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Royal Enfield Bear 650, la scrambler con 48 CV e un prezzo da urlo (ed è fatta dannatamente bene) +VIDEO+

Marco Boni il 25/03/2025 in Anteprime
Royal Enfield Bear 650, la scrambler con 48 CV e un prezzo da urlo (ed è fatta dannatamente bene) +VIDEO+
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Royal Enfield Bear 650, la scrambler con 48 CV e un prezzo da urlo (ed è fatta dannatamente bene) +VIDEO+

Abbiamo provato l'inedita scrambler di Royal Enfield. Che, partendo dalla piattaforma 650, ha realizzato una moto sorprendente e totalmente nuova. Che colpisce soprattutto per qualità costruttiva

Royal Enfield ha realizzato la moto che mancava. Partendo dalla solida base della Interceptor 650, ha fatto nascere la Interceptor Bear 650. È esattamente una Interceptor messa giù bene, con tecnica più avanzata, qualche novità tecnologica e pensata per affrontare qualche strada sterrata non troppo impegnativa.

 

ROYAL ENFIELD BEAR 650: UNA STORIA AFFASCINANTE

Royal Enfield da sempre utilizza il concetto di piattaforma. Con ogni motore hanno almeno fatto due modelli diversi (ultimamente Hymalaian e Guerrilla) ma con il 650 hanno spaziato su ogni fronte. E ora sono arrivati alla scrambler.

Come sappiamo, Royal Enfield ha una storia lunghissima iniziata nel 1901, di cui fa parteanche il mondo scrambler. La storia della Bear è collegata a un avvenimento del 1960. In quell’anno Eddie Mudler, appena sedicenne, disputò la Big Bear Run, una delle gare più impegnative che si correva nel deserto californiano. Una storia quasi da film, un ragazzino che vinse contro piloti ben più preparati (e tra l’altro con un incidente di mezzo).

In un video-intervista, Eddie racconta di aver perso il controllo della sua Royal Enfield Fury 500 quando si trovava in tredicesima posizione, cadendo in burrone. I danni non erano da poco: manubrio piegato, il collettore di scarico usciva dalla testata e un ammortizzatore si era rotto. Risistemato il manubrio e il collettore con un calcio, Eddie è poi ripartito senza uno degli ammortizzatori posteriori. Nonostante questo, è riuscito a chiudere la gara in prima posizione.

Così, 64 anni dopo, Royal Enfield ha deciso di dedicare una moto a questa eroica impresa. Il nome è ripreso ovviamente dal Big Bear Run, il look scrambler dalle moto utilizzate per quelle gare ma soprattutto lo spirito che incarna quell’impresa è stata la base per realizzare la Bear 650.

 

ROYAL ENFIELD BEAR 650: UNA MOTO TUTTA NUOVA

La Royal Enfield Bear 650 nasce sulla base della Interceptor, quindi una GT, per evolversi in scrambler. Per questo motivo alcuni elementi sono simili. La zona centrale del telaio, assieme ovviamente al motore, è la stessa della Interceptor. Cambia però lo scarico, adesso più corto e dal look diverso, che consente una gestione diversa dei gas di scarico e un aumento di potenza. Per evitare però di superare i 48 CV massimi per patente A2, Royal Enfield ha deciso di mantenere la potenza invariata a 47,4 CV e di aumentare solo la coppia passando dai 52,3 Nm della Interceptor a 56,5 Nm sulla Bear 650.

Altre similitudini si ritrovano nella configurazione delle ruote (19” davanti e 17” dietro), nel disco anteriore (da 320 mm) e nel serbatoio capace di 13,7 l.

Il resto è stato praticamente tutto modificato. In primis le sospensioni; la forcella adesso è a steli rovesciati da 43 mm firmata Showa, dietro rimangono i due ammortizzatori. Cambiano le escursioni, rispettivamente di 130 mm e 115 mm, che aumentano la luce a terra a 184 mm; l’altezza sella invece è a 830 mm da terra.

E’ stato poi modificato il telaietto: adesso si alza leggermente nella sezione finale ed è più robusto per affrontare quei facili tratti di sterrato. Altra modifica è legata al disco posteriore, ora da 270 mm.

La Dashboard è la stessa utilizzata su Himalayan 450: tonda, TFT da 4” e con la possibilità di connessione allo smarthpone. Questa consente inoltre la navigazione completa (non solo turn by turn) gestita da Google Maps.

 

LOOK AZZECCATO

E ovviamente cambia il look. Probabilmente fare una scrambler riconoscibile è difficile proprio per la mancanza di carene modellabili. Royal Enfield però riesce ancora a lasciar il segno. Lo stile è studiatamente grezzo, con un serbatoio che non invade in termini di dimensioni, mentre il motore è un elemento portante dell’estetica, sia per le alette sui cilindri sia per i carter laterali con una linea pulita, senza sagomare ogni elemento come frizione o alternatore. I fari sono già visti su altri modelli Royal ma sono semplici e ben fatti.

Gli pneumatici scelti (che a primo impatto sembrano gli Scorpion STR di Pirelli, ma sono i misconosciuti MRF Nylorex) potrebbero affrontare qualche piccolo sterrato, ma in questo caso servono principalmente a dare il senso aspirazionale, e ci riescono bene. Infine i fianchetti, che in una delle colorazioni disponibili riprendono il numero 249 utilizzato da Eddie Mudler. 

 

ROYAL ENFIELD BEAR 650: COME VA

La Bear è piacevole quando la guardi e stupisce quando la guidi. La posizione in sella è abbastanza caricata in avanti: bisogna stare coi gomiti alti per afferrare il manubrio, che è largo ma non troppo. Le pedane sono leggermente arretrate e ti ritrovi a metà tra quella che è lo stile di una naked e quello di una moto da “passeggio”.

E il bello avviene quando avvii il motore. Il 650 Royal lo conosciamo già bene, ma non in questa configurazione. Saltando dalla Classic 650 a questa si nota la differenza di coppia, anche se minima e con una differenza di peso non proprio indifferente. Si sente che spinge già dai bassi ma non è veloce a salire. È molto piacevole da guidare a bassi regimi, tanto che tiene costante i 2000 giri/min senza borbottare. Lo definirei un vero "corsa lunga".

La cosa che fa strano è che viene montato su di una ciclistica che vuole dare quando sei tra le curve. L’impostazione di guida ti fa venir voglia di aprire e quando lo fai la Bear 650 ti segue senza smorfie. Non è leggerissima, ma il peso è tutto sulla parte bassa della moto, perciò la gestione non è difficile

L’unico “contro”, che è dovuto proprio al carattere piacevole del motore, viene fuori quando decidi di spingere di più. È infatti facile trovarsi a limitatore sentendo ancora un po’ di spinta e invece è già tempo di cambiare marcia. Un corsa lunga su una ciclistica quasi sportiva fa sempre quest’effetto.

Il resto è gestito in maniera buona. Il cambio è super preciso, le sospensioni lavorano a dovere (persino i due ammortizzatori posteriori, nonostante siano un po’ rigidi), e i freni sono discreti. Questi ultimi sono sempre in stile Royal, non troppo mordenti ma ben modulabili e con leve molto grandi a cui ci si abitua rapidamente.

Per non farci mancare nulla, l'abbiamo anche provata mettendo le ruote fuori dall’asfalto. Ovviamente non è il suo vero habitat ma, in caso di necessità, lo affronta senza problemi. Le sospensioni non sono così male nonostante la declinazione più stradale. Ciò che aiuta è la loro escursione e di conseguenza la luce da terra (attenzione però perché non c’è un paracoppa...).

In piedi non si riesce a gestirla bene:diciamo che su una strada bianca non ha problemi, e quando la situazione si fa un pochino più impegnativa, con qualche sasso, basta procedere a velocità inferiori.

 

ROYAL ENFIELD BEAR 650: PREZZO E CONSIDERAZIONI

Ciò su cui Royal Enfield (come tutti i produttori che ragionano su larga scala: non dimentichiamo che è un costruttore da quasi un milione di pezzi all'anno; ndr) può fare leva è il prezzo. La Interceptor Bear 650 ha un prezzo di partenza di 7.300 euro f.c. che arriva a 7.500 a seconda della colorazione scelta. È un prezzo già buono di suo, considerando che si tratta comunque di un 650 bicilindrico.

Ma per come è stata realizzata viene da pensare che potrebbe costare ben di più. L’assemblaggio è fatto in maniera egregia ed è una moto robusta, fatta per durare, come tutte quelle realizzate in India (in quel Paese la durabilità di un veicolo è una condizione imprescindibile, qualunque sia la cilindrata).

 

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