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Motogp
Barros saluta la MotoGp
di Marco Masetti
il 03/11/2007 in Motogp
Il pilota brasiliano dopo 21 anni lascia il motomondiale. Domani correrà l'ultima gara nella classe regina
"In che lingua parlo? Inglese, francese, spagnolo, italiano o giapponese?". Alex Barros, 275 GP sulle spalle, 7 vittorie, 32 pole, una carriera iniziata nel 1986 a Jarama in sella ad una 80 cc, inizia così il suo discorso di addio.
Alex parla quasi tutte le lingue del mondo, noi, per rispetto, gli diciamo di parlare in portoghese, la sua lingua…
"Sono stati anni splendidi, nei quali ho conosciuto ottime persone: meccanici, team manager, piloti, organizzatori, appassionati, persino giornalisti.
Alex parla quasi tutte le lingue del mondo, noi, per rispetto, gli diciamo di parlare in portoghese, la sua lingua…
"Sono stati anni splendidi, nei quali ho conosciuto ottime persone: meccanici, team manager, piloti, organizzatori, appassionati, persino giornalisti.
Più di vent'anni in cui ho contribuito a far crescere il motociclismo nel mio paese (il Brasile ndr) e nei quali ho raggiunto gli obiettivi che sognavo. Adesso ne ho altri, ma in questo momento non c'è tristezza, c'è molta gioia perché ho passato nel motomondiale il periodo più bello della mia vita".
Barros è così, non parla cercando la retorica o la facile commozione, lui è positivo e solare, limpido e sincero, forse è anche per questo che lascia questo sport nel quale, di sicuro, quando è entrato c'era più solidarietà tra piloti. E i suoi colleghi non si sono visti, con una sola luminosa eccezione, Loris Capirossi con tanto di moglie e figlio. Un altro "dinosauro" come Barros che ancora lotta per non estinguersi e che fa capire che alla MotoGp di oggi manca il calore umano.
Ciao Alex, in bocca al lupo per la gara, la numero 276 di una lunghissima e luminosa carriera.<
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