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Phillip Island: ROSSI CAMPIONE, vincono Dovizioso e Porto
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Grandissima vittoria di Rossi che conquista il sesto titolo mondiale ed entra nella leggenda. Secondo Gibernau, terzo un generoso Capirossi. In 250 vittoria di Porto su De Angelis e Poggiali ma Pedrosa, quarto, diventa il più giovane campione della 25
di Marco Masetti
Sesto titolo in carriera e settima vittoria stagionale per Rossi che porta una maglietta con la scritta "Che spettacolo". Con Gibernau, secondo, Capirossi porta per la prima volta quest'anno la Ducati sul podio
Phillip Island (Australia) - CHE SPETTACOLOCHE SPETTACOLO CHE SPETTACOLO CHE SPETTACOLO CHE SPETTACOLO... QUARANTASEI VOLTE CHE SPETTACOLO. Oggi ha vinto lo spettacolo che di nome fa Valentino e di cognome Rossi, numero 46. Gara e titolo, come si fa quando si è fortissimi davvero e poi come lo ha fatto... Fondamentalmente con due giri da delirio, il primo e l'ultimo, perché lui ha il senso dello spettacolo, ovviamente. Il primo quando, passando fuori pista, ha tenuto la distanza da Gibernau che aveva subito tentato la fuga e poi ha infilato le due Ducati per avere pista sgombra davanti a sé nella lotta contro il rivale. Alla fine del primo passaggio era già secondo, incollato a Gibernau che magari si aspettava un aiuto da qualcuno, aiuto che non è arrivato.
I mondiali alla fine si giocano così, uno contro uno, le strategie non contano nulla, perché nelle moto bisogna stare davanti a qualcuno per fare gioco di squadra, ma Edwards, Barros (l'unico ad averci provato seppur debolmente), Biaggi e Hayden non hanno mai avvicinato il passo dei fuggitivi.
Era dal 1992 che la Yamaha non vinceva un mondiale: Rossi ci è riuscito dopo Rainey
E poi c'è l'ultimo giro, quello del brivido. Rossi infila Sete, che replica, ma come fosse un turno di prove libere, il nostro infila ancora di più la testa nel cupolino e ripassa, non si sa come lo spagnolo. Davanti a lui c'è solo il traguardo, uno storico traguardo, il primo titolo Yamaha nella classe regina dopo un digiuno che durava dal 1992, successo arrivato al termine della prima stagione dell'era Rossi, un periodo che ha sconvolto il motociclismo e anche Gibernau. Sete aveva la faccia nera, di quello che ha perso anche lo scontro diretto. Lo spagnolo voleva arrivare a Valencia, all'ultima gara tra due settimane con qualche speranza e invece si dovrà sorbettare la passerella gloriosa di Rossi davanti ai suoi tanti tifosi, anche qui presenti dall'Italia con il Fan Club.
Sete ha dato l'appuntamento a tutti il prossimo anno, e fa bene, è stato l'unico a stare nei paraggi di Rossi e caso strano, alla fine il fatto di correre per la Honda non lo ha aiutato. Nessuno dei suoi gli ha dato una mano, anzi nel corso della stagione ha perso più punti a causa dei compagni di marca che dei piloti Yamaha.
In questo le Case giapponesi hanno sbagliato entrambe il mercato. Ma non è nemmeno giusto dire questo, perché quando si parla di Rossi la logica non esiste. Nessun pilota con 30 punti di vantaggio alla penultima gara avrebbe rischiato tanto come ha fatto Vale. Un vecchio pilota, al mio fianco diceva che Rossi è un matto. Ha ragione, il sublime folle, quello che con due note scrive la musica immortale, che con una matita schizza il capolavoro, che con una moto diventa una star mondiale. Dietro a Vale c'è molto. Un team che, a parte la cappella del Qatar, ha sempre risolto i problemi del pilota e ha cambiato faccia velocemente alla M1, moto mediocre rispetto alla Honda, ma sempre molto a punto. E poi c'è la Yamaha, stanca di spendere milioni per fare brutta figura e che ha capito che le moto le fanno i computer e gli ingegneri, ma che sono i piloti a guidarle. Quindi tutto il potere a Rossi, alle sue intuizioni, al suo coraggio, alla sua manetta.
Per Sete l'onore delle armi: anche lui ha fatto un grande anno e ha dalla sua una squadra di alto livello, quella che la Honda forse poteva ascoltare di più da inizio stagione. Sete è stato un duro, come nel suo carattere, ha avuto momenti bui ma si è sempre ripreso. Merita il numero come nessun altro.
Sul podio ci va anche la Ducati con Loris Capirossi e questo è un grande premio ad un team che in questa stagione ha sofferto molto. Dal cuore Ducati sono venute fuori le radici, lo spirito di corpo e Loris Capirossi, pilota dal fegato incredibile che si è detto "posso andare sul podio" e c'è andato. Con staccate da paura, parola che Capirex sembra ignorare.
Gli altri erano in pista per fare numero, ma gli va dato atto di aver dato vita ad una battaglia decisamente divertente per il quarto posto, vinta alla fine da Edwards davanti a Barros, Hayden, Biaggi e Tamada. Un bello spettacolo ma di contorno a quello che accadeva davanti, nella stratosfera della classifica.
Sesto titolo in carriera e settima vittoria stagionale per Rossi che porta una maglietta con la scritta "Che spettacolo". Con Gibernau, secondo, Capirossi porta per la prima volta quest'anno la Ducati sul podio
Phillip Island (Australia) - CHE SPETTACOLOCHE SPETTACOLO CHE SPETTACOLO CHE SPETTACOLO CHE SPETTACOLO... QUARANTASEI VOLTE CHE SPETTACOLO. Oggi ha vinto lo spettacolo che di nome fa Valentino e di cognome Rossi, numero 46. Gara e titolo, come si fa quando si è fortissimi davvero e poi come lo ha fatto... Fondamentalmente con due giri da delirio, il primo e l'ultimo, perché lui ha il senso dello spettacolo, ovviamente. Il primo quando, passando fuori pista, ha tenuto la distanza da Gibernau che aveva subito tentato la fuga e poi ha infilato le due Ducati per avere pista sgombra davanti a sé nella lotta contro il rivale. Alla fine del primo passaggio era già secondo, incollato a Gibernau che magari si aspettava un aiuto da qualcuno, aiuto che non è arrivato.
I mondiali alla fine si giocano così, uno contro uno, le strategie non contano nulla, perché nelle moto bisogna stare davanti a qualcuno per fare gioco di squadra, ma Edwards, Barros (l'unico ad averci provato seppur debolmente), Biaggi e Hayden non hanno mai avvicinato il passo dei fuggitivi.
Era dal 1992 che la Yamaha non vinceva un mondiale: Rossi ci è riuscito dopo Rainey
E poi c'è l'ultimo giro, quello del brivido. Rossi infila Sete, che replica, ma come fosse un turno di prove libere, il nostro infila ancora di più la testa nel cupolino e ripassa, non si sa come lo spagnolo. Davanti a lui c'è solo il traguardo, uno storico traguardo, il primo titolo Yamaha nella classe regina dopo un digiuno che durava dal 1992, successo arrivato al termine della prima stagione dell'era Rossi, un periodo che ha sconvolto il motociclismo e anche Gibernau. Sete aveva la faccia nera, di quello che ha perso anche lo scontro diretto. Lo spagnolo voleva arrivare a Valencia, all'ultima gara tra due settimane con qualche speranza e invece si dovrà sorbettare la passerella gloriosa di Rossi davanti ai suoi tanti tifosi, anche qui presenti dall'Italia con il Fan Club.
Sete ha dato l'appuntamento a tutti il prossimo anno, e fa bene, è stato l'unico a stare nei paraggi di Rossi e caso strano, alla fine il fatto di correre per la Honda non lo ha aiutato. Nessuno dei suoi gli ha dato una mano, anzi nel corso della stagione ha perso più punti a causa dei compagni di marca che dei piloti Yamaha.
In questo le Case giapponesi hanno sbagliato entrambe il mercato. Ma non è nemmeno giusto dire questo, perché quando si parla di Rossi la logica non esiste. Nessun pilota con 30 punti di vantaggio alla penultima gara avrebbe rischiato tanto come ha fatto Vale. Un vecchio pilota, al mio fianco diceva che Rossi è un matto. Ha ragione, il sublime folle, quello che con due note scrive la musica immortale, che con una matita schizza il capolavoro, che con una moto diventa una star mondiale. Dietro a Vale c'è molto. Un team che, a parte la cappella del Qatar, ha sempre risolto i problemi del pilota e ha cambiato faccia velocemente alla M1, moto mediocre rispetto alla Honda, ma sempre molto a punto. E poi c'è la Yamaha, stanca di spendere milioni per fare brutta figura e che ha capito che le moto le fanno i computer e gli ingegneri, ma che sono i piloti a guidarle. Quindi tutto il potere a Rossi, alle sue intuizioni, al suo coraggio, alla sua manetta.
Per Sete l'onore delle armi: anche lui ha fatto un grande anno e ha dalla sua una squadra di alto livello, quella che la Honda forse poteva ascoltare di più da inizio stagione. Sete è stato un duro, come nel suo carattere, ha avuto momenti bui ma si è sempre ripreso. Merita il numero come nessun altro.
Sul podio ci va anche la Ducati con Loris Capirossi e questo è un grande premio ad un team che in questa stagione ha sofferto molto. Dal cuore Ducati sono venute fuori le radici, lo spirito di corpo e Loris Capirossi, pilota dal fegato incredibile che si è detto "posso andare sul podio" e c'è andato. Con staccate da paura, parola che Capirex sembra ignorare.
Gli altri erano in pista per fare numero, ma gli va dato atto di aver dato vita ad una battaglia decisamente divertente per il quarto posto, vinta alla fine da Edwards davanti a Barros, Hayden, Biaggi e Tamada. Un bello spettacolo ma di contorno a quello che accadeva davanti, nella stratosfera della classifica.
MotoGP: i risultati
1. YAMAHA Valentino ROSSI ITA 41'25.819
2. HONDA Sete GIBERNAU SPA 41'25.
3. DUCATI Loris CAPIROSSI ITA 41'36.305
4. HONDA Colin EDWARDS USA 41'36.636
5. HONDA Alex BARROS BRA 41'36.670
6. HONDA Nicky HAYDEN USA 41'38.029
7. HONDA Max BIAGGI ITA 41'38.666
8. HONDA Makoto TAMADA JPN 41'38.784
9. DUCATI Troy BAYLISS AUS 41'44.426
10. YAMAHA Carlos CHECA SPA 41'47.064
11. DUCATI Ruben XAUS SPA 41'48.992
12. KAWASAKI Shinya NAKANO JPN 41'51.537
13. KAWASAKI Alex HOFMANN GER 42'00.956
14. APRILIA Jeremy McWILLIAMS GBR 42'10.974
15. SUZUKI John HOPKINS USA 42'11.016
16. SUZUKI Gregorio LAVILLA SPA 42'18.024
17. YAMAHA Norick ABE JPN 42'18.484
18. DUCATI Neil HODGSON GBR 42'37.213
19. PROTON KR Nobuatsu AOKI JPN 41'33.128
20. PROTON KR James HAYDON GBR 41'43.861
21. HARRIS WCM Youichi UI JPN 42'41.480
22. HARRIS WCM James ELLISON GBR 42'52.400
Non classifcati
YAMAHA Marco MELANDRI ITA 23'19.008
APRILIA Garry McCOY AUS 6'33.948
2. HONDA Sete GIBERNAU SPA 41'25.
3. DUCATI Loris CAPIROSSI ITA 41'36.305
4. HONDA Colin EDWARDS USA 41'36.636
5. HONDA Alex BARROS BRA 41'36.670
6. HONDA Nicky HAYDEN USA 41'38.029
7. HONDA Max BIAGGI ITA 41'38.666
8. HONDA Makoto TAMADA JPN 41'38.784
9. DUCATI Troy BAYLISS AUS 41'44.426
10. YAMAHA Carlos CHECA SPA 41'47.064
11. DUCATI Ruben XAUS SPA 41'48.992
12. KAWASAKI Shinya NAKANO JPN 41'51.537
13. KAWASAKI Alex HOFMANN GER 42'00.956
14. APRILIA Jeremy McWILLIAMS GBR 42'10.974
15. SUZUKI John HOPKINS USA 42'11.016
16. SUZUKI Gregorio LAVILLA SPA 42'18.024
17. YAMAHA Norick ABE JPN 42'18.484
18. DUCATI Neil HODGSON GBR 42'37.213
19. PROTON KR Nobuatsu AOKI JPN 41'33.128
20. PROTON KR James HAYDON GBR 41'43.861
21. HARRIS WCM Youichi UI JPN 42'41.480
22. HARRIS WCM James ELLISON GBR 42'52.400
Non classifcati
YAMAHA Marco MELANDRI ITA 23'19.008
APRILIA Garry McCOY AUS 6'33.948
250: vince Porto, Pedrosa campione
di Marco Masetti
Phillip Island (Australia) - Una gara brutta, finita nella maniera più bella e giusta, con Sebastian Porto (a destra) che trionfa a mani basse con qualche rammarico su un inizio di stagione con troppi problemi ed errori, Dani Pedrosa campione del mondo, proprio sulla pista sulla quale si fratturò l’anno scorso due caviglie e a soli otto mesi dalla prima volta in cui è salito su di una 250.
Tutto giusto, tutto bello, anche il secondo posto di Alex De Angelis, finestra su di un 2005 che lo vedrà sicuramente nel gruppetto di quelli che il mondiale tenteranno di strapparlo a Pedrosa. A proposito, il campione, dopo la caduta di ieri, è volato anche nel warm up, rischiando davvero di saltare la gara.
E podio, strameritato, anche per Manuel Poggiali che rientra dopo l'infortunio e si permette anche di superare Pedrosa, magra soddisfazione in un passaggio di consegne tra due campioni del mondo.
Per Poggiali il domani è incerto, dopo il corteggiamento da parte di KTM e Honda Fortuna, adesso sembra che Aprilia lo voglia tenere, ma con riduzione di ingaggio. Questo non è bello, perché Manuel è un campione con grandi proiezioni per il futuro.
Stretta di mano dopo l'arrivo tra Elias e Pedrosa, come a dire la Spagna che vince e quella che mastica amaro.
Sesto posto fantastico, visto il mezzo di cui dispone per Chaz Davies, un inglese che sta venendo su bene dopo inizi disastrosi in 125.
Giornata nera per Rolfo, decimo con la gomma posteriore difettosa che lo ha tradito dopo 5 giri. Nerissima per Battaini che si è ritirato dopo un problema tecnico. Caduta spettacolare per Nieto e Debon con il secondo che riparte e arriva fino all'11esima piazza.
Phillip Island (Australia) - Una gara brutta, finita nella maniera più bella e giusta, con Sebastian Porto (a destra) che trionfa a mani basse con qualche rammarico su un inizio di stagione con troppi problemi ed errori, Dani Pedrosa campione del mondo, proprio sulla pista sulla quale si fratturò l’anno scorso due caviglie e a soli otto mesi dalla prima volta in cui è salito su di una 250.
Tutto giusto, tutto bello, anche il secondo posto di Alex De Angelis, finestra su di un 2005 che lo vedrà sicuramente nel gruppetto di quelli che il mondiale tenteranno di strapparlo a Pedrosa. A proposito, il campione, dopo la caduta di ieri, è volato anche nel warm up, rischiando davvero di saltare la gara.
E podio, strameritato, anche per Manuel Poggiali che rientra dopo l'infortunio e si permette anche di superare Pedrosa, magra soddisfazione in un passaggio di consegne tra due campioni del mondo.
Per Poggiali il domani è incerto, dopo il corteggiamento da parte di KTM e Honda Fortuna, adesso sembra che Aprilia lo voglia tenere, ma con riduzione di ingaggio. Questo non è bello, perché Manuel è un campione con grandi proiezioni per il futuro.
Stretta di mano dopo l'arrivo tra Elias e Pedrosa, come a dire la Spagna che vince e quella che mastica amaro.
Sesto posto fantastico, visto il mezzo di cui dispone per Chaz Davies, un inglese che sta venendo su bene dopo inizi disastrosi in 125.
Giornata nera per Rolfo, decimo con la gomma posteriore difettosa che lo ha tradito dopo 5 giri. Nerissima per Battaini che si è ritirato dopo un problema tecnico. Caduta spettacolare per Nieto e Debon con il secondo che riparte e arriva fino all'11esima piazza.
250: i risultati
1. APRILIA Sebastian PORTO ARG 39'24.604
2. APRILIA Alex DE ANGELIS RSM 39'30.545
3. APRILIA Manuel POGGIALI RSM 39'37.893
4. HONDA Daniel PEDROSA SPA 39'39.570
5. HONDA Toni ELIAS SPA 40'10.687
6. APRILIA Chaz DAVIES GBR 40'19.744
7. HONDA Hiroshi AOYAMA JPN 40'25.618
8. APRILIA Sylvain GUINTOLI FRA 40'29.288
9. APRILIA Johan STIGEFELT SWE 40'32.260
10. HONDA Roberto ROLFO ITA 40'34.493
11. HONDA Alex DEBON SPA 40'38.176
12. APRILIA Hugo MARCHAND FRA 2 40'38.212
13. HONDA Jakub SMRZ CZE 40'39.285
14. HONDA David DE GEA SPA 40'46.077
15. YAMAHA Naoki MATSUDO JPN 40'46.119
16. APRILIA Hector FAUBEL SPA 40'51.464
17. APRILIA Gregory LEBLANC FRA 40'54.921
18. HONDA Joshua WATERS AUS 39'54.031
19. YAMAHA Radomil ROUS CZE 39'55.031
Non classificati
APRILIA Dirk HEIDOLF GER
APRILIA Alex BALDOLINI ITA
APRILIA Joan OLIVE SPA
YAMAHA Taro SEKIGUCHI JPN
APRILIA Franco BATTAINI ITA
APRILIA Randy DE PUNIET FRA
Non ha concluso il primo giro
APRILIA Fonsi NIETO SPA
Escluso
APRILIA Erwan NIGON FRA
2. APRILIA Alex DE ANGELIS RSM 39'30.545
3. APRILIA Manuel POGGIALI RSM 39'37.893
4. HONDA Daniel PEDROSA SPA 39'39.570
5. HONDA Toni ELIAS SPA 40'10.687
6. APRILIA Chaz DAVIES GBR 40'19.744
7. HONDA Hiroshi AOYAMA JPN 40'25.618
8. APRILIA Sylvain GUINTOLI FRA 40'29.288
9. APRILIA Johan STIGEFELT SWE 40'32.260
10. HONDA Roberto ROLFO ITA 40'34.493
11. HONDA Alex DEBON SPA 40'38.176
12. APRILIA Hugo MARCHAND FRA 2 40'38.212
13. HONDA Jakub SMRZ CZE 40'39.285
14. HONDA David DE GEA SPA 40'46.077
15. YAMAHA Naoki MATSUDO JPN 40'46.119
16. APRILIA Hector FAUBEL SPA 40'51.464
17. APRILIA Gregory LEBLANC FRA 40'54.921
18. HONDA Joshua WATERS AUS 39'54.031
19. YAMAHA Radomil ROUS CZE 39'55.031
Non classificati
APRILIA Dirk HEIDOLF GER
APRILIA Alex BALDOLINI ITA
APRILIA Joan OLIVE SPA
YAMAHA Taro SEKIGUCHI JPN
APRILIA Franco BATTAINI ITA
APRILIA Randy DE PUNIET FRA
Non ha concluso il primo giro
APRILIA Fonsi NIETO SPA
Escluso
APRILIA Erwan NIGON FRA
125: il goal di Andrea
di Marco Masetti
Andrea Dovizioso: "Ci tenevo a vincere dopo il titolo conquistato in Malesia. Adesso sono davvero felice"
Phillip Island (Australia) - Lo aveva detto alla vigilia e a qualcuno poteva anche sembrare una sbruffonata. Chi la pensa così non conosce Andrea Dovizioso. Se Andrea dichiara una cosa è perché è ragionevolmente vera, alla sua portata. Ci si poteva aspettare un momento di rilassamento dopo la vittoria del titolo a Sepang, ma il campione del mondo non ha mollato un millimetro della sua proverbiale tensione, perché voleva vincere, l'unica cosa che ancora gli mancava da campione. Vittoria in volata, la sua specialità, con una volata a tre iniziata fin dal momento del via in compagnia di Lorenzo e Stoner, due brutti clienti. Lo spagnolo vuole chiudere la stagione con il secondo posto, l'australiano dopo una stagione fatta di alti e bassi, di fratture, ritiri e qualche momento di gioia, voleva vincere davanti al suo pubblico.
Finisce con Dovizioso che esulta dopo un grande goal, Lorenzo secondo e Stoner in lacrime per il terzo posto al fotofinish al quale lo ha retrocesso il pilota della Derbi.
Giù dal podio c'è Roberto Locatelli, poleman implacabile ma non irresistibile in gara. Ci ha provato ad agganciare il gruppo di testa, ci è riuscito per un po', poi ha mollato. Oggi le Aprilia non volavano e il fatto che la casa italiana abbia mancato anche oggi la conquista del titolo marche ne è la conferma.
Dietro il Loca ne succedono di tutti i colori con un gruppone di oltre 15 piloti che ad inizio gara si sono scambiati colpi proibiti alternandosi nelle varie posizioni dal quinto in giù. La spunta Jenkner su Barbera e Borsoi, altro pilota che qui in Australia ha fatto vedere buone cose.
Male le Gilera con Lai che centra Perugini nella summenzionata lotta rovente dei primi giri.
Adesso resta solo un obiettivo per Dovizioso: stabilire il record di distacco sul secondo, per ora è a quota 91 su Lorenzo. Un campione davvero maiuscolo. Andrea a fine gara è sincero: "Ci tenevo a vincere perché in Malesia non ci sono riuscito per un soffio. Loro andavano forte e Stoner voleva vincere, quindi ho fatto un ultimo giro davvero al massimo per evitare contatti ravvicinati. Adesso sono davvero felice".
A proposito di sfida, il terzetto di oggi potrebbe ritrovarsi al completo il prossimo anno in 250: Dovizioso con la Honda del suo attuale team (oramai è cosa fatta). Lorenzo con la Honda Fortuna e Stoner con l'Aprilia di Cecchinello. Altre sfide...
Andrea Dovizioso: "Ci tenevo a vincere dopo il titolo conquistato in Malesia. Adesso sono davvero felice"
Phillip Island (Australia) - Lo aveva detto alla vigilia e a qualcuno poteva anche sembrare una sbruffonata. Chi la pensa così non conosce Andrea Dovizioso. Se Andrea dichiara una cosa è perché è ragionevolmente vera, alla sua portata. Ci si poteva aspettare un momento di rilassamento dopo la vittoria del titolo a Sepang, ma il campione del mondo non ha mollato un millimetro della sua proverbiale tensione, perché voleva vincere, l'unica cosa che ancora gli mancava da campione. Vittoria in volata, la sua specialità, con una volata a tre iniziata fin dal momento del via in compagnia di Lorenzo e Stoner, due brutti clienti. Lo spagnolo vuole chiudere la stagione con il secondo posto, l'australiano dopo una stagione fatta di alti e bassi, di fratture, ritiri e qualche momento di gioia, voleva vincere davanti al suo pubblico.
Finisce con Dovizioso che esulta dopo un grande goal, Lorenzo secondo e Stoner in lacrime per il terzo posto al fotofinish al quale lo ha retrocesso il pilota della Derbi.
Giù dal podio c'è Roberto Locatelli, poleman implacabile ma non irresistibile in gara. Ci ha provato ad agganciare il gruppo di testa, ci è riuscito per un po', poi ha mollato. Oggi le Aprilia non volavano e il fatto che la casa italiana abbia mancato anche oggi la conquista del titolo marche ne è la conferma.
Dietro il Loca ne succedono di tutti i colori con un gruppone di oltre 15 piloti che ad inizio gara si sono scambiati colpi proibiti alternandosi nelle varie posizioni dal quinto in giù. La spunta Jenkner su Barbera e Borsoi, altro pilota che qui in Australia ha fatto vedere buone cose.
Male le Gilera con Lai che centra Perugini nella summenzionata lotta rovente dei primi giri.
Adesso resta solo un obiettivo per Dovizioso: stabilire il record di distacco sul secondo, per ora è a quota 91 su Lorenzo. Un campione davvero maiuscolo. Andrea a fine gara è sincero: "Ci tenevo a vincere perché in Malesia non ci sono riuscito per un soffio. Loro andavano forte e Stoner voleva vincere, quindi ho fatto un ultimo giro davvero al massimo per evitare contatti ravvicinati. Adesso sono davvero felice".
A proposito di sfida, il terzetto di oggi potrebbe ritrovarsi al completo il prossimo anno in 250: Dovizioso con la Honda del suo attuale team (oramai è cosa fatta). Lorenzo con la Honda Fortuna e Stoner con l'Aprilia di Cecchinello. Altre sfide...
125: i risultati
1. HONDA Andrea DOVIZIOSO ITA 38'01.877
2. DERBI Jorge LORENZO SPA 38'02.000
3. KTM Casey STONER AUS 38'02.000
4. APRILIA Roberto LOCATELLI ITA 38'04.357
5. APRILIA Steve JENKNER GER 38'07.213
6. APRILIA Hector BARBERA SPA 38'07.292
7. APRILIA Gino BORSOI ITA 38'07.325
8. APRILIA Mike DI MEGLIO FRA 38'19.853
9. APRILIA Alvaro BAUTISTA SPA 38'20.281
10. APRILIA Sergio GADEA SPA 38'20.304
11. MALAGUTI Gabor TALMACSI HUN 38'20.378
12. HONDA Lukas PESEK CZE 38'20.407
13. APRILIA Mirko GIANSANTI ITA 38'20.616
14. APRILIA Andrea BALLERINI ITA 38'21.208
15. APRILIA Pablo NIETO SPA 38'21.703
16. HONDA Simone CORSI ITA 38'29.848
17. APRILIA Gioele PELLINO ITA 38'29.860
18. APRILIA Mattia PASINI ITA 38'29.873
19. HONDA Thomas LUTHI SWI 38'29.883
20. HONDA Julian SIMON SPA 38'30.769
21. APRILIA Imre TOTH HUN 38'42.820
22. HONDA Dario GIUSEPPETTI GER 38'42.957
23. APRILIA Vesa KALLIO FIN 38'50.004
24. APRILIA Lorenzo ZANETTI ITA 38'57.316
25. HONDA Max SABBATANI ITA 39'30.351
26. HONDA Raymond SCHOUTEN NED 39'30.533
27. HONDA Matthew KUHNE AUS 39'30.607
28. APRILIA Jordi CARCHANO SPA 39'38.794
29. HONDA Bryan STARING AUS 38'46.611
Non classificati
KTM Mika KALLIO FIN
GILERA Stefano PERUGINI ITA
GILERA Fabrizio LAI ITA
MALAGUTI Manuel MANNA ITA
DERBI Angel RODRIGUEZ SPA
2. DERBI Jorge LORENZO SPA 38'02.000
3. KTM Casey STONER AUS 38'02.000
4. APRILIA Roberto LOCATELLI ITA 38'04.357
5. APRILIA Steve JENKNER GER 38'07.213
6. APRILIA Hector BARBERA SPA 38'07.292
7. APRILIA Gino BORSOI ITA 38'07.325
8. APRILIA Mike DI MEGLIO FRA 38'19.853
9. APRILIA Alvaro BAUTISTA SPA 38'20.281
10. APRILIA Sergio GADEA SPA 38'20.304
11. MALAGUTI Gabor TALMACSI HUN 38'20.378
12. HONDA Lukas PESEK CZE 38'20.407
13. APRILIA Mirko GIANSANTI ITA 38'20.616
14. APRILIA Andrea BALLERINI ITA 38'21.208
15. APRILIA Pablo NIETO SPA 38'21.703
16. HONDA Simone CORSI ITA 38'29.848
17. APRILIA Gioele PELLINO ITA 38'29.860
18. APRILIA Mattia PASINI ITA 38'29.873
19. HONDA Thomas LUTHI SWI 38'29.883
20. HONDA Julian SIMON SPA 38'30.769
21. APRILIA Imre TOTH HUN 38'42.820
22. HONDA Dario GIUSEPPETTI GER 38'42.957
23. APRILIA Vesa KALLIO FIN 38'50.004
24. APRILIA Lorenzo ZANETTI ITA 38'57.316
25. HONDA Max SABBATANI ITA 39'30.351
26. HONDA Raymond SCHOUTEN NED 39'30.533
27. HONDA Matthew KUHNE AUS 39'30.607
28. APRILIA Jordi CARCHANO SPA 39'38.794
29. HONDA Bryan STARING AUS 38'46.611
Non classificati
KTM Mika KALLIO FIN
GILERA Stefano PERUGINI ITA
GILERA Fabrizio LAI ITA
MALAGUTI Manuel MANNA ITA
DERBI Angel RODRIGUEZ SPA
Galleria fotografica
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