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Yamaha RayZr 125: come va il primo scooter "ibrido" +VIDEO+

Marco Gentili
di Marco Gentili il 16/10/2024 in Anteprime
Yamaha RayZr 125: come va il primo scooter "ibrido" +VIDEO+
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Dotato di start&stop e di un sistema di boost elettrico nelle partenze da fermo, il 125 di Yamaha è il mezzo ideale per la città: pedana piatta, gran sottosella e peso inferiore ai 100 kg i suoi assi nella manica. Oltre a un prezzo aggressivo

Commercializzato senza troppi squilli di tromba da Yamaha, il RayZr 125 è probabilmente uno degli scooter meno conosciuti e (per questo) più sottovalutati in circolazione. E invece non gli manca davvero niente, anzi. A ben vedere questo 125 dal nome piuttosto difficile da pronunciare ha tutte le carte in regola per sfondare sul nostro mercato: pedana piatta gigantesca, sottosella importante e consumi davvero contenutissimi, per merito (anche) di start&stop e di un curiosissimo sistema di accelerazione elettrificata da fermo. 

 

YAMAHA RAYZR: LO SCOOTER MILD HYBRID

Se fosse un'auto, infatti, lo Yamaha RayZr sarebbe un "mild hybrid": il suo motore monocilindrico da 125 cc raffreddato ad aria non è così potente (8,1 CV: in commercio si trova di meglio) ma alla fine dei conti questa mancanza di cavalli viene ampiamente supportata dal sistema Asst. In sostanza, nelle partenze da fermo un boost elettrico, non invasivo ma efficace, agisce dando al motore quella spinta che altrimenti gli mancherebbe. Un'applicazione che consente al RayZr, in unione con lo start&stop, di raggiungere livelli di consumo ragguardevoli: nell'uso misto, siamo a 240 km veri con 5,2 litri di carburante. Con questi consumi, non serve nemmeno un serbatoio così capiente.

 

YAMAHA RAYZR: COM'E' FATTO

Di solito l'utenza scooter, specie nel segmento 125, non si sofferma troppo sulla scheda tecnica. Il RayZr ha comunque soluzioni poco usuali in questa categoria, a partire dal diametro dei cerchi, piuttosto piccoli (12" all'anteriore e 10 al posteriore). Se si guardano le sospensioni, davanti c'è una forcella con escursione di 40 mm, senza infamia e senza lode, mentre l'ammortizzatore posteriore con 80 mm di escursione svolge il suo lavoro decisamente meglio rispetto a quelli montati su altri competitor.

Il RayZr è uno scooter agilissimo e compatto, un vero peso piuma: con 99 kg di peso, da guidare è quasi una bicicletta. Della pedana amplissima e del sottosella abbiamo già detto; peccato che nel retroscudo non si trovino altri vani dove riporre piccoli oggetti come documenti o smartphone.

 

YAMAHA RAYZR: COME VA

Guidare un Yamaha RayZr è facile e intuitivo: il peso ridottissimo lo rende amichevole anche per un pubblico poco avvezzo al mondo delle due ruote. Inoltre ha tutte le caratteristiche per sgattaiolare nel traffico cittadino. Il motore, grazie anche all'assistenza elettrica in partenza e alla ridotta massa da spostare, svolge egregiamente il suo lavoro: nelle partenze da semaforo è facile lasciarsi indietro tutti, almeno nei primi metri. Poi, chiaramente, il motore non è infinito anche se, tirandolo un po'per il collo, raggiunge comunque gli 88 km/h. Lo scooter supera alla grande la prova del passeggero: complice l'ottimo ammortizzatore posteriore e l'imbottitura della sella, il giudizio unanime è che siamo al cospetto di un mezzo "comodo" anche per chi sta dietro.

Non piace moltissimo l'impianto frenante. Intendiamoci: per il veicolo del genere, un disco da 190 mm e un tamburo posteriore sono più che dignitosi. A non convincere è il feeling sulle leve, a causa del Cbs (la frenata combinata) che non trasmette grande sensibilità alle mani del guidatore.

 

YAMAHA RAYZR: IL PREZZO

Uno dei punti di forza del RayZr 125 è proprio il prezzo: disponibile in due colori (rosso e nero), costa 2.299 euro. Di fatto, è il vero entry level della Casa giapponese nel mondo scooter.

 

YAMAHA RAYZR: PERCHE' COMPRARLO (E PERCHE' NO)

In conclusione: il RayZr piace perché è praticissimo, ha un gran sottosella e una pedana piatta e adatta anche ai guidatori più alti; inoltre la maneggevolezza è davvero di primissimo livello, così come i consumi.

Convincono meno invece la struttura dell'impianto frenante (la frenata combinata è ormai datata) e la stabilità sul bagnato, da imputare probabilmente a una gommatura di primo equipaggiamento non esaltante. Comunque è un mezzo da provare e apprezzare.

 

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