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BMW HP2 Enduro

Andrea Padovani il 22/07/2012 in Prove della redazione
BMW HP2 Enduro
BMW HP2 Enduro
1.170 cc / 77 kW (105 CV) / bicilindrico boxer / Euro 2
€ 17.500 c.i.m.

Tra i raffinati hotel di Cannes, le pianure della Camargue e le spiagge dorate di Biarritz, l'enduro tedesca si è mossa con grinta ed eleganza, dimostrando il suo potenziale anche su asfalto

Sognare, si sa, è bello e soprattutto non costa nulla. E più i sogni sono folli più danno gusto. A Dueruote è capitato di farne uno tanto realistico e concreto da trasformarsi in men che non si dica in realtà. Una realtà prestigiosa, legata a un marchio altrettanto raffinato, BMW. Tutto è iniziato con la presentazione alla stampa italiana, in un suntuoso hotel milanese - il Bulgari - dell'eccentrica enduro HP2. Una colazione di lavoro esclusiva che ci ha fatto venire l'intrigante idea di portare questa maxi in viaggio, alla volta di quei luoghi dai nomi altisonanti frequentati dal jet-set internazionale, quali la Costa azzurra e la splendida Biarritz, affacciata sull'oceano Atlantico. Qualche telefonata e quel sogno di giocare a fare per qualche giorno i VIP, tra hotel di lusso e ristoranti da favola, si è fatto realtà. Indossato il completo tecnico e infilato lo smoking in valigia siamo partiti alla volta della Francia.

Stivali o vestito da sera?

A questo punto la domanda sorge spontanea. Perché proprio la HP2, un'enduro dai notevoli contenuti tecnici, nata per affrontare i più impervi percorsi sterrati? Semplicemente perché la sua essenza di moto estrema, ma allo stesso tempo ricercata stilisticamente, ne fa qualcosa di talmente fuori dalla norma che i motociclisti più maliziosi sapranno sicuramente valorizzarla anche davanti ai locali più alla moda. Una moto solo da parata quindi? No, visto che la HP2 ha saputo stupire in fuoristrada (basta dare un'occhiata al servizio apparso su Dueruote numero 4 a pagina 42) e in quest'occasione anche sull'asfalto in terra di Francia. Non prima però di essere stata equipaggiata con pneumatici meno specialistici (e meno tassellati), i Michelin Anakee. Il viaggio, come detto, è iniziato da Milano, e con esso sono emersi i primi piccoli problemi legati all'altezza della sella: al semaforo appoggiare i piedi a terra non è affatto facile. E nemmeno la frizione e la trasmissione finale ad albero aiutano: la prima è poco modulabile allo stacco, la seconda brusca (e rumorosa negli apri-chiudi). Per fortuna c'è il proverbiale bilanciamento ciclistico che una volta in movimento, anche alle basse velocità, fa dimenticare tutto.

Destinazione Francia

L'autostrada ci attende, noiosa fino ad Alessandria, divertente sull'Appennino, come sempre scenografica in Liguria. Poche ore di viaggio e si entra in territorio francese: sulla sinistra scorrono Montecarlo, Nizza e Antibes e subito dopo appaiono le indicazioni per Cannes, prima tappa del nostro itinerario. Questo importante centro della Provenza è famoso soprattutto per il Festival Internazionale del Cinema, ma in molti vi si recano per il bel mare e per l'atmosfera esclusiva che si respira, da set cinematografico. Trovare da divertirsi nei locali che si affacciano sul Boulevard de la Croisette, ornato dalle tipiche palme, non è affatto difficile. Smoking, scarpe lucide, casco, e non può mancare la puntata al casinò, per sentirsi realmente dei viveur. Se invece si deve ancora cenare non rimane che scegliere tra i numerosi ristoranti della zona antistante al porto, dove sono ancorati tutto l'anno decine e decine di yacht. Sempre in questa zona, ad ovest, si staglia la città vecchia, dominata dalla chiesa gotica di Notre Dame de l'Espérance. Una passeggiata nei suoi vicoli è d'obbligo.

Guidare sull'estérel

Lasciata Cannes, in direzione ovest seguendo la litoranea, è il momento di assaporare lo splendido colpo d'occhio offerto dal Massiccio dell'Estérel, con le caratteristiche rocce rosse che si gettano nel mare. La strada è molto tortuosa, il paesaggio davvero incantevole, il traffico spesso intenso; attenzione quindi. Il mattino presto (o all'imbrunire, con il sole basso sull'orizzonte), è il momento migliore per gustare quest'angolo di Francia: i colori sono realmente spettacolari. Sui percorsi guidati della Corniche de l'Estérel abbiamo potuto apprezzare anche le doti ciclistiche della nostra HP2. Su asfalto i pneumatici Michelin installati si sono rivelati una scelta vincente, permettendo angoli di piega di tutto rispetto e ritmi eccellenti. Certo, la ruotona da 21' anteriore e la ridotta sezione delle coperture non consentono inclinazioni da primato. In compenso la maxi bavarese ha colpito per la velocità di inserimento, per la reattività e per il motore estremamente pronto a qualsiasi regime. Spalancare l'acceleratore tra una curva e l'altra è un vero piacere, soprattutto perché la tendenza all'impennata nelle marce corte è davvero marcata, specie agli alti regimi. Naturalmente, vista l'estrazione fuoristradistica della HP2, bisogna fare i conti con le sospensioni dalla lunga escursione e con i notevoli trasferimenti di carico, sia in accelerazione sia in frenata. Una caratteristica cui ci si abitua presto, però, anche perché l'idraulica è piacevolmente sostenuta nella fase finale di escursione, garantendo nella guida un comportamento mai imprevedibile.

Verso la camargue

Con ancora i colori dell'Estérel nella mente, riprendiamo la strada verso Arles e la Camargue. La prima è una deliziosa cittadina delicatamente appoggiata sulle rive del Rodano, ricca di memorie storiche e monumenti d'arte. Place de la République è il centro della città su cui si affaccia Saint Trophime, imponente edificio romano; altra perla di questa città è Les Arènes, il più grande anfiteatro romano esistente in Francia. Ma Arles è anche il punto di partenza per scoprire gli incontaminati paesaggi della Camargue, zona dove si fondono armoniosamente le macchie rosa dei fenicotteri, quelle nere dei tori e le bianche dei tipici cavalli che galoppano tra gli acquitrini e le spiagge a ridosso della foce del Rodano. In questo spettacolo, caro a Van Gogh, spiccano la cittadina medievale di Aigues Mortes e le spiagge di Saint Maries de la Mer. Le strade sterrate che si perdono nella Camargue sono una tentazione troppo forte per la HP2 che può finalmente tornare nel terreno a lei più congeniale, anche se in questo frangente si rimpiangono i tasselli delle gomme di primo equipaggiamento. La poca aderenza del fondo però mette in luce la grande progressività del propulsore - le gestibilissime derapate sono il contorno a tanta bontà - e la modulabilità dell'impianto frenante. Il problema rimane il peso elevato da gestire che impone molta attenzione.
L'autostrada, e la fatica per la protezione aerodinamica nulla e le vibrazioni elevate agli alti regimi, ancora una volta ci attende. Ci si lascia dietro le spalle Nimes, Montpelier, Narbonne e Toulous. Prossima tappa i Pirenei, nello specifico il Col du Tourmalet, un vero mito per gli appassionati di ciclismo essendo la più alta cima del Tour. Sui suoi tornanti, che portano in breve ben oltre i 2.000 metri, si sono scritte pagine epiche di coraggio e sofferenza. Un paesaggio ben diverso da quello piatto della Camargue, ma altrettanto speciale, un percorso che la HP2 ha digerito tutto d'un fiato. Un centinaio di km ed ecco che l'oceano ci accoglie in tutta la sua maestosa possanza: vento teso, onde alte (questa zona è un vero paradiso per i surfisti) e rocce a strapiombo sul mare su cui si adagia una vegetazione rigogliosa e prati verdissimi. In questo paradiso di verde e azzurro, di terra e luce, si aprono spiagge sconfinate e sorge Biarritz, notissima città balneare arroccata sui primi balzi rocciosi della costa Basca, famosa anche per i soggiorni dell'imperatrice Eugenia. Il centro storico è un dedalo di viuzze perfettamente conservate, negozi e un brulicare frenetico a tutte le ore del giorno e della notte. Come in Costa Azzurra si respira un'aria cosmopolita e sofisticata. Alla fine sono stati oltre 1.300 i km percorsi. Ma il colpo d'occhio che si gode dalla spianata Elisabetta II, dove sorge il faro, è di quelli che rimangono impressi a lungo e ripaga dello sforzo: perdere il senso del tempo ammirando questo scorcio di Francia non è affatto difficile. Ma l'hotel, e una doccia, ci attendono: e poi c'è lo smoking da tirare di nuovo fuori dalla borsa. La serata a base di ostriche e aragosta è alle porte.

Dati Tecnici

 
BMW
HP2 Enduro

Motore

2 cilindri boxer a 4 tempi, raffreddamento ad aria, alesaggio per corsa 101,0x73,0 mm, cilindrata 1.170 cc, rapporto di compressione 11,0:1. Distribuzione bialbero a camme rialzate con comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, diametro corpi farfallati 47 mm. Capacità serbatoio carburante 13 litri. Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale ad albero (2,82). Frizione monodisco a secco e comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica

telaio a traliccio in tubi di acciaio; sospensione anteriore, forcella rovesciata da 45 mm regolabile nel freno idraulico in compressione ed estensione, escursione ruota 270 mm; sospensione posteriore di tipo Paralever, con monobraccio e monoammortizzatore ad aria completamente regolabile, escursione ruota 250 mm. Cerchi: anteriore 1,85”x21”, posteriore 2,50x17”. Pneumatici: anteriore 90/90-ZR21, posteriore 140/80- ZR17. Freni: anteriore a disco flottante in acciaio da 305 mm e pinza a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 265 mm e pinza flottante a doppio pistoncino parallelo.

Dimensioni

lunghezza 2.350, larghezza 880, altezza sella 920, interasse 1.610. Peso con il pieno di benzina 196,5 kg.

Prestazioni

potenza 77 kW (105 CV) a 7.000 giri, coppia 115 Nm (11,7 kgm) a 5.500 giri.

Prestazioni

Curva di accelerazione

BMW HP2 Enduro

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 1 m/s
Temperatura aria 27°C
Pressione atmosferica 1.008 mb
Temperatura asfalto 42°C

Rilevamenti

 
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HP2 Enduro

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 207,1 km/h (32,5 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 12,6 s (176,1 km/h)
0-1000 m 23,8 s (201,1 km/h)
0-90 km/h 3,9 s (50,2 m)
0-130 km/h 6,4 s (129,6 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 5,1 s (149,1 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,8 s (89,3 m)
50-0 km/h 2,7 s (27,0 m)

CONSUMO

Urbano 9,4 km/l
Extraurbano 14,9 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 16,0 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 198,0 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 49,0/51,0
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 44,0/56,0

Pagelle

 
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HP2 Enduro

In sella

3.5

Fortunato chi arriva ad appoggiare i piedi a terra: i bassi guardino altrove o si accontentino della sella lunga, del manubrio ampio e di pedane ben distanziate dal piano di seduta.

Comfort

2.5

Non è una tourer: il manubrio vibra, la sella è alta e la trasmissione non è il massimo. In compenso le sospensioni sono una favola.

Dotazioni

3.5

La HP2 è essenziale ma anche raffinata: la forcella ha il trattamento sulle canne e il mono è ad aria. Non manca una pompa per regolarlo...

Qualità percepita

4.0

Apparenza e sostanza nella HP2 vanno a braccetto: quel che c’è (ed è tanto) si vede e le finiture sono all’altezza del marchio.

Capacità carico

1.5

La sella è lunga e un piccolo bagaglio ci può anche stare. Il passeggero invece no, visto che mancano addirittura le sue pedane

Motore

4.0

Cattivo al punto giusto agli alti ma anche dolce ai medi: su strada diverte, in fuoristrada convince. Promosso senza riserve.

Trasmissione

2.5

Si salva in parte il cambio, anche se qualche imprecisione rimane. La frizione invece pecca in modulabilità e la finale è un po’ brusca.

Sospensioni

3.5

In fuoristrada già hanno fatto faville, su asfalto hanno confermato la loro bontà. Basta solo abituarsi alla piacevole, lunga escursione.

Freni

4.0

Potenti ma non esagerati, modulabili e gestibili su qualsiasi fondo: sui due dischi non si possono che fare apprezzamenti.

Su strada

4.0

Nonostante l’estrazione fuoristradistica diverte tantissimo anche su asfalto: maneggevole e stabile quanto basta, permette vere evoluzioni, sempre coadiuvata dal pepatissimo bicilindrico.

Versatilità

3.5

Tutto sta nelle gomme installate: con i tasselli si gode sulla terra, con pneumatici stradali su asfalto. Il misto è il suo regno, i viaggi e in qualche misura la città la spaventano. La HP2 è uno spirito libero che va goduto con leggerezza.

Prezzo

2.5

Non è proprio a buon mercato e non ne verranno importate molte. Ma l’esclusività è il suo sigillo di garanzia.

Pregi e difetti

 
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HP2 Enduro

PREGI

Personalità, Motore, Sospensioni

DIFETTI

Vibrazioni al manubrio, Altezza sella

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