Motogp
Test Jerez: Rossi e Pedrosa, è già sfida
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Nella seconda giornata di test il pilota Yamaha e lo spagnolo sono i più veloci, con tempi vicinissimi a quelli delle 1000. Sempre protagoniste le Suzuki, assenti le Kawasaki
Jerez (SPA) - Giornata splendida, soleggiata e calda e, come oramai si sapeva, le 800 iniziano ad andare forte, anzi fortissimo. Diciamo pure che i tempi della vecchie Moto Gp 990 resistono, ma ancora per poco. Ieri lo aveva detto Valentino Rossi: "Con queste moto si va molto più forte in curva e soprattutto si riesce ad usare di più la potenza che con le mille era sempre tagliata dall'elettronica".
Ora, in attesa di arrivare al via della stagione vera, cioè alle gare, si può azzardare che il prossimo campionato sarà davvero combattuto se si manterranno i livelli di questa bella anteprima di 2007 che ha visto un Daniel Pedrosa, attivissimo e spalleggiato dal test rider Tadayuki Okada, in grado di sparare un tempo che sulle prime non sembrava realistico, ma qui a Jerez tutto è organizzato al meglio e ci sono i trasponder, quindi l'1’40’’799 realizzato con gomme normali è davvero un crono notevole (il record in gara del Gp 2006 stabilito da Capirossi era di 1’41’’248).
A fine giornata e dopo aver effettuato la bellezza di 82 giri (record oggi) Valentino Rossi ha fatto vedere che la sua voglia di prepararsi bene alla stagione è assoluta. Il suo miglior crono è stato 1’40’’668, tempo di altissimo livello testimonianza che la Yamaha cresce molto bene e che il pilota è in palla. Colin Edwards a mezzo secondo con il terzo tempo ribadisce il concetto.
Poi le due Suzuki che, come dice giustamente Chris Vermeulen sono avanti perché: "Abbiamo unito l'ottimo telaio della mille al nuovo motore, che avendo meno cavalli fa lavorare ancora meglio la ciclistica".
In scia alle Suzuki troviamo le Ducati con Casey Stoner () che ci ha messo la solita grinta e Loris Capirossi a un secondo e mezzo. Insomma c'è già chi ride e chi no.
Intanto la Kawasaki non c'è, sta riorganizzando tutto il progetto in Giappone l'ingegner Ichido Yoda (il padre della M1 Yamaha) che oggi ha ufficializzato il licenziamento di Harald Heckl, reo di aver fornito "conoscenze tecniche" alla Ilmor.
A Jerez c'era anche il giovane gallese Chaz Davies che doveva provare la Ilmor, ma per il giovane britannico la trasferta si è rivelata solo una soleggiata vacanza: il team è troppo preso dal tanto lavoro in programma, complicato da una caduta nel mattino da parte di Pitt. Quindi per Davies nessun test in Moto GP, per ora… naturalmente.
I tempi della giornata:
Rossi Yamaha 1 40 688
Pedrosa Honda 1 40 799
Edwards Yamaha 1 41 186
Hopkins Suzuki 1 41 205
Vermeulen Suzuki 1 41 619
Stoner Ducati 1 41 702
Capirossi Ducati 1 42 244
Melandri Honda 1 42 469
Nakano Honda 1 42 528
Barros Ducati 1 43 182
Okada Honda 1 43 316
Simon Honda 250 1 43 986
Guareschi DUcati 1 44 449
Aoyama S. Honda 250 1 44 977
McWilliams Ilmor 1 45 265
Dovizioso Honda 250 1 45 500
Pitt Ilmor 1 47 110
Gomez Honda 250 1 48 426
Cosa cambia nella guida delle 800
con i piloti si scoprono cose interessanti, ad esempio un dettaglio non da poco.
Per Valentino Rossi le differenze tra le mille e le 800 ci sono, ma non sono così macroscopiche come invece risultano a Loris Capirossi e Marco Melandri. Ma si sa, gli ingegneri fanno il loro lavoro ma non sempre riescono a prevedere la reazione del pilota.
Insomma, vediamo di capirci un po'... Valentino Rossi dichiara: "Sono il più veloce e questo va bene, soprattutto non c'è il chattering e questo è un ottimo segno, soprattutto in questa pista che lo scorso anno mi vide in grande difficoltà. Oggi c'erano due telai da scegliere, è per questo che ho girato così a lungo. Per ora penso che terremo quello che noi definiamo standard, cioè più vicino a quello usato lo scorso anno. Con questo ho più feeling".
-E la guida è così diversa rispetto a quella delle moto precedenti?
"Si, c'è una maggior percorrenza in curva, un'erogazione più appuntita, ma non c'è una differenza enorme. E poi bisogna considerare che siamo solo all'inizio di un'era. I tecnici hanno cercato la potenza anche se c'è una cilindrata minore e per questo le moto sono più difficili da gestire, ma con lo sviluppo e soprattutto con l'elettronica, le cose cambieranno". Insomma Rossi promuove la sua 800.
Per Marco Melandri la situazione è diversa. Oggi per lui c'era il vero debutto con la nuova accoppiata gomme più moto nuova. Ecco come ce la racconta il pilota. "Oggi abbiamo fatto le prime modifiche lavorando sulle geometrie, sono importanti perché voglio fare tutte quelle prove che non sono riuscito a fare lo scorso anno e che ho pagato caro. Ci sono parecchi piccoli dettagli che per ora non mi piacciono. Certo guido una Honda che ho avuto in prestito, un mezzo in via di evoluzione, sulla quale uso gomme standard. Siamo solo all'inizio ma di cose da rivedere ce ne sono tante. Ad esempio la connessione gas motore che per ora non c'è e poi manca proprio la potenza. Si capisce che è una moto bella da guidare, ma che per ora non si riesce a sfruttare in maniera comoda. Dai il gas in maniera più sgarbata, ma le linee (le traiettorie) restano le stesse della Moto GP".
-E le Bridgestone come ti sono sembrate?
"Per ora molto buona l'anteriore, ma dietro ho usato una standard da gara, un po' morbida e non so perché nei curvoni tendo a pattinare".
Esattamente il contrario di quello che dice Loris Capirossi:
"Nei curvoni con la mille si usava il gas e si metteva di traverso, con l'800 e più difficile fare questo, quindi bisogna lavorare molto con la ciclistica ed è quello che abbiamo fatto oggi. Ma dopo aver lavorato a lungo sul motore. Insomma, non è facile e c'è da fare molto. Da domani faremo anche prove di gomme". Già, perché stanno arrivando le prime coperture dedicate alle 800.
Davide Brivio, team manager Yamaha dice che sono simili a quelle delle MotoGp, quindi aspettiamoci nuovi progressi.
L'impressione è questa: le vecchie mille erano troppo potenti, queste sono più difficili da usare per l'erogazione più appuntita (2.000 giri in meno da sfruttare secondo Melandri) ma il gas si usa tutto. Si frena un po' più tardi e in maniera più cattiva. Insomma, il problema, come sempre, è nel pilota che deve adeguarsi alla nuova realtà. C'è chi lo fa al volo e chi ha bisogno di più tempo per "sintonizzarsi". Diamo tempo al tempo, ma attenzione, l'idea è che la sfida Honda - Yamaha, ovvero Rossi - Pedrosa, per ora tenga banco.
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