Motogp
Rossi: una vita, a modo suo
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Ritratto del più grande campione di questi tempi. Per i media è un pozzo di notizie senza fine, per le masse un idolo, per gli sponsor un formidabile testimonial. Per chi lo conosce bene è semplicemente il Biondo. Uno che rimane sempre se stesso. Vi sem
Un campionato, una gara, una carriera all'insegna dello spettacolo. Grande
Phillip Island (Australia) - Fa sorridere leggere le dichiarazioni dei volti noti dello sport, dei columnist più famosi (che staranno orecchiando una full immersion di notizie sul "Biondo" in preparazioni di ponderose articolesse): essi scoprono che Valentino Rossi è un grande campione, un fenomeno mediatico, un novello Re Mida che trasforma tutto in oro.
E' bello saltare sul carro dei vincitori, disquisire di conti in banca, gossip e cubiste, case ad Ibiza, cioè di cose che non si conoscono, che non si sanno.
ValentinorossinatoPesarodiGrazianoeStefania, per la gente normale è il Biondo e basta. Fa una bella vita perché non potrebbe farla diversamente, parla come gli viene e dice cose sempre intelligenti perché è intelligente. Non ha studiato semiotica globale, ma può incantare chiunque perché è uno che sa fare benissimo il proprio mestiere. Non ha mai pensato di essere un musicista mancato, un attore sfortunato, a lui piace quello che sta facendo e lo fa a modo suo. Cioè al meglio attualmente disponibile sul pianeta terra.
La gara di Phillip Island è stata un capolavoro del Rossi pensiero che viene fuori nella sua forma più pura quando guida la moto. Poteva fare di tutto, magari controllare Gibernau, arrivare secondo e accontentarsi. Invece ha rischiato e ha vinto. Sapete perché lo ha fatto? Semplice, gli piaceva la moto, si trovava bene, e soprattutto voleva terminare l'opera di distruzione di Sete Gibernau. Nell'unico modo possibile, vincendo.
Quando sei l'idolo di ragazzine e nonne (impresa riuscita in Italia fino ad oggi solo a Gianni Morandi), quando sei conteso da sponsor e media solo perché dici quello che pensi, fai queste cose. La straordinaria abilità di Rossi, fuori e dentro la pista, è una sola: essere solamente Valentino Rossi. Per questo andrebbe studiato nelle scuole, perché insegnerebbe ai ragazzi di oggi che bisogna essere se stessi.
Lo accusano di non avere ideali elevati, di non frequentare gente di un certo livello. Sciocchini, il mondo si impara stando nel mondo, non in un salotto a pensare sulle brutture del pianeta.
Poi c'è il box, nel quale regna sovrano da quando corre. Lui sa tutto perché non si distrae mai sul lavoro. Ricorda cause ed effetti, il motivo per cui con quell'ammortizzatore la moto saltella. Ha memorizzato migliaia di gomme, pistoni, assi a camme, centraline. Ne sa più di un ingegnere perché queste cose lo interessano e perché ha il culo sensibile quando è in moto. Se non ci siete mai andati, affari vostri.
Piace ai VIP, ma colpisce quelli che di moto ne masticano da una vita. Carlo Pernat che gli fece il primo contratto da professionista, i tecnici Aprilia Noccioli e Brazzi, e Jeremy Burgess, Davide Brivio, il presidente della Yamaha Tohru Hasegawa. Quest'ultimo ha speso molto di più del primo... Ma non è genovese e poi si sta ripagando perché le Yamaha si vendono come il pane da quando c'è lui come testimonial.
I soldi: guadagna molto. E allora? Se uno è il più bravo del mondo merita di essere pagato molto e lui lo è. Se poi riesce ad essere appetibile dai media, guadagna anche di più. Meno di tanti top manager passati alla storia per aver affossato un'azienda. Per lui parlano 139 partenze nei Gp nelle tre classi, 67 vittorie di cui 41 nella classe regina, 100 podi, 6 titoli mondiali, 4 consecutivi e 2467 punti. Cosa volete di più? Un parto plurigemellare in diretta?
ValentinorossinatoPesarodiGrazianoeStefania, per la gente normale è il Biondo e basta. Fa una bella vita perché non potrebbe farla diversamente, parla come gli viene e dice cose sempre intelligenti perché è intelligente. Non ha studiato semiotica globale, ma può incantare chiunque perché è uno che sa fare benissimo il proprio mestiere. Non ha mai pensato di essere un musicista mancato, un attore sfortunato, a lui piace quello che sta facendo e lo fa a modo suo. Cioè al meglio attualmente disponibile sul pianeta terra.
La gara di Phillip Island è stata un capolavoro del Rossi pensiero che viene fuori nella sua forma più pura quando guida la moto. Poteva fare di tutto, magari controllare Gibernau, arrivare secondo e accontentarsi. Invece ha rischiato e ha vinto. Sapete perché lo ha fatto? Semplice, gli piaceva la moto, si trovava bene, e soprattutto voleva terminare l'opera di distruzione di Sete Gibernau. Nell'unico modo possibile, vincendo.
Quando sei l'idolo di ragazzine e nonne (impresa riuscita in Italia fino ad oggi solo a Gianni Morandi), quando sei conteso da sponsor e media solo perché dici quello che pensi, fai queste cose. La straordinaria abilità di Rossi, fuori e dentro la pista, è una sola: essere solamente Valentino Rossi. Per questo andrebbe studiato nelle scuole, perché insegnerebbe ai ragazzi di oggi che bisogna essere se stessi.
Lo accusano di non avere ideali elevati, di non frequentare gente di un certo livello. Sciocchini, il mondo si impara stando nel mondo, non in un salotto a pensare sulle brutture del pianeta.
Poi c'è il box, nel quale regna sovrano da quando corre. Lui sa tutto perché non si distrae mai sul lavoro. Ricorda cause ed effetti, il motivo per cui con quell'ammortizzatore la moto saltella. Ha memorizzato migliaia di gomme, pistoni, assi a camme, centraline. Ne sa più di un ingegnere perché queste cose lo interessano e perché ha il culo sensibile quando è in moto. Se non ci siete mai andati, affari vostri.
Piace ai VIP, ma colpisce quelli che di moto ne masticano da una vita. Carlo Pernat che gli fece il primo contratto da professionista, i tecnici Aprilia Noccioli e Brazzi, e Jeremy Burgess, Davide Brivio, il presidente della Yamaha Tohru Hasegawa. Quest'ultimo ha speso molto di più del primo... Ma non è genovese e poi si sta ripagando perché le Yamaha si vendono come il pane da quando c'è lui come testimonial.
I soldi: guadagna molto. E allora? Se uno è il più bravo del mondo merita di essere pagato molto e lui lo è. Se poi riesce ad essere appetibile dai media, guadagna anche di più. Meno di tanti top manager passati alla storia per aver affossato un'azienda. Per lui parlano 139 partenze nei Gp nelle tre classi, 67 vittorie di cui 41 nella classe regina, 100 podi, 6 titoli mondiali, 4 consecutivi e 2467 punti. Cosa volete di più? Un parto plurigemellare in diretta?
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