recuperare punti e non penso sia impossibile ma per farlo dobbiamo cominciare a vincere. Sono fiducioso per Silverstone che è nuova per tutti e nella quale cominciamo tutti da zero". - In che cosa è migliorata essenzialmente la moto dall'anno scorso? Si sa che tu avevi chiesto tanti cambiamenti. "Non è stato possibile attuarli tutti per questioni di tempo e sarebbe servita la bacchetta magica. Abbiamo un'elettronica nuova ma il grosso dei cambiamenti è avvenuto a livello della distribuzione dei pesi. Un adeguamento obbligatorio con la necessità di seguire le caratteristiche delle gomme Bridgestone e se non le fai lavorare le gomme nel modo giusto… Tempo fa si lavorava per adattare la moto al pilota: adesso non è più così. Le Michelin avevano caratteristiche opposte alle Bridgestone quanto a carcasse, mescole, misure: tutti elementi che costringono la moto ad adattamenti. E' su questo che abbiamo concentrato il lavoro quest'inverno. Sul motore non sono stati fatti grandi cambiamenti che sono in programma per la prossima stagione".
"No, se andiamo per ordine di importanza cominciamo con quelle sentimentali e familiari - ci sorprende lui -. E' nata Sara il 14 dicembre e lo ha fatto nel momento giusto, nella pausa dalle gare anche se non avevamo programmato niente. E' andato tutto bene, abbiamo avuto il tempo di stare insieme io e Denisa (la mamma di Sara, ndr) dopo un parto un po' impegnativo. E' stato bellissimo e giorno dopo giorno lo diventa sempre di più. La bimba ci dà sempre di più, è veramente stupendo. Oggi per venire a Milano l'abbiamo lasciata con mia mamma, che è ancora più contenta di noi, ma l'abbiamo portata al Mugello e si è trovata benissimo, ha dormito tranquilla come se niente fosse (Denisa ci mostra le immagini dal cellulare con Andrea che tiene in braccio la bimba nel box)".
- Allora non è vero che un figlio rallenti i piloti.
"Guarda, io ho sempre pensato che un figlio avrebbe solo migliorato la mia vita e ti posso confermate che è proprio così. Mi dà una spinta in più e nei momenti difficili pensare a lei mi regala nuove motivazioni. Sono giovane ed egoista a sufficienza per non limitare la mia carriera: dalla mia famiglia sto raccogliendo solo il meglio. Quest'anno con la moto abbiamo fatto nei soli sei giorni di test a disposizione un lavoro molto concentrato e tosto. Non siamo riusciti a fare tutti i cambiamenti che auspicavamo, ma abbiamo ottenuto comunque un grosso miglioramento. A fine stagione prendevamo 30 secondi, adesso ho fatto tre podi su quattro gare. Non basta, perché noi vogliamo vincere. Mi manca l'ultimo pezzo per giocarmi davvero la vittoria".
- Cos'è questo l'ultimo pezzo?
"Il raggiungimento di un'insieme di cose: la fiducia nel team, nella moto, la convinzione personale. Questo deriva dai risultati, dal lavoro, dai rapporti con le persone… ci stiamo arrivando. Quando dico che manca l'ultimo step, non sono preoccupato. Sento che ci arriveremo molto presto. Siamo messi bene in campionato e dobbiamo recuperare punti e non penso sia impossibile ma per farlo dobbiamo cominciare a vincere. Sono fiducioso per Silverstone che è nuova per tutti e nella quale cominciamo tutti da zero". - In che cosa è migliorata essenzialmente la moto dall'anno scorso? Si sa che tu avevi chiesto tanti cambiamenti. "Non è stato possibile attuarli tutti per questioni di tempo e sarebbe servita la bacchetta magica. Abbiamo un'elettronica nuova ma il grosso dei cambiamenti è avvenuto a livello della distribuzione dei pesi. Un adeguamento obbligatorio con la necessità di seguire le caratteristiche delle gomme Bridgestone e se non le fai lavorare le gomme nel modo giusto… Tempo fa si lavorava per adattare la moto al pilota: adesso non è più così. Le Michelin avevano caratteristiche opposte alle Bridgestone quanto a carcasse, mescole, misure: tutti elementi che costringono la moto ad adattamenti. E' su questo che abbiamo concentrato il lavoro quest'inverno. Sul motore non sono stati fatti grandi cambiamenti che sono in programma per la prossima stagione".
- Rossi se ne starà fuori dalle gare per un po': come vedi il campionato senza di lui?
"E' troppo presto per dirlo basandosi solo sulla gara del Mugello che ha mostrato un livellamento generale. Lorenzo e Valentino si spronavano a vicenda perché hanno un grande pacchetto ma soprattutto sono due tali talenti che ci impedivano di giocarcela mai davvero. Vediamo se nelle prossime gare ci saranno altre reazioni. Lorenzo è forse meno motivato: se batti Valentino sei un fenomeno, se non lo batti sei un fenomeno lo stesso. Tutto dipende da come i piloti affronteranno psicologicamente il campionato. Io ho la sensazione che il mondiale si sia aperto di più, sia per me che per Dani. Lorenzo potrebbe sentire meno la motivazione di batter Valentino, al contrario Dani ed io potremmo essere spronati dalla nuova situazione che ci vede con un pacchetto migliore di quello dell'anno scorso e galvanizzati dalla sfida di battere Lorenzo".
- Secondo te un incidente come quello che è capitato a Rossi può condizionarne la carriera?
"Dipende dall'esito della convalescenza. Da ignorante in questo campo (non ha mai subito seri incidenti, ndr) direi che può recuperare senza nessun problema andando in moto. Magari influenzerà la sua carriera che sappiamo tutti essere agli sgoccioli. Lui vuole continuare e siamo tutti contenti. Sicuramente lo sono io perché voglio confrontarmi con il migliore pilota al mondo. Il resto, chi può dirlo?".
- Si parla ogni giorno di mercato con una ridda di notizie che si ricorrono e si smentiscono. Psicologicamente questo influenza la lucidità di voi piloti?
"E' una domanda su di me o suoi piloti? Perché le risposte allora sono diverse. Se parliamo in generale, si può esserne influenzati ma dipende dal pilota e dalla sua situazione. Su di me no, perché noi siamo ancora alla ricerca della prestazione della risoluzione dei problemi e della velocità. Questo è il nostro obiettivo e senza quello nel mercato non ci entri e non puoi dire la tua. In più, anche se non posso dire niente di più, contrattualmente sono il più tranquillo di tutti i piloti che avranno grossi cambiamenti per il prossimo anno".
- Si dà per certo che ci sarà Stoner nel box della HRC.
"Se io sarò nella HRC ne sarò molto contento perché è un pilota che ho sempre stimato per il suo talento. A livello personale non lo conosco tanto perché è molto introverso. Credo che possiamo andare molto d'accordo. Non avrei problemi a rimanere con Pedrosa e mi piacerebbe anche Stoner".
- Tu e Pedrosa siete entrambi nel gruppo di testa. L'anno scorso saresti stato tra i Fantastici Quattro.
"Bell'argomento!L'anno scorso ero fuori dai Fantastici Quattro: la cosa mi dava fastidio ma era giusto parlarne così. Quest'anno non si può più parlare dei Fantastici Quattro perché ogni gara cambia: non c'è una netta leadership. Ho fatto tre podi su quattro gare, mi considero tra di loro, ma non ci sono più i Fantastici Quattro".
"E' troppo presto per dirlo basandosi solo sulla gara del Mugello che ha mostrato un livellamento generale. Lorenzo e Valentino si spronavano a vicenda perché hanno un grande pacchetto ma soprattutto sono due tali talenti che ci impedivano di giocarcela mai davvero. Vediamo se nelle prossime gare ci saranno altre reazioni. Lorenzo è forse meno motivato: se batti Valentino sei un fenomeno, se non lo batti sei un fenomeno lo stesso. Tutto dipende da come i piloti affronteranno psicologicamente il campionato. Io ho la sensazione che il mondiale si sia aperto di più, sia per me che per Dani. Lorenzo potrebbe sentire meno la motivazione di batter Valentino, al contrario Dani ed io potremmo essere spronati dalla nuova situazione che ci vede con un pacchetto migliore di quello dell'anno scorso e galvanizzati dalla sfida di battere Lorenzo".
- Secondo te un incidente come quello che è capitato a Rossi può condizionarne la carriera?
"Dipende dall'esito della convalescenza. Da ignorante in questo campo (non ha mai subito seri incidenti, ndr) direi che può recuperare senza nessun problema andando in moto. Magari influenzerà la sua carriera che sappiamo tutti essere agli sgoccioli. Lui vuole continuare e siamo tutti contenti. Sicuramente lo sono io perché voglio confrontarmi con il migliore pilota al mondo. Il resto, chi può dirlo?".
- Si parla ogni giorno di mercato con una ridda di notizie che si ricorrono e si smentiscono. Psicologicamente questo influenza la lucidità di voi piloti?
"E' una domanda su di me o suoi piloti? Perché le risposte allora sono diverse. Se parliamo in generale, si può esserne influenzati ma dipende dal pilota e dalla sua situazione. Su di me no, perché noi siamo ancora alla ricerca della prestazione della risoluzione dei problemi e della velocità. Questo è il nostro obiettivo e senza quello nel mercato non ci entri e non puoi dire la tua. In più, anche se non posso dire niente di più, contrattualmente sono il più tranquillo di tutti i piloti che avranno grossi cambiamenti per il prossimo anno".
- Si dà per certo che ci sarà Stoner nel box della HRC.
"Se io sarò nella HRC ne sarò molto contento perché è un pilota che ho sempre stimato per il suo talento. A livello personale non lo conosco tanto perché è molto introverso. Credo che possiamo andare molto d'accordo. Non avrei problemi a rimanere con Pedrosa e mi piacerebbe anche Stoner".
- Tu e Pedrosa siete entrambi nel gruppo di testa. L'anno scorso saresti stato tra i Fantastici Quattro.
"Bell'argomento!L'anno scorso ero fuori dai Fantastici Quattro: la cosa mi dava fastidio ma era giusto parlarne così. Quest'anno non si può più parlare dei Fantastici Quattro perché ogni gara cambia: non c'è una netta leadership. Ho fatto tre podi su quattro gare, mi considero tra di loro, ma non ci sono più i Fantastici Quattro".