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8 Ore di Suzuka: galeotto fu il comando del gas
La HRC ha analizzato la moto di Casey Stoner e ha ammesso che la sua caduta è stata dovuta a un problema meccanico legato al comando del gas. Bene per la franchezza della azienda giapponese, ma resta la anomala frequenza di problemi del genere a Suzuka. Solo sfortuna?
Meticolosi all'inverosimile nell'anticipare i problemi, poco flessibili di fronte agli imprevisti. i giapponesi sono così. Ma se c'è un'altra caratteristica che li distingue, quella è il senso dell'onore e della responsabilità. E così, dopo aver approfondito la natura dell'incidente occorso a Casey Stoner nel suo primo turno alla 8 Ore di Suzuka, la HRC ha prontamente e pubblicamente ammesso che la colpa è stata di un problema meccanico, legato in particolare al cavo di comando del gas.
Resta l'altro aspetto criticabile emerso anche dalle dichiarazioni di Casey, e cioè l'eccessiva durezza delle barriere di protezione e in generale l'inadeguatezza della pista e della gestione gara di Suzuka, già molto criticate in passato per la gestione tutt'altro che impeccabile degli incidenti di Daijiro Kato nel 2003 e ancora recentemente del pilota di F1 Jules Bianchi nel 2014.
Proprio l'incidente occorso a Kato ricorda in modo preoccupante quello di Stoner. Le analogie sono naturalmente casuali, visto che si tratta di moto e di comandi gas completamente differenti (Kato usava uno dei primi sistemi Ride-By-Wire, ancora semi-meccanici); resta il fatto che Suzuka è un circuito che definire sfortunato è poco, e che è stato teatro di molti incidenti inspiegabili, spesso mortali come mostra questa lista. Il Giappone è la patria dell'organizzazione e del miglioramento continuo, ma forse in questo caso varrebbe la pena fare una riflessione in più.
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