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Prove della redazione

Piaggio Vespa 125 S

Marco Zamponi il 31/07/2012 in Prove della redazione
Piaggio Vespa 125 S
Piaggio Vespa 125 S
124 cc / 7,65 kW (10,3 CV) / 1 cilindro oriz. / Euro 3
€ 3.400 c.i.m.

Con la versione «S» la Piaggio rende omaggio alle mitiche Vespa degli Anni 60 e 70 che hanno accompagnato oltre due generazioni di scooteristi

Giubbetto in renna scamosciato, sciarpetta e, di rigore, due-tre «doppie» di giornale ben piegate sotto la camicetta per proteggere il pancino dal vento. Altro che le moderne giacche hi-tech dei nostri giorni: il classico rimedio del nonno rimaneva sempre il più efficace. Ed era anche economico, il che non guastava. Controindicazioni? Solo una... il colore. La qualità della carta dei quotidiani era quella che era, così come minimo si tornava a casa puzzolenti di petrolio e al peggio con l'editoriale stampato sulla canotta della salute. Ma meglio un po' d'inchiostro che soffrire il freddo.

Di Vespa in Vespa

Altri tempi, altri uomini... E di certo altre Vespa. Tra la Special di quegli anni e questa moderna rivisitazione, di asfalto ne è passato sotto le pedane. Essenziale, al limite della nudità la prima; quasi un giocattolone la seconda che nel tempo ha perso il cambio a manopola, sostituito dal variatore e il freno a pedale, spostato sul manubrio sinistro. È comparsa anche la plastica - fino a dieci anni fa un tabù per le Vespa - utilizzata per dar forma allo scudo e al manubrione che ripropone lo storico faro rettangolare, marchio di fabbrica della Special Anni 70. Plastica sì, proprio come tutti gli scooter moderni, ma applicata su un altro «must» delle Vespa, il telaio monoscocca in acciaio, soluzione tecnica ancora unica. È comparso il cavalletto laterale, un after market per i modelli di allora, quasi un pericolo per la nuova «S», per via della molla dal ritorno troppo rapido: basta un urto allo scooter parcheggiato per far rientrare la stampella. Delle precedenti versioni, questa «S» ha mantenuto però il doppio sistema di avviamento, elettrico e a pedale, soluzione che torna sempre comodanelcasolabatteria faccia i capricci.

Comoda come allora

Anche la posizione in sella non è cambiata di molto. Nonostante le dimensioni contenute, lo spazio a bordo non manca, anche per i più alti che godono di un'ergonomia di seduta ben studiata. Sella e pedane sono alla giusta distanza e il retroscudo, anche se un po' scarno con solo due piccole «tasche» a vista, è poco ingombrante. Il passeggero non gode di gran comfort, per via delle pedane troppo corte e strette per offrire un buon appoggio, a cui si aggiunge la mancanza di un valido appiglio dove assicurarsi. Scomodi sono anche i comandi elettrici, belli da vedere così incastonati nella scocca del manubrio, ma troppo lontani dalle manopole . Il tachimetro, poi, è preciso quanto quello delle Fiat 124 truccate con i motori dell'Alfetta 2000 che giravano negli Anni 70, con la lancetta che faceva il «doppio giro» perché non ci stava nel fondo scala. Sulle nuove Vespa, a manetta, la lancetta si appoggia regolarmente sulla «S» raffigurata sul quadrante. Pochi scooter sono maneggevoli come la Vespa: nelle manovre da fermo la si sposta senza troppo faticare e in movimento, nello stretto, lo sterzo sembra quasi galleggiare, tanto è leggero. Merito del peso ridotto, del baricentro basso e di una distribuzione dei pesi fortemente spostata sul retrotreno, a cui va aggiunto un raggio di sterzo molto ridotto che permette di zigzagare senza difficoltà anche negli spazi più angusti. L'uso delle ruote di piccolo diametro - passato nel corso degli anni da 10' a 11' fino ai 12' della famiglia GTV/ S - enfatizza ulteriormente l'elevata agilità di base. Basta il pensiero e in un baleno ci si ritrova in curva sulla traiettoria desiderata, tanto che sulle prime si resta un po' spaesati per la velocità con cui l'avantreno «cade» verso l'interno. Il maggior peso spostato sul posteriore si avverte per il lieve «ritardo» da parte della coda nel seguire l'avantreno e per una certa leggerezza della ruota anteriore quando si affrontano le curve più veloci. La sensazione di «ritardo» si enfatizza nei cambi di direzione, dove si avverte una lieve disarmonia tra i due assi. Bisogna quindi adottare uno stile pulito, fatto di movimenti rotondi, ed evitare le buche più profonde, mal digerite dal telaio, piuttosto rigido, e dalle sospensioni, tarate sul morbido per offrire il massimo del comfort di guida. Un appunto va fatto alla forcella che, come in passato, affonda troppo in fretta. Ci teniamo però a precisare che la sensazione di leggerezza dell'avantreno non riduce né la sicurezza, né il piacere di guida. Quest'ultimo è enfatizzato dal motore la cui erogazione dolce non spaventa, anche perchè la potenza espressa non è molta. Nonostante questo, la Vespa S 125 non va più piano delle «sorelle» GTS/V che adottano, invece, motori più moderni con qualche CV in più e dotati dell'iniezione elettronica. Contro di loro, la «S» paga uno spunto da fermo più debole, ma si rifà con consumi più contenuti. In ultimo la frenata, storicamente punto debole per le Vespa. Il freno a disco (solo all'avantreno per la Vespa S 125) ha innalzato, con la sua forza e dosabilià da riferimento, il livello di sicurezza, affiancato dal tamburo posteriore, affidabile e resistente alla fatica.
Presentata nel 1966 come Nuova 125, fu prodotta sino alla fine 1982 in diverse versioni. La sua uscita di scena coincise col periodo più difficile della Piaggio. La Vespa nacque nel 1946 con una bella carrozzeria, piuttosto abbondante, piena di giunoniche curve e capace di ospitare, tra selle, pedane e spazio libero sopra il tunnel, anche un'intera famiglia- tipo: marito (pilota), moglie (passeggera seduta all'amazzone) e due figli: uno (il più piccolo) fra moglie e marito, l'altro in piedi dietro lo scudo e aggrappato al manubrio. Poi esplose il miracolo economico, nel 1956 la Fiat lanciò la Seicento e nel 1958 la Cinquecento. La famiglia media italiana a quel punto passò alle più ospitali quattro ruote. E la Vespa, dopo essersi proposta in veste sportiva, elegante, raffinata, divenne anche più affusolata, più snella, più piccola, più giovane. Nel 1964 venne la Vespa 50 a sconvolgere il branco dei teen ager e due anni più tardi, con la stessa carrozzeria «mini» fu presentata la Nuova 125, prima versione di questa cilindrata con motore a cilindro inclinato di 45°. Rimase comunque in produzione anche la gamma «grande» con motore a cilindro orizzontale. Alla fine del 1967 nacque la Vespa Primavera, versione più raffinata della «Nuova 125». Ebbe un grande successo fra i giovani e anche fra i... ladri. Essendo infatti somigliantissima alla 50, nelle grandi città era molto frequente che venisse rubata per poi circolare senza targa, potendo anche sfuggire facilmente ad ventuali controlli grazie alla brillantezza del suo motore. La Vespa Primavera rimase in listino fino alla fine del 1982 nella versione originale, quindi in quella «elettronica» a tre travasi (ET3, dal 1976). La Vespa piccola non scomparve però con la Primavera, ma proseguì nella serie PK che non ebbe però altrettanto successo e acuì un momento di grande crisi della Piaggio, sfociato alla fine del 1987 nel disastro «Cosa».

Dati Tecnici

 
Piaggio
Vespa 125 S

Motore

monocilindrico orizzontale a 4 tempi, raffreddamento ad aria; alesaggio per corsa 57,0x48,6 mm; cilindrata 124,0 cc. Distribuzione monoalbero a camme in testa e 2 valvole per cilindro. Alimentazione a carburatore da 32 mm. Capacità serbatoio carburante 8,6 litri. Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

frizione automatica centrifuga a secco, cambio a variatore automatico.

Ciclistica

scocca portante in lamiera di acciaio; sospensione anteriore, monobraccio con molla elicoidale; sospensione posteriore, a gruppo motore oscillante e monoammortizzatore regolabile nel precarico della molla. Cerchi: anteriore 2,50x11”, posteriore 3,10x10”. Pneumatici: anteriore 110/70-ZR11, posteriore 120/70- ZR10. Freni: anteriore a disco in acciaio da 200 mm e pinza a 2 pistoncini, posteriore a tamburo da 110 mm.

Dimensioni

lunghezza 1800, larghezza 740, altezza sella 785, interasse 1280. Peso a secco 110 kg.

Prestazioni

potenza massima 7,65 kW (10,3 CV) a 8250 giri, coppia massima 9,6 Nm (0,98 kgm) a 7250 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

Nonostante la Vespa S 125 disponga della versione raffreddata ad aria del motore LEADER di 124 cc, riesce a strappare prestazioi simili alla (poco) più potente versione a liquido che equipaggia la famiglia delle GTV/S. Merito soprattutto dei 34 chili in meno rilevati tra i due modelli che, oltre a portare vantaggi come dimostrano i dati rilevati in accelerazione e in sorpasso, garantisce spazi di frenata di rilievo, molto prossimi a quelli di scooter più sportivi (come il nuovo Yamaha TMax provato sul numero di Dueruote di febbraio 2008). La distribuzione dei pesi molto caricata verso il posteriore e l’adozione di sospensioni dalla corsa corta limitano i forti trasferimenti di carico verso l’anteriore in favore di un assetto più piatto che evita così di stressare troppo il sistema frenante. Ottimi anche i dati relativi ai consumi che pongono la Vespa S 125 tra gli scooter meno assetati disponibili nel segmento degli ottavo di litro.

Curva di accelerazione

Piaggio Vespa 125 S

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 2 m/s
Temperatura aria 10°C
Pressione atmosferica 1012 mb
Temperatura asfalto 13°C

Rilevamenti

 
Piaggio
Vespa 125 S

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 98,6 km/h (63,5 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 22,3 s (88,6 km/h)
0-1000 m 45,2 s (97,4 km/h)
0-40 km/h 3,5 s (22,1 m)
0-80 km/h 14,9 s (226,5 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

50-90 km/h 19,9 s (421,6 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

90-50 km/h 2,2 s (48,9 m)
50-0 km/h 2,3 s (23,1 m)

CONSUMO

Urbano 28,30 km/l
Extraurbano 30,8 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) nr

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 123,0 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 34,5/65,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 37,0/63,0

Pagelle

 
Piaggio
Vespa 125 S

In sella

4.0

L’ergonomia è ben studiata, con la sella, la pedana e il retroscudo ben distanziati, tanto che anche chi supera i 180 cm non soffre.

Comfort

3.0

Le dimensioni contenute dello scudo non offrono molta protezione, mentre la sella e le sospensioni compiono discretamente il loro dovere.

Dotazioni

2.0

Come la sua antenata, la S 125 ha sovrastrutture minimaliste, nemmeno un cassetto con chiusura a chiave nel retroscudo.

Qualità percepita

4.0

Su tutte le Vespa le finiture sono di buon livello e la S non fa eccezione. Le plastiche sono ben accoppiate.

Capacità carico

3.0

Nel sottosella c’è spazio per un casco jet a visiera lunga. Manca il portapacchi, tuttavia la pedana offre un discreto appoggio.

Motore

3.0

È la versione ancora a carburatore, però è Euro 3. Riesce a spuntare prestazioni e consumi più che soddisfacenti.

Trasmissione

3.0

Da fermo non ha uno spunto di rilievo, ma una volta presa velocità i 100 km/h sono alla sua portata.

Sospensioni

3.0

Offrono un comfort discreto, anche se sulle buche profonde soffrono per la loro corsa corta e la taratura piuttosto morbida.

Freni

3.5

Più che accettabili per forza e dosabilità. In più, il tamburo posteriore resiste alla fatica e non tende a bloccare.

Su strada

4.0

La ciclistica reattiva e le ruote di piccole dimensioni ne fanno uno degli scooter più efficaci nel traffico.

Versatilità

3.0

La piccola cilindrata ne riduce l’uso prevalentemente all’ambito urbano e agli spostamenti su brevi distanze dove la notevole agilità torna utile. Nell’utilizzo extraurbano paga una scarsa protezione dall’aria e i limiti di una velocità massima che fatica a raggiungere i 100 orari.

Prezzo

3.0

Tra le Vespa, insieme alla «piccola» LX, è la più economica perché molto essenziale e perché adotta ancora un motore ad aria e carburatore.

Pregi e difetti

 
Piaggio
Vespa 125 S

PREGI

Maneggevolezza, Frenata pronta e dosabile, Consumi contenuti

DIFETTI

Poco spunto da fermo, Comandi scomodi, Pedane passeggero

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