Peugeot Django 125: un gradito ritorno +VIDEO+

Il test: azzeccato nel look, molto funzionale e moderno nelle dotazioni: la nuova reincarnazione dello scooter modern classic di Peugeot è decisamente ben riuscita. Peccato per il prezzo elevato

Il segmento dello scooter heritage piace molto alle Case. A modo suo, ognuno ha un veicolo che abbia un richiamo allo stile retrò. Poi ci sono i fuoriclasse del settore, come Piaggio (che con Vespa fa un campionato a parte). E adesso anche Peugeot, che ci riprova e fa bene. Già, perché Peugeot Motocycles è un marchio realmente storico (essendo nato nel 1898) e nel suo secolo di vita può annoverare autentici capisaldi della produzione, come l'S55 del 1953. Che per Peugeot è un po'come la Vespa per Piaggio.  L'S55 e il Django sono collegati da un filo rosso. Ma il primo tentativo di Peugeot di rilanciare il suo modern classic è stato un mezzo fiasco: il Django lanciato poco prima del Covid, semplicemente, non era un prodotto all'altezza. Troppe plastiche e qualità rivedibile. Eppure adesso, forte di una nuova proprietà e di un assetto più sicuro, Peugeot Motocycles ci riprova. E, come vediamo, stavolta ha fatto centro.  

PEUGEOT DJANGO 125: COM'E' FATTO

Il Django 125 Allure (che noi abbiamo provato in livrea bianco-rossa) è spinto da un bel motore 4T da 12,9 CV a 8.500 giri, raffreddato a liquido e con cambio automatico con variatore continuo. Dalla sua ha una coppia di 12 Nm a 6.500 giri, una ciclistica piuttosto convenzionale ma ben riuscita (forcella anteriore e monoammortizzatori posteriori) e alcuni elementi stilistici che sono la forza del mezzo, come i cerchi da 12 pollici e uno look affilato, ben riuscito, essenziale ma con elementi retrò. Insomma, c'è del vintage, ma non è solo quello. C'è anche tanta modernità, con luci a led, un ampio schermo TFT sul quale si può scegliere quali e quante informazioni visualizzare, la connettività bluetooth, l'Abs di serie su entrambi i dischi freno, la presa Usb. E poi la praticità di unapedana ampia e piatta, davvero capiente, che lascia spazio alle ginocchia di chi guida.  

PEUGEOT DJANGO 125: COME VA

I detrattori diranno subito: vabbè, uno scooter classic con qualche dotazione, punto. La vera sorpresa - e questo non ce lo aspettavamo, a essere onesti - è l'ottima qualità percepita del mezzo. C'è plastica, e non potrebbe essere altrimenti, ma c'è grande solidità e ottimi accoppiamenti dei materiali. In sostanza, questpo Django non d'è l'impressione di essere un giocattolino che perde pezzi con l'uso. E soprattutto, ci è piaciuto per la sua grande funzionalità nel percorso urbano, che è il suo terreno di elezione: scattante nel traffico, forte anche di un peso di circa 130 chili, si comporta benissimo nelle manovre strette e ha una bella stabilità quando lo lanci a tutto gas (dove può raggiungere i 90 all'ora). Insomma, un commuter che fa alla grande il suo lavoro. Ha una bella frenata, nonostante i cerchi piccoli, con un impianto Abs che svolge egregiamente i compiti per cui è progettato. E poi ha uno spazio sottosella ben progettato, capace di ospitare un casco jet di medie dimensioni, e un vano nel retroscudo dove riporre i documenti e tenere in ricarica uno smartphone. Alla prova dei fatti, il Django è promosso anche sul fronte dei consumi: con un pieno da 7,5 litri si percorrono (a seconda dello stile di guida) dai 220 ai 240 km.  

PEUGEOT DJANGO 125: PERCHE' COMPRARLO (E PERCHE' NO)

Piace? Sì, quersto Peugeot Django non può non piacere: il look è accattivante e, brutalmente parlando, funziona bene da ogni punto di vista. Purtroppo l'unico neo è rappresentato dal prezzo: il listino recita 4.299 euro f.c., non poco. E' stato piazzato nella fascia alta del mercato: una scelta premium che pagherà? Lo scopriremo solo vivendo.