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Tricolori 2002: Alessandro Valia
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Il nuovo campione italiano della Superstock non è un ragazzino ma non ha abbandonato i sogni di gloria: correre il mondiale SBK. E’ amico di Reggiani e Lucchinelli, tifa per Biaggi
Una vita da mediano? No, da ragioniere. Che detto così potrebbe sembrare un’offesa per la categoria qual invece non è. Perché Alessandro Valia, neocampione italiano Superstock con la Ducati 998, di mestiere vero fa proprio il ragioniere, a Bologna, dove è nato e vive. E’ quello che gli permette non solo di mangiare ma soprattutto di continuare a seguire la sua "costosa" passione, che è naturalmente la moto.
Una passione che lo tiene impegnato appena ha un attimo di tempo libero e per fortuna che è un libero professionista altrimenti sarebbero guai nel chiedere i permessi.
Alessandro Valia però non è un ragioniere quando scende in pista. Gli piace attaccare, lo esalta il confronto diretto con l’avversario. Però a volte la sua natura di “calcolatore” riemerge ed allora eccolo badare a portare a casa solo quanti più punti possibili. E’ così che è riuscito a conquistare il suo primo titolo tricolore Superstock in sella alla Ducati 998, battendo due piloti agguerriti e di belle speranze come Gianluca Vizziello e Lorenzo Alfonsi.
Valia, il mondo delle moto lo ha cominciato a digerire molto presto. Suo padre è stato un apprezzato fotografo del motomondiale e spesso si portava dietro il giovanotto.
”Non ho storie particolari da raccontare – confessa il bolognese -. So solo che quel mondo mi affascinava tantissimo”.
- Ti ricordi di qualche pilota in particolare?
”Mio padre era molto amico di Marco Lucchinelli e anch’io lo sono diventato. Anche con Loris Reggiani. Da quando ho iniziato a correre è sempre stato prodigo di consigli e all’esordio nelle gare mi ha dato lui casco e tuta”.
- Quando è stata la prima volta?
”Avevo 14 e una Aprilia 125 per correre la Sport Production. Una categoria nella quale sono rimasto fino al ‘94”.
- Un po’ troppo tempo per sperare di fare carriera. Colpa dei risultati mancati?
”A dire la verità, mi sono incapponito nel rimanere nella 125, perché mi ci trovavo troppo bene. Certo i risultati non sono stati eccezionali ma per sondare, oltre alla bravura e alla fortuna, ci vogliono i soldi o le conoscenze giuste. E io non avevo ne gli uni né le altre”.
- In quegli anni hai corso con qualche pilota che poi si è affermato a livello mondiale?
”Ho avuto il piacere di gareggiare insieme a Biaggi e Rossi. Max ha dimostrato subito di avere una marcia in più rispetto a tutti gli altri e forse per questo che sono divenatato suo tifoso; Valentino non mi era sembrato invece un fuoriclasse ma poi i fatti mi hanno clamorosamente smentito”.
‘Volevo vincere il titolo Superstock’
- Quindi sono seguiti sette anni nella SP 600.
”Ho corso tre anni con la Honda e quattro con la Ducati. Il miglior piazzamento l’ho ottenuto due anni fa quando ho chiuso il campionato al quinto posto dopo essere stato a lungo in lotta con Stefano Cruciani”.
- Veniamo alla storia recente. L’anno scorso hai corso con la Ducati in Supersport mentre quest’anno sei passato alla Superstock. Qual è stato il motivo di questa scelta?
”La 748 non era più competitiva ma io non volevo abbandonare la Ducati. L’unica soluzione era quindi correre la Superstock con la 998 e mi sembra di aver azzeccato la scelta”:
- Un titolo tricolore a sorpresa visto che non venivi indicato tra i favoriti.
”Ma io mi consideravo tale. Sono partito per vincere e, nonostante qualche problema di motore a metà stagione, sono riuscito a portare a casa questo titolo vincendo anche due gare, a Imola e Misano”.
- Motociclisticamente parlando non sei più un ragazzino: hai notato qualche giovane che possa ripercorrere le gesta di Biaggi e Rossi?
”Mi sembra che al momento non ci sia nessuno all'orizzonte, almeno tra quelli che conosco io. Sicuramente Vizziello è però un pilota interessante”.
- E’ così dura la vita del pilota privato?
”Sicuramente. Devi imparare in fretta l’arte di arrangiarti e di risparmiare altrimenti non vai da nessuna parte. La mia squadra è composta da tre ragazzi con tantissima passione e nulla più. Per questo un risultato come questo vale oro”:
- Hai già riposto ogni ambizione oppure no?
”Non mi piace correre tanto per fare. Il mio obiettivo è gareggiare nella SBK ma non ho trovato il budget necessario. Spero invece che la Ducati mi dia una mano il prossimo anno per correre nella Supersport con la 749: negli ultimi anni sono stato fedelissimo alla marca e mi auguro che lo tengano in considerazione”.
- Tutto diviso tra ufficio e moto, ti rimarrà poco tempo per le altre cose.
“E’ così. Ma ho un’altra passione, le auto. Non corro ma possiedo un’Audi elaborata con la quale giro. Ho modificato centralina, scarichi e sospensioni. E’ una bomba, dovreste vedere che meraviglia che è”.
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