Motogp
Squalifica Tamada: parla la squadra
E’ giunto in redazione un comunicato della Pramac Racing in merito alla squalifica del giapponese al GP del Pacifico. Siamo sostanzialmente d’accordo con quanto scritto da Michele Morsetti, responsabile dell’ufficio stampa della Pramac Racing e ve lo prop
Breve commento in merito alla squalifica di Makoto Tamada dal Gran Premio di Motegi
Al termine della gara della MotoGP di Motegi , domenica scorsa, ci è stata notificata dalla Direzione Gara la squalifica di Makoto Tamada, per la sua "condotta irresponsabile, causa della situazione di pericolo in cui si è trovato il pilota Sete Gibernau", in occasione del sorpasso all'ultimo giro della corsa. A riguardo, l'art. 1.21.2 del Regolamento del Campionato del Mondo FIM, lo stesso, per intenderci, che fissa a 85km/h il limite di velocità nella corsia box, impone ai piloti di mantenere in pista una condotta responsabile per preservare gli avversari di fronte a situazioni di potenziale pericolo. Il nostro pilota Makoto Tamada, colpevole di aver infranto l'art. 1.21.2, è stato estromesso dall'ordine di arrivo, perdendo il terzo posto finale conquistato.
Il Team Pramac Honda, per mano del Team Manager Gianluca Montiron, seguendo i termini previsti dall'art. 3.4.7.1, ha presentato un immediato appello ai Commissari FIM, chiedendo una revisione totale della decisione presa dalla Direzione di Gara.
Dopo circa un'ora e mezza di consulto, però, i Commissari FIM hanno deciso di respingere l'appello e di confermare la decisione della Direzione Gara.
A questo punto, dato l'esito, la decisione dei Commissari FIM diventa inappellabile, come descritto nell'art. 3.4.2.
Abbiamo avuto molto tempo per rivedere le immagini televisive e per ripensare a tutta questa vicenda negli ultimi due giorni.
Innanzitutto, ci sembra opportuno sottolineare che cominciamo a sentirci contenti per i risultati ottenuti fino ad adesso, nella nostra prima stagione in MotoGP con Makoto Tamada e la Honda RC211V gommata Bridgestone. Riteniamo che il livello di competitività raggiunto dimostri la bontà del lavoro svolto fino a qui dal nostro gruppo di lavoro e dai tecnici della Bridgestone. Possiamo infatti guardare fiduciosi alle ultime gare della stagione e ad un 2004 in cui avremo tutta le possibilità di fornire al forte pilota giapponese un pacchetto tecnico di primissimo livello.
Sarebbe troppo facile schierarci dalla parte di Makoto Tamada e ribadire che la decisione di squalificarlo è stata assolutamente ingiusta. Noi, come molti altri addetti ai lavori e semplici appassionati del nostro sport, la pensiamo esattamente così.
Qui, invece, vogliamo invitare tutti ad una riflessione sul modo in cui viene amministrata la "giustizia" nella MotoGP.
Per semplicità pensiamo ad alcuni episodi verificatesi in gara durante la stagione in corso: il sorpasso di Perugini su Pedrosa a Donington nella gara delle 125, il sorpasso di Elias su Poggiali nella 250 a Rio (il giro prima della caduta della spagnolo), il sorpasso di Sete Gibernau su Valentino Rossi all'ultimo giro del Gran Premio di Le Mans. In tutte queste manovre, ed in moltissimi altri casi, nessuno dei protagonisti ha chiesto "permesso" prima di infilare l'avversario. A volte si è arrivati al contatto, altre alla caduta. In alcuni di questi episodi è andato tutto bene, ma solo per la rinuncia a completare l'attacco da parte di uno dei due avversari.
Questa volta, a Motegi, Tamada e Gibernau hanno tirato la staccata all' ultimo ed il giapponese ha avuto la meglio solo perché, con merito, ha saputo guadagnarsi la posizione migliore. Quella all'interno.
In nessuno dei casi precedentemente citati, la Direzione Gara ha deciso di togliere dalla classifica un pilota. L'episodio di Motegi è stato quindi giudicato con un metro diverso, facendo riferimento ad un articolo del regolamento assolutamente generico, privo di significato (qualcuno abbia la cortesia di spiegare ai piloti dove sta il limite tra il comportamento corretto e la manovra pericolosa) quindi inutilizzabile con equità.
Siamo i primi a ritenere che lo sport ha bisogno di regole semplici e chiare, oltre che di giudici inflessibili che sappiano trattare tutti alla stessa maniera. Non riteniamo che questa sia la situazione attuale della MotoGP e c'è bisogno dello sforzo di tutti per crearla.
Avendo iniziato a conoscerlo bene, ci sentiamo di poter garantire la sportività e la lealtà del nostro pilota; ne è prova anche l'incontro con Gibernau nel dopocena di domenica sera a Motegi. A noi piace perché lui sa mantenere questo atteggiamento anche di fronte a decisioni come questa, assolutamente antisportive, che alla lunga potrebbero uccidere la spettacolarità agonistica dei nostri Gran Premi.
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