Ducati
Streetfighter
Ducati Streetfighter
scheda

In una sola parola... estrema!

E' la mia

La prima parola che mi viene in mente per descrivere questa moto è estrema. Dopo circa 1000 km non posso ancora dire di essermi abituato alla sua rigidità ciclistica, alla sua posizione di guida caricata sui polsi o al suo motore esagerato. I difetti di questa moto così estrema sono dunque quelli più trascurabili per chi cerca in lei un animale indomabile: comodità tendente allo zero, vibrazioni a tutti i regimi, consumi abbondanti e calore proveniente da motore e scarico (anche in autostrada!). Per il motociclista che però vuole un mezzo che gli dia soddisfazioni tra le curve di un passo alpino come di una pista, questi sono difetti trascurabili in confronto alle prestazioni che offre. Il motore ha un tiro ritrovabile in poche altre moto e trasmette una sensazione di forza indescrivibile, incitando la ruota anteriore a fare su e giù mentre si sgranano le prime tre marce. Tanta coppia che però trova un degno complice in una ciclistica granitica che, soprattutto durante la percorrenza dei curvoni, invita a tenere il gas aperto tanta è la stabilità. Questo fa da contraltare però ad un'agilità ridotta nei confronti delle concorrenti, che si sente in particolar modo quando curve e tornanti diventano sempre più stretti. La frenata, infine, è da urlo. Aggressiva, modulabile il giusto e mai stanca. In tandem con la ciclistica permette delle vere staccate da "piedino fuori". In definitiva la moto ideale per chi vuole guidare una moto "da pista" pur amando vedere il telaio sotto di sè