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Convegno “Mobilità e micromobilità: una convivenza possibile”

La micromobilità cambierà il modo di muoversi nelle metropoli di oggi e in quelle di domani. Si tratta di un percorso già tracciato, in buona parte evidente, impossibile da ostacolare. Si tratta solo di governarlo nel migliore dei modi. Ma come monopattini elettrici, hoverboard, monoruota e via discorrendo si integreranno nell’ecosistema dove convivono – non senza problemi – auto, moto, bici e veicoli pesanti, assieme al trasporto pubblico? Come la multimodalità potrà cambiare nel prossimo futuro grazie a questi nuovi attori? Di questo e molto altro abbiamo discusso nel workshop “Mobilità e micromobilità: una convivenza possibile”, ultimo appuntamento del 2019 per quanto riguarda l’evento “La sicurezza è per tutti” organizzato da Dueruote e Volvo.

I partecipanti al workshop. Alla tavola rotonda che si è tenuta al Volvo Studio di Milano hanno partecipato diversi attori, in rappresentanza delle varie istanze e delle varie sfaccettature che il tema presenta. Il confronto ha visto i contributi di Michele Moretti (responsabile rapporti istituzionali di ANCMA), Pietro Meda (vicepresidente ACI Milano), Gian Franco Nanni (ad di Askoll Eva), Andrea Giaretta (general manager Dott Italia), Luca Santambrogio (amministratore di Helbiz Italia) e Renato Avagliano (Regional Head of Sales Southern Europe di Allianz Partners). Tanti protagonisti per un confronto acceso, franco e molto concreto.

I temi trattati. Il convegno è arrivato in un momento caldissimo per il settore della micromobilità in Italia: le sperimentazioni autorizzate in due grandi realtà come Milano e Torino secondo i dettami del decreto ministeriale dello scorso giugno, e soprattutto l’emendamento che equipara i monopattini elettrici alle biciclette e che spariglia la situazione, creando un corto circuito legislativo e normativo difficile da districare. Noi abbiamo provato a trovare il bandolo della matassa mettendo al centro il tema della sicurezza, esigenza al primo posto per gli utenti della strada.

Verso una liberalizzazione? Per Luca Santambrogio, amministratore di Helbiz (una delle tre società autorizzate a ripartire con la sperimentazione dei monopattini in sharing anche a Milano), le possibilità offerte dalla circolazione dei mezzi di micromobilità tendono a risolvere moltissimi problemi legati al traffico: “Demonizzare questi mezzi non serve a nulla, anzi vanno incentivati per decongestionare le aree urbane e facilitare la mobilità del cosiddetto ultimo miglio. Certo, esiste un problema legato al modo in cui gli utenti utilizzano questi mezzi, per cui il nostro compito è quello di promuovere una buona educazione stradale tra chi noleggia i nostri monopattini. Detto questo, è necessario che tutti gli attori in campo si mettano attorno a un tavolo per discutere di regole condivise e valide per tutti, e che non penalizzino troppo un settore in rapida espansione”. Dello stesso avviso Andrea Giaretta, general manager di Dott, che si dice fiducioso per un futuro ingresso della sua società nel novero di quelle autorizzate dal Comune di Milano: “Se passasse questo emendamento il servizio dei monopattini in sharing avrà una brusca accelerazione. Questo sarà un fatto molto positivo, perché permetterà a questo tipo di mobilità di uscire dal perimetro del centro, in cui è stato finora confinato, per estendersi anche alle periferie. Immagino che la micromobilità sia anche democratica e punti a unire la città, non a dividere il centro dalla periferia”.

Sicurezza al centro. ANCMA è l’associazione che rappresenta i produttori di cicli, moto e accessori. E da qualche tempo integra al suo interno pure qualche produttore di monopattini elettrici. Tuttavia l’associazione non ha mancato di sottolineare come il rischio di una diffusione selvaggia di questi mezzi esista: “Difficile pensare di equipararli alle bici – dice Michele Moretti, responsabile rapporti istituzionali - perché il loro baricentro e le dimensioni delle ruote sono troppo differenti per pensare che questi abbiamo gli stessi standard di sicurezza. Inoltre al giorno d’oggi non esistono norme e standard costruttivi armonizzati che stabiliscano quali caratteristiche deve avere un monopattino elettrico. Il rischio è che si diffondano prodotti poco sicuri non tanto tra le società che operano nello sharing, il cui interesse è anzi quello di offrire prodotti più che sicuri ai propri clienti, quanto tra la clientela privata che fa acquisti sui marketplace online”. Una paura condivisa anche da Gian Franco Nanni, ad di Askoll, società vicentina leader nella produzione di scooter elettrici che da poco si è introdotta nel promettente mercato dei monopattini per lo sharing: “La concorrenza cinese ci fa paura, ma noi dobbiamo essere in grado di rispondere a questa con l’unica arma che abbiamo a disposizione, la qualità e la tecnologia del made in Italy”.

Tutelare la salute. Sin dall’inizio, ossia da quando nel capoluogo lombardo si sono diffusi i servizi di sharing approfittando del vuoto legislativo che ha preceduto l’introduzione del decreto micromobilità, ACI Milano ha sollevato l’attenzione sulla questione sicurezza. L’esperienza francese (Oltralpe si sono registrati i primi morti dovuti a un uso sconsiderato del monopattino elettrico) ha fatto sì che l’Automobile Club mettesse in guardia da eventuali pericoli: “Le nostre città sono nate in epoca romana e non sono progettate per il traffico veicolare, questo è un elemento che non possiamo nascondere – dice Pietro Meda, vicepresidente ACI Milano – l’amministrazione stessa ha avuto grosse difficoltà a costruire una rete di piste ciclabili. Adesso la questione del monopattino solleva molti ordini di problemi, in primo luogo legati alla convivenza di questi mezzi. Il rischio di una eventuale equiparazione monopattino-bici è che le nostre strade siano invase da questo tipo di mezzi e che i sinistri stradali aumentino, non necessariamente per colpa dei monopattini ma di un inevitabile affollamento della sede stradale. In più, in un contesto normativo come quello attuale, si rischia una diffusione smodata e irregolare dei monopattini elettrici, soprattutto tra la clientela privata”.

Tutti insieme in armonia. La questione sicurezza si intreccia a quella più strettamente legata alla copertura assicurativa. “Con la multimobilità odierna – ha detto Renato Avagliano di Allianz Partners – non conta più quale mezzo si guida, ma chi lo conduce. Al giorno d’oggi chi usa il treno e l’auto per gli spostamenti di medio-lungo raggio si serve anche dello sharing di autovetture, delle bici o dei mezzi pubblici. E in futuro anche del monopattino. E ha bisogno di essere tutelato indipendentemente dal mezzo che usa. Cercare di fermare un oggetto in rapido mutamento come la mobilità è impossibile, si tratta solo di interpretare al meglio fenomeni complessi e articolati come questi. Pensiamo solo che in un futuro che è già oggi, all’uomo in quanto conduttore di mezzi si affianca l’algoritmo, l’intelligenza artificiale della guida autonoma. E questa, per noi compagnie di servizi e assicurative, rappresenta la sfida più ambiziosa e difficile. Si tratta di far convivere uomini e tecnologie in grado di spostare simultaneamente mezzi diversi. E in un contesto sempre più elettrificato, come quello delle città del futuro, il quadro sarà ancora differente”.

Parlare di sicurezza non significa dialogare solo con chi stringe un volante o impugna un manubrio bensì coinvolgere tutti coloro che si trovano per strada, dai pedoni ai ciclisti fino ai più piccoli a bordo dei loro passeggini.

La Sicurezza è per tutti. Mai come in questi ultimi anni il tema della sicurezza è diventato centrale per la nostra società. Si parla di prevenzione, attenzione e rispetto delle regole in ogni mondo. Ad ogni età.

Parlare di sicurezza non significa dialogare solo con chi stringe un volante o impugna un manubrio, bensì coinvolgere tutti coloro che si trovano per strada, dai pedoni ai ciclisti fino ai più piccoli a bordo dei loro passeggini. A tal proposito Dueruote insieme a Volvo Car Italia, filiale nazionale della Casa automobilistica svedese da sempre sinonimo di sicurezza e di impegno nella ricerca, giovedì 27 giugno hanno organizzato un doppio appuntamento a Milano. Un workshop pomeridiano per i bambini e un talk serale per i più grandi, intitolato “La Sicurezza è per tutti”.


Spazio ai più piccoli

Le porte del Volvo Studio di Milano si sono aperte alle 17.30 per accogliere i più piccoli, c’era anche chi muoveva i primi passi, in un pomeriggio “fuori dalle regole per imparare le regole”. Zucchero filato, piste di macchinine elettriche ma anche segnali stradali e giochi didattici sulla mobilità e un albero ai cui rami tutti i bambini hanno appeso il loro bigliettino con scritto il significato della parola sicurezza. Tocco di colore: le loro manine, appositamente “sporcate” con i colori preferiti, hanno anche dipinto un’eccezionale tela: una Volvo XC60 sul cui tettuccio era possibile ammirare una bicicletta d’adulto e una bici per bambini, pronte per partire per le vacanze.

Sicurezza per tutti

La bici poi è stato uno degli argomenti caldi del talk serale moderato dal vicedirettore di Quattroruote Fabio De Rossi e da Roberto Ungaro di Quattroruote. Convegno che ha riunito un parterre di esperti d’eccezione a partire da Cristian Lancellotti direttore di Dueruote e promotore dell’evento aperto al pubblico, al cui fianco si sono schierati gli altri direttori di Editoriale Domus – Gian Luca Pellegrini (Quattroruote), Carlo Di Giusto (vice direttore di Ruoteclassiche), Walter Mariotti (Domus), Marco Casareto (Meridiani), Raffaele Bonmezzadri (caporedattore di Tuttotrasporti). Tutti insieme per parlare di sicurezza a due, tre, quattro e “multi-ruote” sia nell’ambito cittadino che extra urbano. Tutti uniti nel ribadire che il tema della sicurezza è un tema sociale, un obbligo per tutti e verso tutti.

Punti di vista diversi, un solo obiettivo

Se per Walter Mariotti la città è il luogo della sicurezza per antonomasia dove devono sussistere delle garanzie che altrove non possono essere riscontrate, per Marco Casareto il tema della sicurezza va oltre la strada. Il discorso mobilità va infatti esteso ai percorsi di montagna, dove sempre più spesso i camminatori si trovano a condividere sentieri e percorsi con folti gruppi di ciclisti. Educare al rispetto delle regole, all’uso del casco e alla convivenza sui sentieri di ciclisti e camminatori è la via da seguire, partendo proprio dai più piccoli.

Carlo Di Giusto ha fatto un salto nel tempo analizzando l’evoluzione della sicurezza stradale nel mondo dell’auto, dall’avvento della cintura di sicurezza all’airbag. Ricordando che proprio il 13 agosto si celebrerà il 60° anno da quando è stata consegnata la prima vettura con cintura a tre punti di attacco (primo esemplare di cintura di sicurezza), installato proprio su una Volvo. Questa invenzione ha cambiato il concetto di sicurezza salvando oltre 1 milione di vite umane.

Parlare di sicurezza significa anche parlare di veicoli pesanti, i cosiddetti “elefanti nella cristalleria” come li ha simpaticamente definiti Raffaele Bonmezzadri di Tuttotrasporti che ha poi spiegato come la tecnologia applicata ai mezzi pesanti sia decisamente sviluppata e all’avanguardia ma risulti penalizzata dall’anzianità del parco circolante (in media 15 anni) rendendo quindi di fatto il processo innovativo molto più lento rispetto a quello che caratterizza l’automotive e il mondo delle due ruote.

“Parlare e confrontarsi sul tema della sicurezza è oggi più che mai necessario. Farlo pensando ai più piccoli è un dovere perché rappresentano il nostro futuro, che dobbiamo formare e preservare da tutti i rischi ancora oggi presenti sulla strada. In tal senso Volvo, da sempre impegnata nel rendere le auto e le strade più sicure per tutti gli utilizzatori, è un prezioso e fondamentale compagno di viaggio”

- Cristian Lancellotti

Cristian Lancellotti ha proseguito parlando della pericolosità della segnaletica orizzontale sulle nostre strade, tema affrontato con un’inchiesta da Dueruote, passando poi a ripercorrere la storia dell’airbag per motociclisti, dai primi prototipi a quelli dei piloti e analizzando anche i passi avanti fatti sui dispositivi di sicurezza attiva come i radar.

“La sicurezza stradale non è una scelta, ma un obbligo”

- Gian Luca Pellegrini

Così ha aperto il suo intervento conclusivo Gian Luca Pellegrini direttore di Quattroruote. Parlare di sicurezza poi vuole dire anche consapevolezza degli incidenti, ci sono ogni anno 25 mila vittime della strada in Europa. 3.500 solo in Italia. Tantissime. Ma nel 1972 erano ben 11 mila. Significa che molto è stato fatto, sia sotto il profilo comportamentale sia sotto quello tecnologico sia attivo che passivo. Un esempio: gli ADAS e tra questi, l’esclusivo sistema Cyclist Detection di Volvo. “La tecnologia serve e servirà ancora solo se tutti possono permettersela”, ha poi aggiunto:

“La sicurezza stradale è anche un tema sociale. La riduzione degli incidenti passa anche dai comportamenti, vanno modificati e per questo c’è bisogno sempre più di educazione stradale. E poi certo c'è la tecnologia che dà un contributo fondamentale, sia quella attiva sia quella passiva”

- Gian Luca Pellegrini

La sicurezza stradale inoltre passa anche dalle infrastrutture: “Non possiamo avere le macchine del futuro su strade del passato”. Per Pellegrini, così come per tutti gli interlocutori del talk: “Il problema non è solo la velocità ma dove si applica la velocità”: un pilota può essere eccezionale ma sulle strade di tutti deve rispettare le regole come tutti.

A ribadire l’importanza dei sistemi ADAS è stato anche Edoardo Galatola, Responsabile Sicurezza e rapporti con il Parlamento di FIAB (Federazione Italiana Ambiente Bicicletta) che ha sottolineato il valore di tali sistemi nel coadiuvare l’uomo alla guida cercando di difendere le categorie più deboli, ciclisti in primis. Galatola ha anche spiegato come la mobilità a due ruote sia in forte aumento vista anche la diffusione delle bici a pedalata assistita: “più bici, più sicurezza”. Al contempo nelle città, in Italia, la mortalità è leggermente maggiore che nel resto dell’Italia motivo per cui c’è ancora molto da fare in termini di sicurezza.

Attenzione, rispetto e prevenzione: è importante parlare di sicurezza in modo trasversale coinvolgendo le nuove generazioni, autisti e ciclisti di domani, oggi pedoni a volte inconsapevoli dei rischi che corrono. Il pomeriggio/serata al Volvo Studio è solo il primo di una serie di eventi sul tema. Rimanete sintonizzati