Anteprime
Suzuki GSX-S1000GT: vacanze nello spazio
Look tutto spigoli da astronave interstellare, motore infinito, prestazioni da velocissima globetrotter: il risultato è un cocktail equilibrato e molto godibile
È ormai universalmente riconosciuto che le mode seguono dei cicli. Una regola che vale in qualsiasi ambito, che si tratti di abbigliamento o design, cibo o destinazioni per le vacanze, colori delle auto o tagli di capelli. Una regola trasversale che riguarda quasi ogni aspetto della nostra vita. Nel periodo compreso tra la fine degli Anni 80 e l’inizio del 21esimo secolo gli appassionati dei lunghi viaggi su due ruote, con bagaglio e passeggero al seguito, avevano occhi quasi solo per una certa categoria di moto, le stradali di grossa cubatura, di solito con motori quattro cilindri, che andavano dalle super tourer alle sport tourer. E tra una categoria e l’altra c’era tutta una serie di sfumature, proprio come succede oggi nel variegato mondo delle crossover.
A cavallo tra gli Anni 80 e 90 la Honda VFR750F fu tra le prime di grande successo. La Kawasaki ZZR 1400, in epoca più recente e con altre caratteristiche, fu un’altra rappresentante molto apprezzata per le sue prestazioni elevatissime e la sua predisposizione a viaggiare per centinaia di chilometri senza affaticare più di tanto. Come del resto la BMW K 1300 S che correva imperturbabile come un treno ad alta velocità, portandosi al seguito bagagli per tre settimane di vacanza. Ne citiamo tre, ma c’era davvero un mondo in cui scegliere... Nel frattempo, però cresceva il successo delle maxicrossover, con la loro inequivocabile versatilità che le rendeva ottime viaggiatrici: erano magari meno veloci da casello a casello di una GT, ma sapevano conquistare con un’irresistibile immagine avventurosa e quello sguardo rivolto più lontano possibile, anche quando l’asfalto lasciava spazio allo sterrato. In un attimo non bastava più guidare fino a Capo Nord. Qualche chilometro di strada bianca era la condizione sine qua non per sentirsi davvero dei globetrotter. E in un tempo davvero rapido le stradali pure da turismo si sono ritrovate nell’oblio, anche perché le Case produttrici, che meglio di chiunque studiano le tendenze di mercato, ne hanno interrotto lo sviluppo facendole, di fatto, quasi sparire dai listini.
Ad oggi l’offerta è ridotta a pochi modelli, e quelli che ci sono fanno numeri piccoli, almeno in Italia. Un grande plauso va quindi a Suzuki che decide di crederci, lanciando sul mercato una Gran Turismo davvero degna di questo nome, la GSX-S1000GT. E va ricordato che la casa di Hamamatsu ha una lunga tradizione nel settore, perché già dagli Anni 80 ha sfoderato apprezzatissime GT e sport tourer motorizzate proprio con i 4 in linea della famiglia GSX.
L’equipaggiamento
Come anticipato qualche settimana fa nel momento della presentazione la GSX-S1000GT non è una GSX-S1000 rivestita. Certo, gran parte della base tecnica (vedi box) è in comune con la naked sportiva lanciata nel corso del 2021, ma la GT propone macro-differenze non solo a livello stilistico e protettivo dettate dalla carenatura, ma anche ergonomico, nella capacità di carico, nell’equipaggiamento, nell’elettronica. Una moto che vede la luce con la chiara intenzione di solleticare la fantasia di chi sogna di viaggiare lontano, macinando chilometri sui veloci asfalti delle autostrade, delle strade a scorrimento veloce e di quelle secondarie.
Ma com’è da vicino la nuova Gran Turismo giapponese? Beh, noi la troviamo bella. Quantomeno perfetta per incarnare l’immaginario che scatenano moto di questo genere. Ha linee moderne, con il giusto mix di design aggiornatissimo fatto di tagli netti, soprattutto nella parte anteriore, e un posteriore più classico dove troviamo due valigie laterali, fornite di serie, dalla uguale capacità di carico di 36 litri grazie al posizionamento basso dello scarico. Occhio di riguardo anche per il passeggero che ha a disposizione un’ampia porzione di sella e maniglie per ancorarsi.
La vista laterale mette in luce la presenza di deflettori verniciati a contrasto, utili ad allontanare i flussi d’aria dalle gambe del pilota. Che simulano tra l’altro quelle ali aerodinamiche che oggi fanno tanto racing. Il frontale è decisamente aggressivo, senza essere troppo manga style, con due piccoli fari a led posizionati proprio ai lati del muso. Non troppo esteso il plexi standard non regolabile, che comunque svolge degnamente il suo lavoro, come avremo modo di verificare durante il nostro test (e ne esiste anche uno più ampio tra gli optional). Si percepisce l’approfondito lavoro svolto in galleria del vento per rendere questa GSX-S1000GT quanto più possibile stabile e protettiva anche alle alte velocità. E da una azienda che ha in listino una certa signora Hayabusac’era da aspettarselo. In generale le finiture sono di livello alto, gli accoppiamenti ben realizzati e le verniciature di eccellente fattura. Sensazione premium.
La Suzuki GSX-S1000GT condivide parte della base tecnica con la sorella nuda GSX-S1000 lanciata pochi mesi fa, dalla quale riprende il collaudato 4 cilindri in linea da 999 cc, con distribuzione bialbero a catena posizionata lateralmente, 4 valvole per cilindro, raffreddamento a liquido e alimentazione con 4 corpi farfallati RbW da 40 mm. Un motore ovviamente Euro5, che rispetto alla precedente versione Euro4 presenta aggiornamenti in tutti gli ambiti, oltre a un impianto di scarico 4-2-1 completamente riprogettato (anche la valvola del sistema Suzuki Exhaust Tuning è posizionata in modo diverso), un nuovo airbox, alberi a camme con profili rivisti e frizione (con antisaltellamento) assistita per risultare più morbida nell’azionamento. Oltre a guadagnare 2 CV rispetto alla precedente versione, il motore ora offre una coppia mediamente superiore lungo tutto l’arco di erogazione.
Il telaio, sempre comune alle due GSX-S, è di tipo a doppia trave in alluminio, di chiara derivazione sportiva. Onore a Suzuki che mantiene questa scelta progettuale - anche se più costosa nella produzione - rispetto a un mondo moto che mediamente sta “tornando” a orientarsi verso più pesanti strutture in acciaio. La GSX-S1000GT e la GSX-S1000 condividono inoltre le quote ciclistiche (a partire dall’interasse di 1.460 mm), il forcellone arcuato (sempre in alluminio), il reparto freni, i cerchi da 17” con razze di disegno sportivo e il reparto sospensioni con forcella KYB completamente regolabile e mono regolabile nel precarico molla e freno idraulico in estensione. Il telaio reggisella, un traliccio di tubi di acciaio, è invece specifico per la GSX-S1000GT e nasce ovviamente per garantire adeguata capacità di carico e spazio per i viaggi in coppia, oltre a un’ergonomia più confortevole. In comune con la GSX-S1000 anche il nuovo quickshifter bidirezionale, mentre altre due peculiarità della GT sono il display TFT da 6,5” con conettività (di cui parliamo in altra parte del servizio) e il cruise control. Questo può essere regolato tra i 30 e i 180 km/h, mentre si viaggia in seconda o in qualsiasi rapporto superiore. La funzione Resume riattiva il sistema e riaccelera fino alla velocità precedentemente impostata dopo una frenata.
Forse non tutti ricordano che Suzuki ha una lunga tradizione nel settore delle “Gran Turismo” perché già dagli Anni 80 ha sfoderato apprezzatissime GT e sport tourer motorizzate proprio con i 4 in linea della famiglia GSX
Suzuki GSX-S1000GT: il primo contatto
Una volta in sella continuano le belle impressioni. Seduta comoda e alla giusta altezza, 810 mm, distanza del manubrio corretta e pedane proprio lì, dove ci saremmo aspettati di trovarle. Tutto è pensato per il comfort più assoluto, con il manubrio montato su supporti elastici e le pedane rivestite in morbida gomma.
Sotto ai nostri occhi un nuovo pannello TFT LCD a colori da 6,5” di facilissima lettura, completo nelle informazioni e che ci permette anche di gestire le varie impostazioni, tutte settabili tramite il joystick sul blocchetto sinistro, pratico anche con i guanti indossati, che non è sempre così scontato. La navigazione dei vari menu è facile ed intuitiva. Pochi i pulsanti sul manubrio, soluzione che apprezziamo alla luce della sicurezza durante la guida. E valida la possibilità di visualizzazione cartografica, per utilizzare le app dedicate a percorsi, turismo e navigazione. La Suzuki GSX-S1000GT non è dotata di piattaforma inerziale, motivo per cui i suoi ausili alla guida sono di fatto un po’ basici, soprattutto alla luce di quello che offre oggi il mercato. Oltre all’ABS obbligatorio, c’è un nuovo traction control (ora settabile su 5 livelli di intervento e disattivabile), c’è il quickshifter bidirezionale dal funzionamento perfetto e ci sono anche tre mappe motore che variano l’erogazione della potenza grazie alla presenza del comando ride by wire che agisce su corpi farfallati a controllo elettronico.
Non manca il cruise control, sempre utile su questa tipologia di moto, che merita una lode per la facilità d’uso e che va a completare la dotazione in ottica turistica. Certo che l’appetito vien mangiando e quindi sulla GSX-S1000GT ci sarebbe piaciuto trovare un portapacchi, un cavalletto centrale e un manopolone per regolare il precarico dell’ammortizzatore. Crediamo non avrebbero inciso in maniera così rilevante sul prezzo finale (16.090 c.i.m., una cifra molto allettante) e avrebbero reso la Suzukona più vicina all’ideale di Gran Turismo “definitiva”.
Un press test diverso dal solito
L’idea degli uomini Suzuki per farci provare la loro nuova creatura ci è piaciuta. Un press test diverso dal solito: questa volta non abbiamo un itinerario stabilito da percorrere al seguito degli immancabili apripista, ma avremo la moto a nostra completa disposizione. Ci viene dato appuntamento in un resort nei dintorni del lago di Iseo, dove dovremo arrivare in tempo per l’aperitivo. Questa l’unica condizione. Che strada fare siamo liberi di sceglierlo noi. Grazie anche all’ausilio della app Suzuki mySPIN che permette di abbinare il proprio smartphone alla strumentazione di bordo con tanto di navigatore corner by corner. App che funziona bene ma che necessita di un minimo di apprendistato per riuscire ad abbinare correttamente il proprio telefono e scoprirne le funzionalità. Abbiamo tutto il pomeriggio per goderci in autonomia la nostra GT e anche il maltempo che ci aspetta fuori dall’hotel non ci spaventa più di tanto. Abbigliamento top e una moto che non teme nulla. Si va. Impostiamo la prima parte del tragitto per provare la GT in autostrada dove ci aspettiamo sia decisamente a suo agio. E bastano davvero poche decine di chilometri per averne una indiscutibile conferma. Pam, pam, pam, dentro una marcia dopo l’altra partiti dal casello e in un battito di ciglia siamo alla velocità codice. Il motore è sempre lui e ci tiene a precisarlo, sempre. Il quattro in linea da 999 cc eroga 152 CV a 11.000 giri con una coppia di 106 Nm a 9250 giri. Coppia che viene sprigionata con una linearità impressionante e con una risposta al comando del gas perfetta, quindi un passo avanti anche rispetto alla naked GSX-S1000 che nel corso del press test a lei riservato nella scorsa primavera ci era sembrata perfettibile, a causa di un effetto on/off percepibile in alcuni frangenti.
La GSX-S1000GT viaggia imperturbabile alle scie di altri mezzi e al maltempo, protegge il pilota in modo efficace, vibra zero e ha un motore che, se si decide di acquistare velocità, chiede solo che venga ruotata la manopola del gas. Sferrandoti un sonoro calcio nel sedere e proiettandoti a velocità siderali in poche centinaia di metri. Con i 152 CV che spingono sempre, senza mai perentori cambi di carattere.
Non si scompone
Le sospensioni lavorano egregiamente filtrando in modo corretto le piccole asperità e non perdendo mai di sostegno idraulico anche nei violenti giunti di raccordo autostradali affrontati a velocità sostenuta. Una goduria e un rammarico allo stesso tempo, visto che il tratto autostradale ce lo siamo già bevuto tutto d’un fiato. Imboccata la tortuosa statale che ci porta verso il lago, iniziamo ad apprezzare l’efficace resa dinamica tra le curve. La GSX-S 1000GT si muove agile e non impensierisce né per il peso, 226 kg dichiarati in ordine di marcia, né per le dimensioni che, in sella, non vengono minimamente percepite. Nella guida mette in mostra le sue origini sportive ed entra in curva perentoria e piantata sulle ruote. Percorre la linea impostata con rigore assoluto e assorbe proprio tutto senza mai scomporsi. La posizione in sella concorre ad accrescere il senso di padronanza del mezzo e anche i cambi di direzione vengono affrontati con la giusta velocità e precisione. All’altezza la frenata che si avvale di pinze Brembo radiali e dischi da 310 mm di diametro e corretto il setting del sistema ABS. Il motore, anche nel misto, è un portento di godibilità. Permette di viaggiare in sesta con un filo di gas anche sotto ai 50 km/h, da dove però riprende con veemenza al minimo richiamo. E in men che non si dica eccoci imboccare il vialetto alberato che ci conduce al nostro meeting point... Davvero esente da critiche, la nuova Suzuki GSX-S1000GT svolge a livelli di eccellenza il compito per il quale è stata pensata, viaggiare. Con il suo pilota coccolato nel comfort e divertito da una resa dinamica da riferimento di categoria.
La GSX-S1000GT è nata per viaggiare e Suzuki oltre ad offrire di serie le borse laterali ha studiato una linea di accessori pensati proprio per il turismo, ma anche per chi ha pruriti sportivi
La Suzuki GSX-S1000GT è dotata di serie di valigie laterali da 36 litri l’una, una capacità di carico che i viaggiatori potranno ampliare con la borsa da serbatoio disponibile nel catalogo di accessori originali Suzuki. Quella nella foto (dove compare insieme ad altri accessori) è il modello grande, espandibile da 11 a 15 litri e dotato di tasche esterne. Per chi la preferisce, c’è anche una borsa da serbatoio piccola, con capacità da 5 a 9 litri. Entrambe si fissano alla moto con il sistema a sgancio rapido Tanklock, l’anello posizionato sulla ghiera del tappo benzina.
Continuando con gli accessori opzionali dedicati ai grandi viaggiatori, ecco il plexi rialzato e le manopole riscaldabili su tre livelli di intervento, amatissime dai motociclisti che utilizzano la moto tutto l’anno, ma utili anche nelle mezze stagioni. Nel catalogo non sono invece presenti un portapacchi, e di conseguenza nemmeno un bauletto. Con molta probabilità ci penseranno i produttori di accessori aftermarket.
E poi c’è tutta una serie di componenti di personalizzazione in tono sportivo, che vanno dalle pinze Brembo di colore rosso ai filetti adesivi (in cinque varianti cromatiche) per i cerchi. Per gli amanti delle parti “racing” ecco i parafanghi anteriore e posteriore in carbonio, oltre a varie cover motore. Non mancano poi le leve al manubrio ricavate dal pieno in alluminio, le protezioni per le leve stesse o i vari tamponi di protezione da applicare ai mozzi o gli slider per la carena che evitano danni in fase di scivolata. E non li abbiamo elencati tutti...
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.