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L’Aprilia fuori dalla SBK
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Manca la comunicazione ufficiale ma è ormai certo che la Casa di Noale non prenderà parte al campionato 2003, concentrando le risorse nella MotoGP. Ecco i motivi del ritiro
Alla fine il Moloch MotoGP ha inghiottito anche l’Aprilia e così nel prossimo campionato mondiale SBK la Casa di Noale farà passo. Una decisione che era nell’aria da mesi e che ancora manca dei crismi dell’ufficialità; ma alcuni segnali ben precisi non lasciano spazio a dubbi.
Innanzitutto, è tecnicamente impossibile allestire a questo punto della stagione un team diretta emanzione della Casa.
Mancano piloti (Haga è stato trasferito nella MotoGP e Laconi, suo possibile sostituto, e già in casa, non è mai stato seriamente contattato) e sponsor, il reparto corse è desolantemente fermo e lo sviluppo della RSV mille idem. Difficile se non impossibile anche la presenza di una squadra privata. Primo, perché nessuna struttura seria e professionale si impegnerebbe in questa avventura a due mesi dall’inizio del campionato, senza uno sviluppo della moto; in secondo luogo, perché il prezzo richiesto per la fornitura di due RSV mille e dei ricambi, due milioni di dollari a quanto si sussurra, è fuori dalle possibilità economiche di parecchie squadre, soprattutto in questo periodo di vacche magre per il settore.
A confermare tutte queste considerazioni, le parole dell’ing. Jan Witteveen che, già nel corso della scorsa stagione aveva affermato che “l’Aprilia, se non troverà uno sponsor, non è economicamente in grado di affrontare due campionati ad alto livello e dovrà fare una scelta”. E, a fine 2002, che “se ancora non è stato fatto niente difficilmente si farà, quantomeno a livello ufficiale. Stiamo comunque ancora valutando alcune opzioni, ci sono team inglesi interessati ma soprattutto per il campionato britannico SBK”.
Insomma, rigirandola come si vuole, nessuna Aprilia RSV mille tenterà di fermare il passo della Ducati in un campionato 2003 sempre più dai contorni di monomarca, visto anche la mancanza in forma ufficiale di Honda, Yamaha e Kawasaki.
Ci auguriamo in ogni caso che questa decisione sia stata presa dall’Aprilia consapevole dei rischi che questa comporta. Al di là del logico e massiccio impegno nella MotoGP, con la necessità improcrastinabile di rendere competitiva la RS Cube per motivi di immagine, di orgoglio e di salvezza economica dell’azienda, buttare a mare in qualche mese i notevoli risultati raggiunti nei quattro anni di SBK lascia francamente perplessi.
Risultati più commerciali che sportivi, visto che l’Aprilia ha raccolto sul mercato ben più di quello che ha conquistato in pista. Un esempio su tutti, la continua richiesta di RSV, superiore al numero messo in produzione, e il clamoroso successo della Haga Replica, andata letteralmente a ruba, le cui “scomparse” dalla scena sportiva non giovano certo all’immagine. Questo, a fronte di soli otto successi raccolti nelle gare (7 di Corser e 1 di Laconi) e di un’eterna indecisione a livello dirigenziale sul quanto impegnarsi che ha creato spesso confusione tra chi doveva operare sul campo, finendo per perdere “pezzi” importanti come è successo con l’ing. Bernicchia.
Nonostante tutto questo l’Aprilia è entrata nei cuori e nei garage di tanti appassionati, che non sono solo lo zoccolo duro della SBK, ma anche coloro che mettano mano al portafoglio per comprare.
D’altra parte è anche vero che l’azienda non naviga in acque floridissime e anche in un campionato depauperato come quello 2003 ci vogliono risorse importanti per essere competitivi, e non si tratta di bruscolini.
Per fare una stagione al top servono infatti almeno dai 4 ai 5 milioni di euro e senza uno sponsor importante non si va da nessuna parte. Siamo però convinti che l’Aprilia avrebbe potuto distoglierne una parte dalla MotoGP, per le considerazioni sopraesposte; e uno sponsor di rango si sarebbe anche potuto trovare, muovendosi per tempo e avendo la convinzione di farlo.
Scelte aziendali non hanno avvallato questa strada.
Quanto durerà questa separazione dalla SBK? L’arrivo della nuova bicindrica e il cambiamento del regolamento, con il ritorno quasi certo delle Case giapponesi in forma ufficiale, dovrebbe consigliare il rientro nel 2004. Ma certi silenzi provenienti da Noale non possono non suscitare qualche perplessità.
A confermare tutte queste considerazioni, le parole dell’ing. Jan Witteveen che, già nel corso della scorsa stagione aveva affermato che “l’Aprilia, se non troverà uno sponsor, non è economicamente in grado di affrontare due campionati ad alto livello e dovrà fare una scelta”. E, a fine 2002, che “se ancora non è stato fatto niente difficilmente si farà, quantomeno a livello ufficiale. Stiamo comunque ancora valutando alcune opzioni, ci sono team inglesi interessati ma soprattutto per il campionato britannico SBK”.
Insomma, rigirandola come si vuole, nessuna Aprilia RSV mille tenterà di fermare il passo della Ducati in un campionato 2003 sempre più dai contorni di monomarca, visto anche la mancanza in forma ufficiale di Honda, Yamaha e Kawasaki.
Ci auguriamo in ogni caso che questa decisione sia stata presa dall’Aprilia consapevole dei rischi che questa comporta. Al di là del logico e massiccio impegno nella MotoGP, con la necessità improcrastinabile di rendere competitiva la RS Cube per motivi di immagine, di orgoglio e di salvezza economica dell’azienda, buttare a mare in qualche mese i notevoli risultati raggiunti nei quattro anni di SBK lascia francamente perplessi.
Risultati più commerciali che sportivi, visto che l’Aprilia ha raccolto sul mercato ben più di quello che ha conquistato in pista. Un esempio su tutti, la continua richiesta di RSV, superiore al numero messo in produzione, e il clamoroso successo della Haga Replica, andata letteralmente a ruba, le cui “scomparse” dalla scena sportiva non giovano certo all’immagine. Questo, a fronte di soli otto successi raccolti nelle gare (7 di Corser e 1 di Laconi) e di un’eterna indecisione a livello dirigenziale sul quanto impegnarsi che ha creato spesso confusione tra chi doveva operare sul campo, finendo per perdere “pezzi” importanti come è successo con l’ing. Bernicchia.
Nonostante tutto questo l’Aprilia è entrata nei cuori e nei garage di tanti appassionati, che non sono solo lo zoccolo duro della SBK, ma anche coloro che mettano mano al portafoglio per comprare.
D’altra parte è anche vero che l’azienda non naviga in acque floridissime e anche in un campionato depauperato come quello 2003 ci vogliono risorse importanti per essere competitivi, e non si tratta di bruscolini.
Per fare una stagione al top servono infatti almeno dai 4 ai 5 milioni di euro e senza uno sponsor importante non si va da nessuna parte. Siamo però convinti che l’Aprilia avrebbe potuto distoglierne una parte dalla MotoGP, per le considerazioni sopraesposte; e uno sponsor di rango si sarebbe anche potuto trovare, muovendosi per tempo e avendo la convinzione di farlo.
Scelte aziendali non hanno avvallato questa strada.
Quanto durerà questa separazione dalla SBK? L’arrivo della nuova bicindrica e il cambiamento del regolamento, con il ritorno quasi certo delle Case giapponesi in forma ufficiale, dovrebbe consigliare il rientro nel 2004. Ma certi silenzi provenienti da Noale non possono non suscitare qualche perplessità.
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