Naked, 125, cinesi: ecco tutto quello che la Keeway RKF 125 e la Voge Brivido 125R hanno in comune. Per il resto sono due moto piuttosto diverse, che sembrano riportare in vita la corsa agli armamenti tra le 125 2T degli Anni 80, a ogni stagione più belle, ricche e performanti
Adventure, crossover, endurone: nel mondo degli adulti non si parla d’altro, ma se si scende sotto la soglia della maggiore età le parole d’ordine restano altre: sportive, motard, naked. Queste ultime sono l’ideale punto di contatto tra minorenni e maggiorenni: piacciono più o meno a tutti, sia da vedere che da guidare.
Sono anche le moto che hanno trainato la rinascita del segmento 125, con l’arrivo dei primi motori 125 4T non mortificanti dal punto di vista del brio: la KTM DUKE 125, la Yamaha MT-125 e le altre, che sono infatti state a lungo le 125 più vendute fino all’arrivo di proposte cinesi come la Keeway RKF 125, che negli ultimi anni ha preso il largo: costa circa la metà di una DUKE 125 (siamo a 2.690 euro f.c.) e nella prima parte di quest’anno ha venduto il doppio: una proporzione che farebbe la gioia di qualunque economista teorico.
Ieri le 125 2T italiane, oggi le 125 4T cinesi
L’importanza del prezzo è evidenziata dal fatto che la Voge Brivido 125R, appena arrivata con una proposta molto simile per caratteristiche e prezzo (in questo caso 2.890 euro f.c.), è già incollata nelle vendite alla Keeway, con la quale ogni mese si gioca il primato tra le 125 per 4 o 5 pezzi di scarto. Insomma: più “testa a testa” di così, tra le 125, non si poteva fare. Anche perché rappresentano lo scontro tra due veri e propri colossi cinesi: QJ, che possiede parte di Keeway, e Loncin che detiene il marchio Voge.
Un altro elemento interessante è che Voge sembra aver sfruttato a fondo il fatto di arrivare dopo, approfittandone per offrire un modello che pure restando negli stretti limiti di legge per la categoria, appare decisamente più ricco e aggiornato: il che ci riporta a qualche decina di anni fa, quando impazzava la lotta tra le 125 2T italiane che a ogni stagione si presentavano più belle e performanti. Una spirale virtuosa che, a quanto pare, si sta ripetendo nella Cina di oggi.
Voge lancia la sfida a Keeway
Naked, taglio sportivo, telaio in acciaio, ruote da 17”: ma a parte questi dati di targa, il tema è svolto in maniera piuttosto differente anche dal punto di vista estetico, alla faccia di chi insiste nel dire che le cinesi sono “tutte uguali”. Basta vedere il diverso trattamento delle plastiche del serbatoio, dei convogliatori, il telaio sempre in acciaio, ma perimetrale doppio trave sulla Keeway mentre è un traliccio sulla Voge (entrambi in acciaio).
Poi certo: sono due entry-level e non si può pretendere chissà che: forcelle e freni sono semplici, i forcelloni bibraccio in acciaio, le finiture essenziali; ma Voge, forte del fatto di essere più fresca di progetto, riesce ad apparire uno zic più curata – nell’andamento curvilineo del forcellone, nel display a colori, nella ricerca stilistica con i due LED integrati ai lati del serbatoio.
Anche parlando di motore, di solito quando le prestazioni sono limitate dal Codice e in generale così contenute, la varietà tecnica tende a scomparire; eppure l’arrivo dei cinesi ha riportato sul mercato scelte diverse, con Keeway che sulla sua custom propone addirittura un 125 bicilindrico a V.
RKF125 e Brivido 125R: scopri le (tante) differenze
Per quando riguarda la RKF e la Brivido, le differenze non sono così marcate, ma nemmeno trascurabili. La Keeway RKF, quella che conosciamo da più tempo, monta un classico monocilindrico monoalbero di dimensioni quadre (54x54,5 mm): un motore quindi non particolarmente dotato in fatto di allungo ma dalla discreta coppia, in realtà contenuta in 10 Nm a 8.500 giri con una potenza di 12,7 CV a 9.500 giri.
La recente Voge Brivido 125R monta invece una più aggressiva unità bialbero di dimensioni superquadre (57,3 x 48,4 mm), che eroga prestazioni maggiori pur se alla fine allo stesso regime della rivale: 12 Nm di coppia a 8.500 giri e 14,1 CV a 9.500 giri.
Simile su entrambe la costruzione, con telaio e forcellone in acciaio, forcelle USD non regolabili e mono regolabili nel precarico, associato a un leveraggio progressivo solo sulla RKF, mentre sulla Brivido è montato fisso, ma molto inclinato. I materiali sono insomma gli stessi, ma ci sono differenze sostanziali nel risultato finale, perché la RKF 125 pesa 147 kg a secco contro i 129 kg a secco della Brivido, una differenza di quasi 20 kg. La Voge ha anche una gommatura un po’ più generosa e il plus dell’ABS a due canali, mentre la Keeway si ferma alla frenata combinata CBS meccanica, il minimo requisito di legge per le 125.
Ergonomia e feeling: subito diverse
Resta da dire che la Brivido ha anche la sella un po’ più alta, 815 mm contro i 780 mm della RKF, e con questo dato entriamo già nell’ambito dell’ergonomia e del primo feeling di guida. In realtà il mono della Brivido ha un negativo più marcato che consente di recuperare qualche cm. Se le due forcelle sono tutto sommato simili nel comportamento sia statico che dinamico, il mono fa una certa differenza sui due modelli: quello della Voge è più morbido e confortevole sulle piccole asperità dell’asfalto, pur mantenendo un buon sostegno. Quello della Keeway, pur in presenza di link e molla ad avvolgimento progressivo, risulta sempre piuttosto duro e penalizza il comfort, anche viaggiando in coppia.
Tornando all’ergonomia generale, la Voge appare un po’ più sviluppata: manubrio più largo, sella più orizzontale e pedane meno arretrate, il che significa una migliore abitabilità per chi è più alto; anche la porzione di sella riservata al passeggero è di qualche centimetro più lunga. La Keeway ha un’ergonomia particolare, con il manubrio stretto e appena spiovente, la sella che spinge in avanti e le pedane arretrate: tende a caricare l’avantreno per la guida sportiva, ma in generale è un poco meno comoda rispetto alla rivale.
Per quanto riguarda leve e tasti al manubrio siamo ovviamente allo stretto necessario, con comandi di fattura essenziale; la RKF 125 ha però la leva del freno anteriore regolabile nella distanza, mentre la Brivido 125R offre un display sempre LCD, ma a colori e più ampio e gratificante nel colpo d’occhio rispetto al piccolo LCD della RKF, peraltro sempre ben leggibile in qualunque condizione di luce e meno sensibile alla presenza di polvere sullo schermo. Tanto per dare un riferimento, il TFT programmabile della KTM DUKE 125 è indubbiamente di un altro livello, come anche comandi, freni e sospensioni: ma a questo prezzo non ci si può lamentare, tutt’altro.
Motore: sorpresa Voge
Siamo insomma di fronte a due prodotti con una impronta ben diversa, al di là dei colori con cui è facile identificarli (ma la Keeway c’è anche bianca, nera, rossa o azzurra e la Voge nera e rossa o bianca e azzurra). Anche in sella le differenze sono evidenti, sia per la posizione di guida più raccolta e caricata in avanti della RKF che per le differenze fra i motori.
Il nostro riferimento tra le 125 è il monoalbero a fasatura variabile sviluppato da Minarelli ai tempi in cui era sotto il controllo di Yamaha: relativamente pieno ai bassi, molto libero nel prendere giri e con ottime prestazioni globali. Dal punto di vista architetturale, il motore che più gli somiglia è quello della RKF 125; questo però avviene solo sulla carta, perché all’atto pratico il propulsore Keeway resta lontano: poco brioso ai bassi (e penalizzato da una frizione poco efficace e lento a salire di giri, diventa divertente soltanto sopra i 7.000 giri, e richiede quindi un più frequente uso del cambio (e della frizione in partenza). Anche nella risposta al comando del gas mostra poca elasticità: aprendo la manopola si ottiene all’inizio soltanto un cambio di sonorità della cassa filtro, il cui muggito è sempre molto presente.
Al contrario la Brivido 125R, che sulla carta dovrebbe essere più vuota sotto, mostra un carattere decisamente più lineare, con una grande dolcezza e una bella rapidità nel salire di regime, che rendono tutto sicuramente più gradevole; anche cambio e frizione sono più morbidi e precisi che sulla rivale. Diciamo subito che nel mondo delle 125 1,5 CV in più e quasi 20 kg di meno fanno tanta differenza nelle prestazioni reali; ma in questo caso è proprio l’erogazione a far pendere l’ago della bilancia dalla parte di Voge, anche se non siamo ai livelli di gradevolezza del motore Minarelli, che peraltro raggiunge i 15 CV pieni mentre qui manca ancora circa 1 CV.
Test a testa: and the winner is...
Con questi livelli di potenza, più che le doti ciclistiche quel che fa la differenza è il comportamento del motore, ed è proprio questo l’asso nella manica della Brivido 125R. In termini di risposta della ciclistica, le due moto sono piuttosto simili e anche la differenza di peso è poco avvertibile all’atto pratico; ma la fluidità di spinta, e anche la coerenza della sospensione posteriore, danno a nostro giudizio un sensibile vantaggio alla Voge, al di là delle dotazioni un po’ più ricche (su tutte, senz’altro da ricordare l’ABS).
Le due regine del mercato sono costantemente appaiate nelle classifiche di vendita, ma per quanto riguarda noi, la preferenza in questo Test a Testa va alla Voge Brivido 125R.
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