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Motogp

La KR Proton V5 avanza

il 27/12/2002 in Motogp

Ecco le ultime immagini della cinque cilindri MotoGP realizzata dall'ex campione del mondo Kenny Roberts sr. Il motore è quasi pronto e il telaio pure. Presto sarà in pista

di Luigi Rivola



Kenny Roberts si lamenta del ritardo con cui procede il lavoro, tuttavia la sua Proton KR MotoGP è ormai nel percorso definitivo di assemblaggio.
Queste foto mostrano lo stato dei lavori all'inizio di dicembre 2002: il motore è completato, il telaio pure, gli andamenti e la conformazione degli scarichi sono stati definiti, insomma, il più è fatto.



In questa foto, fatta sullo sfondo della KR3 a due tempi, si vedono i due semicarter che andranno sovrapposti su un piano orizzontale. L' immagine che segue mostra gli stessi semicarter in modo più dettagliato, con in bella evidenza il pozzetto inferiore del lubrificante.



Il motore a cinque cilindri a V è disposto con tre cilindri frontali e due posteriori. La distribuzione è a 4 valvole per cilindro e ciascuna valvola di scarico ha un condotto indipendente. Per questo motivo, il collettore anteriore ha un andamento 6-in-3-in-1 e quello posteriore 4-in-2-in-1. I silenziatori sono quindi solo due: probabilmente uno laterale ed uno sotto la sella.

La struttura del telaio è classica, col doppio trave diagonale in alluminio scatolato che avvolge il motore, perfettamente inserito senza vuoti o sporgenze. Si notano il consistente rinforzo strutturale nella zona critica del cannotto di sterzo, le due bretelle laterali di sostegno frontale del motore e le due piastre collegate al doppio trave superiore, che costituiscono il supporto posteriore del motore e del fulcro del forcellone.



Il forcellone è la parte più impressionante del complesso, essendo, per dimensioni ed imponenza, grande quasi quanto il telaio. Addirittura i bracci, composti da due elementi sovrapposti e uniti per saldatura, sembrano più grandi del doppio trave del telaio.



Il motore è sistemato molto in avanti, come si può notare osservando la distanza fra l'alloggiamento del perno della ruota posteriore sul forcellone, e il motore stesso, ma anche constatando l'angolo assai accentuato con cui i tubi di scarico dei cilindri anteriori escono dalla testata per scendere in verticale, indice questo di poca "luce" disponibile fra l'estremità anteriore del propulsore e la ruota direttrice.

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