Triumph Speed Triple 1200 RS: la LEGGE del 3
Anche la Casa inglese scende nell’arena delle hyper-naked con un prodotto di altissimo livello: il suo triple è orgasmico, così come la ciclistica. Signori, ecco la Speed più affilata di sempre
IL MITO RESTA VIVO
Volete sapere se c’è una cosa in comune con la “vecchia” naked Triumph? Sì, c’è, ed è il nome: Speed Triple. Sì, rimane il family feeling, ma poco di più! Rimane il leggendario doppio faro anteriore, ora full LED, e il suo sguardo inconfondibile. Le sovrastrutture sono più snelle. E i fianchi più stretti. Il codino posteriore è più sottile e aggressivo, tanto che la Speed Triple 2021 potrebbe essere quasi confusa con la sorellina Street Triple, della quale ricalca la compattezza di insieme. Compattezza e leggerezza che diventano dati oggettivi andando a spulciare tra le novità a livello di telaio, che è dimagrito del 17% rispetto al precedente, con un baricentro posizionato più in basso e spostato verso l’asse anteriore per accentuare la centralizzazione delle masse. Nel pregiato telaio in alluminio trova posta il nuovo tre cilindri (-7 kg), con inerzie ridotte e che ora raggiunge i 1.160 cc: eroga 180 CV a 10.750 giri, 125 Nm di coppia a 9.000 giri (con una curva molto piatta) e ha il limitatore tarato a 11.150 giri.Il nuovo motore tre cilindri ora raggiunge i 1.160 cc: eroga 180 CV a 10.750 giri, 125 Nm di coppia a 9.000 giri e ha il limitatore tarato a 11.150 giri
Infilare un rapporto dopo l’altro a pochi giri dall’intervento del limitatore è un godimento assoluto, anche perché la voce del tre cilindri agli alti è davvero esaltante
IN PISTA A IMOLA
Imola per noi è un tracciato nuovo e la Speed ci accompagna sorniona alla scoperta della sequenza di curve. Un ottimo apprendistato per valutarne la resa nella guida non proprio da time attack. Posizione in sella votata all’utilizzo stradale, manubrio abbastanza aperto: impostiamo la mappa Track, la più aggressiva, ma la risposta del comando del gas rimane molto gestibile e, anche nelle varianti più strette, non c’è il minimo on-off. La spinta del motore è davvero fantastica, con un tiro ai medi meraviglioso che non invoglia a cercare la parte altissima del contagiri, ma ad utilizzare continuamente il quick-shifter: i rapporti al cambio sono perfettamente contrastati e la velocità nelle scalate più “assassine” è al top... qualità che permette di godere in ogni istante del “muggito” che arriva dall’aspirazione! Al secondo turno ci sentiamo più “in palla” e, dopo un paio di passaggi necessari a scaldare le Pirelli Diablo Rosso IV (davvero all’altezza della lunga giornata di test), nell’interminabile curvone del Tamburello richiamiamo all’appello tutti i 180 CV della Speed RS. L’erogazione si fa veemente pur senza essere mai troppo esplosiva da mettere in apprensione il pilota. La moto fa strada in maniera assolutamente efficace, acquistando velocità senza la minima esitazione. Il motore mette in mostra tutte le sue qualità erogando la potenza come un cazzotto ben assestato vestito da un guanto di velluto. Sbam, l’essenza del tre cilindri sbattuta in faccia senza filtri: il tiro è spaventoso e ha un’interessante propensione all’allungo! Cosa volere di più - ci chiediamo - mentre buttiamo l’occhio al display che indica velocità di una certa importanza per essere in sella a una moto che, tutto sommato, viene venduta come una raffinata roadster? Ma alle alte velocità viene fuori l’unico difettuccio della Speed: il rivestimento della sella scivoloso costringe a stringere molto le ginocchia al serbatoio per evitare di appendersi troppo al manubrio per contrastare la forza dell’aria. Comunque... infilare un rapporto dopo l’altro a pochi giri dall’intervento del limitatore è un godimento assoluto, anche perché la voce del tre cilindri agli alti è davvero esaltante, così come la frenata garantita dall’impianto Brembo, che offre la possibilità di regolare l’interasse della pompa radiale, un plus fantastico.L’anteriore della Speed regala sempre un ottimo feeling sia in ingresso curva che in percorrenza, dove segue fedelmente la linea impostata con grande rigore
CON IL COLTELLO FRA I DENTI
Le sospensioni hanno il setting standard e purtroppo, come spesso succede alle presentazioni, non abbiamo il tempo di cucircele addosso. Hanno comunque una resa perfetta, con un valido sostegno idraulico della forcella in frenata che si distende, poi, alla giusta velocità prima di andare a prendere il punto di corda. Se capita di arrivare un pelo lunghi, l’abbinata pneumatici-sospensioni ci mette una bella pezza, permettendo di entrare in curva comunque: l’anteriore regala sempre un ottimo feeling sia in ingresso curva che in percorrenza, dove segue fedelmente la linea impostata con grande rigore, mantenendosi svelto anche nei cambi di direzione più repentini, tipici delle strette varianti del tracciato di Imola. Anche alla voce elettronica i voti sono molto alti: il traction control, che si manifesta solo con l’accensione della spia di intervento sul cruscotto, non sporca mai troppo la guida con tagli repentini. Solo il wheelie control, a volte, interviene in maniera un po’ brusca… ma stiamo comunque parlando di una moto che fa dell’utilizzo su strada il suo lavoro più importante. Esente da critiche il setting dell’ABS, che non rimanda mai alcuna pulsazione alla leva, anche nelle frenate più aggressive.La nuova Triumph Speed Triple 1200 RS non aspetta altro che misurarsi con tutte le altre rivali