Motogp
Valentino: una vittoria di tutti
L'impresa di Rossi a Welkom e il suo duello con Biaggi hanno suscitato un entusiasmo collettivo. Perchè sono andate oltre l'evento sportivo ed hanno sfiorato le nostre vite
La gioia della squadra di Rossi dopo la gara a Welkom
La vittoria di Valentino Rossi a Welkom ha entusiamato tutta l'Italia e l'ha gonfiata in in una gigantesca ola che si è alzata dai milioni di televisori collegati domenica nell'ora post prandiale (7.633.000 spettatori, un picco di 11.915.000 nell'ultimo giro, un record assoluto per una gara motociclistica), un momento di gioia autentica, quasi una liberazione, che ha accumunato maschi e femmine, ragazzini e nonni, i motociclisti e le loro mamme.
Un'emozione che ha travalicato lo sport e che forse si è caricata di significati più profondi. Perchè la vittoria di Rossi con la Yamaha non ci ha solo regalato il privilegio di diventare testimoni di un evento che passerà alla storiadel motociclismo (so di colleghi inviati a Welkom che vogliono confezionarsi una maglietta con la scritta "io c'ero") ma rappresenta l'affermazione di valori universali che è stato bello riconoscere e ritrovare.
La vittoria di Valentino è certamente quella dell'uomo sulla macchina, ma è anche quella dell'individuo sul partito azienda che, in nome della supposta supremazia del marchio di fabbrica, sacrifica la personalità dei suoi dipendenti ricercando un'efficenza generica quanto vuota di sostanza.
E' una vittoria cercata da un leader con un convinto lavoro di squadra, nella quale i rapporti umani rappresentano un valore aggiunto concreto per il raggiungimento rapido degli obiettivi.
E' l'agonia della gara, la lotta alla morte tra due personalità d'eccezione, il loro lanciare il cuore oltre ogni ostacolo, annullandosi nel raggiungimento del primato. E' l'esaltazione della rivalità agonistica, del fair-play, dei valori di lealtà anche nello spasmo della competizione.
E' il meglio di quello che cerchiamo nello sport e che vorremmo anche ritrovare a volte nelle nostre vite: il coraggio di rischiare, di vincere - o anche di perdere - ma di essere soprattutto se stessi.
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