2Electron Emula: Illusione DIABOLICA e seduttrice
Siamo saliti per primi sul prototipo della supersportiva elettrica capace di simulare qualunque motore a benzina per replicarne le sensazioni. Il risultato? Sensazionale...
Emula: l'elettrica con un’anima (anzi 3)!
Un giro è una 250 2T lenta a entrare in coppia e poi strepitosa; il giro dopo è una 4 in linea 600 che urla e urla in fondo al rettilineo; il giro dopo ancora è una V2 con tanto tiro sotto e un timbro gutturale
COME TU MI VUOI
Si anima come? Qui sta il bello. Emula ha una libreria potenzialmente sterminata di comportamenti e di feeling diversi, e si risveglia ogni volta con la personalità che desideriamo (una cosa, se vogliamo, al limite del pornografico). Un giro è una 250 2T lenta a entrare in coppia e poi strepitosa; il giro dopo è una 4 in linea 600 che urla e urla in fondo al rettilineo; il giro dopo ancora è una V2 con tanto tiro sotto e un timbro gutturale. Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: non è il suono che fa la magia, anche se è quello che ti aspetti ed esce da dove deve uscire – da sotto il codone quello di scarico, da sotto il serbatoio quello di aspirazione. Ma ad entrarti veramente dentro, come sa bene chi conosce il rock, è la linea di basso: ovvero le vibrazioni, che da sotto la sella passano direttamente nello stomaco e nella spina dorsale. E la Emula vibra davvero come un 2T o come un 4T, tanto che a occhi chiusi è impossibile pensare che lì sotto ci sia “solo” un motore elettrico.Il ponte di comando sembra tradizionale: si controlla quasi tutto attraverso il touch screen. Il codone contiene sia il sistema che genera le vibrazioni che un sub-woofer per i suoni più bassi
Jonathan Duò, l’ideatore del progetto Emula, e Francesco Spagnolo, il CEO di 2electron startup hi-tech con base a Venaria Reale, poco lontano da Torino
100% MADE IN ITALY
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, riassumiamo cosa c’è dentro Emula: un motore elettrico e un pacco batteria ad alte prestazioni (la versione definitiva è annunciata per 250 km/h), più il sistema che replica in toto una serie di motori potenzialmente infinita: curve di coppia, rapporti al cambio, sound e vibrazioni, con prestazioni realistiche e parametrate sul peso e le altre caratteristiche di Emula.Un’idea se vogliamo anche semplice, ma che non era venuta a nessuno: tanto è vero che è stata coperta da un brevetto internazionale. E poi tanto semplice non è, se si va a vedere tutto quello che serve per ricreare l’illusione del motore a benzina. Dietro ci sono tanto ingegno e tanto lavoro: entrambi italiani, e questo dovrebbe renderci orgogliosi, visto che siamo un Paese che di innovazione parla tanto, ma alla fine ne fa ben poca.
NESSUN VEICOLO ELETTRICO AVEVA MAI MESSO AL CENTRO LE EMOZIONI DEL PILOTA