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Manuel Poggiali

il 02/11/2001 in Altri sport

Ritratto del nuovo campione del mondo della 125 che ha portato il titolo alla Repubblica di San Marino. E poi un bellissimo album fotografico, con le foto di Manuel bambino.

Manuel Poggiali


di Marco Masetti, foto Gigi Soldano





Negli Anni ’70 le corse internazionali che si disputavano in riva all’Adriatico, a Modena e a Monza, avevano regolarmente al via un corridore di San Marino. Il suo nome era Salvatore Berti, le sue moto una Matchless 500 G50 e una Bultaco TSS 250, ma lo conoscevano in pochi perché i risultati agonistici erano piuttosto scarsi.

Adesso c’è Manuel Poggiali, primo pilota della Repubblica del Titano ad essere riuscito a far suonare l’inno nazionale di San Marino sul podio del motomondiale. E questo è un grave problema, visto che nessuna band lo conosce e sui CD con gli inni di tutto il mondo, dotazione indispensabile di ogni circuito, non c’è. Ora tutti lo hanno dovuto comprare, per fortuna che su internet si trova di tutto.




Da uno che è nato il 14 febbraio ti aspetti che sia un rubacuori e invece Manuel è nato sotto il segno della pantofola. Va a letto alle 9 di sera, cascasse il mondo e non perché abbia ricevuto ordini superiori da qualcuno ma perché gli piace così.
La discoteca non fa per lui, e questo può sembrare strano per uno che abita a 20 chilometri da Rimini, almeno per chi viene da fuori Riviera. Infatti, sono tanti gli abitanti del luogo che, piuttosto che entrare nella bolgia, stanno a casa a giocare con la playstation, o a guardare la tv o si dedicano al liscio e alla briscola (se l’età non è più verde).
Manuel è uno di quelli che non fuma, non beve e va in palestra tre volte la settimana. Che gioca a calcio appena può, che sogna di costruirsi una casa per starci con tutta la famiglia a due passi dal Monte Titano, dai Capitani Reggenti, da quella San Marino nella quale sta tanto bene. Che non sia un tipo amante dell’incerto lo si vede ai gran premi europei, quando, appena la gara è finita, non vede l’ora di fiondarsi in direzione casa, ovvero in famiglia. Una mamma, una sorellina, un padre che lo ho fatto appassionare alle moto fin dalla più tenera età e che oggi non c’è più.

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Non prendetelo in giro perché è casalingo e ha una ragazza fissa da tre anni: il capofamiglia è lui, ad un’età nella quale di solito non si deve pensare a questo. Poggiali ha come pilota preferito Valentino Rossi, ma Carletto Pernat dice che somiglia a Biaggi da giovane. A mio giudizio invece non somiglia a nessuno, è Poggiali e basta. Pignolo, maniaco dei dettagli, non sopporta chi gli succhia la scia, ma quando la gara si decide negli ultimi metri è l’uomo dalla volata d’oro. Vince di 33 millesimi, addirittura di 11, soffia la seconda piazza per un’altra inezia. I suoi punti pesanti, diciamo pure buona parte del suo titolo, arrivano in meno di un secondo.
Ma il nostro Manuel ha un’altra caratteristica che lo rende unico: è pilota ufficiale – il solo per il momento – di una Casa che ha conquistato fama vincendo titoli mondiali di velocità, ma che da quarantatre anni ne è a digiuno, una Casa, la Gilera, che appartiene al Gruppo Piaggio. Alta finanza quindi, non un semplice e casereccio racing team!




I mezzi contano e la moto nuova, arrivata a metà stagione con un motore costato un miliardo, ha fatto la differenza. Ma non c’è solo questo dietro al successo di Manuel.
Due uomini su tutti: Giampiero Sacchi, il team manager che ha avuto alle dipendenze di tutto e di più, basti citare i gioielli Rossi, Biaggi e Capirossi. Uno che viene da Terni, la città di Libero Liberati, ultimo campione del mondo con la Gilera nel 1957, che abita in Spagna e dice di sé: “Sono un team manager, questo è il mio lavoro e non mi interessa altro”. La squadra (tecnico austriaco, meccanici in prevalenza umbro-marchigiani) si chiama DRD (Derbi Racing Division) ed è sua, anche Manuel ha il contratto con lui. Per altre due stagioni.
E poi c’è Carlo Pernat che ritorna fuori. Lui, tra le tante attività lucrose, è un consulente Gilera. Contattato da manager cravattati, ha portato subito sulla strada giusta il vecchio marchio. Nella trattativa deve aver detto frasi semplici e cifre robuste (come è nella sua tradizione), senza usare termini tecnici e di moda. Ma li ha messi nella direzione giusta, cioè li ha portati da Sacchi, quindi da Poggiali.
Se volete fare i complimenti a Manuel, quest’anno li ha davvero meritati, entrate nel suo sito (www.manuelpoggiali.com) e lasciate un messaggio. Incredibile ma vero, vi risponderà in breve tempo. Lui le promesse le mantiene, come quella fatta al padre Claudio (scomparso nel 1999 per una malattia): “Vincerò una gara mondiale” e quando lo ha fatto ha detto solo: “Ho mantenuto la promessa”. E tutti hanno capito che in quel momento Manuel era diventato il capofamiglia.

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Manuel Poggiali
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