Quando si decide di rispettare l’eredità storica anche nel suo aspetto tecnico prendono corpo oggetti come questa BMW, una cruiser che nasce dal passato ma che punta a ritagliarsi uno spazio tutto suo nel prossimo futuro
Fine settembre 2016. In un meraviglioso roof top di un hotel di Los Angeles sorseggiamo un drink ospiti di BMW per festeggiare il centenario della Casa. Tra abiti eleganti e gente giusta fa bella mostra di sé una cruiser lunga e bassissima, con un motorone boxer dalle dimensioni fuori misura e un design che rimanda ad alcuni dei modelli più iconici della storia della Casa bavarese. È solo un esercizio di stile, ma ci piace.
L’OSSESSIONE DEL PASSATO HA PERMEATO LA TESTA DEI PROGETTISTI: LO SCARICO “FISHTAIL”, E NON SOLO, SONO UN OMAGGIO AGLI ANNI 30 DI MONACO
Dove ti ho già vista?
Dopo quattro anni da quell’incontro ci troviamo nella fredda e piovosa Monaco di Baviera, headquarter di BMW: davanti ai nostri occhi lei, quella moto incontrata quattro anni fa e oggi realtà. Siamo invitati infatti alla prima prova su strada della R 18 – così si chiama la cruiser tedesca – e durante la conferenza stampa ci viene rivelato un retroscena interessante: ci sono voluti circa sei mesi di ricerche nell’archivio storico dell’azienda per permettere ai progettisti, con Roland Stocker in testa in qualità di project leader, di riempirsi gli occhi “di passato” da trasferire nel presente. Sì, perché la R 18 è una cruiser dal sapore retrò: il cardano lasciato “a vista” si specchia sulla meravigliosa cromatura dello scarico destro e la linea perfettamente diagonale che unisce serbatoio, telaio e forcellone è identica a quella della R63 degli Anni 30. La cura costruttiva della R18rasenta il maniacale: la verniciatura del serbatoio con doppio filetto dipinto a mano è una gioia; il cockpit di comando è privo di cavi elettrici, fatti correre all’interno del manubrio, e il singolo strumento circolare mette in mostra con orgoglio la scritta “Berlin built”, costruita a Berlino.
Quello montato
sulla R 18 è il più grande motore boxer costruito da BMW:
le valvole sono azionate da un sistema ad aste
e bilancieri che si ispira a quello della serie R5/R51/R52, prime boxer
del Dopoguerra
La R 18 è un inno alle cose ben fatte: il risultato finale non raggiunge la voluta opulenza di alcune cruiser americane, ma è assolutamente spettacolare. Il pezzo forte è naturalmente il suo “big boxer”, che intreccia soluzioni tecniche del passato, come l’azionamento delle valvole tramite un sistema ad aste e bilancieri integrate, ad altre più moderne come la doppia accensione.
Un boxer da 1.802 cc con raffreddamento misto aria-olio, oltre 110 chili di peso (compreso il cambio e il sistema di iniezione) e che predilige i bassi, bassissimi regimi: a 2.000 giri, infatti, sbatte a terra oltre 150 Nm di coppia dei 158 disponibili. E, visto che parliamo di numeri, la potenza massima è di 91 CV a 4.750 giri.
Pur se heritage nel DNA, non manca la giusta dose di elettronica per aumentarne il piacere di guida e la sicurezza: tre mappe motore - Rain, Roll e Rock - con quest’ultima che permette un leggero pattinamento del posteriore grazie ad una taratura dell’ASC, il controllo di stabilità, meno invasiva; ben settato anche il sistema MSR, che impedisce il bloccaggio della ruota posteriore in caso di scalate troppo repentine.
QUELLO DELLA R 18 È,
IN ASSOLUTO, IL PROGETTO ECONOMICAMENTE PIÙ IMPEGNATIVO MAI SOSTENUTO DA BMW
PER LA REALIZZAZIONE
DI UNA MOTO
BMW R 18 First Edition: la prova
In sella la posizione è perfetta: per fortuna i piedi appoggiano entrambi a terra grazie alla ridotta altezza della sella (690 mm) e l’apertura del manubrio ci mette a nostro agio. Ma il cavalletto è là in fondo, e alzare la R 18 richiede un po’ di mestiere. Ma è quando pigiamo il tasto di accensione che veniamo colti di sorpresa dal violento sussulto del boxerone, che ci fa quasi scappare il manubrio dalle mani: la R 18 è una moto “viva” che si scuote tra le nostre gambe. Al minimo le oscillazioni sono davvero evidenti e ce la fanno amare subito.
Dentro la prima. Per via della conformazione del motore si ha una ridotta possibilità di variare la posizione dei piedi sulle pedane, e grazie a una frizione puntuale nello stacco ma non proprio morbida da azionare, muoviamo i primi metri. Viste le dimensioni e i pesi in gioco, la R 18 necessita di un minimo di apprendistato prima di intrufolarsi nel congestionato traffico mattutino, anche se dobbiamo riconoscere che la confidenza arriva in fretta. L’erogazione è muscolosissima, ma tenuta a bada dà una risposta del comando del gas davvero perfetta. I rapporti vanno snocciolati uno dopo l’altro senza la necessità di superare i 3.000 giri, anche grazie a un cambio giustamente contrastato, preciso e dalla corsa corretta.
La R 18 si muove maestosa sulle prime strade a scorrimento veloce che affrontiamo per lasciarci Monaco alle spalle e raggiungere la campagna bavarese… peccato solo che la nostra compagna inseparabile sia una pioggia incessante per tutta la giornata. Durante il veloce trasferimento autostradale proviamo a cercare il fondo corsa della manopola del gas. La R 18 acquista velocità in maniera repentina, trasmettendo però al pilota molte vibrazioni all’altezza della sella. Il motore fa sempre sentire la sua presenza, ma torna sornione una volta raggiunta la velocità di crociera – 120/130 km/h – dove la cruiser tedesca veleggia imperturbabile anche grazie a una taratura azzeccata delle sospensioni: giusto sostegno idraulico e confortevole assorbimento delle asperità rendono la R18 precisa in percorrenza di curva e limitano la tendenza al sottosterzo, nonostante l’interasse importante. Certo, i repentini cambi di direzione non sono il suo pezzo forte, così come le frenate aggressive in ingresso curva. Anche perché, pur avendo sufficiente potenza, l’impianto frenante necessità di una certa pressione sulla leva anteriore per rallentare rapidamente la corsa dei quasi 350 kg della R 18. La cruiser di BMW si esalta nel passeggio, quando ci gode tutte le bordate di coppia che il boxer rende disponibili in maniera istantanea ad ogni minima rotazione del comando del gas, sempre sotto il vigile controllo del traction control.
Alla conquista del mondo
Una scelta coraggiosa, per BMW, voler ritornare in un segmento “sondato”, quasi 25 anni fa, con la R 1200 C: all’epoca l’operazione fece scalpore, in primis perché BMW entrava nel recinto Harley-Davidson. Un’operazioneaffascinante quella, ma che ebbe poco successo: ma i tedeschi, lo sappiamo bene, sono un popolo che poco tollera gli insuccessi e, proprio per questo, hanno deciso di riprovarci con una cruiser capace di far innamorare. Come andrà questa volta?
Il prezzo
La BMW R18 First edition (omologata Euro5) è in vendita da 22.990 euro chiavi in mano.
Editoriale Domus Spa
Via G. Mazzocchi, 1/3 20089 Rozzano (Mi) - Codice fiscale, partita IVA e iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n. 07835550158
R.E.A. di Milano n. 1186124 - Capitale sociale versato € 5.000.000,00 -
Tutti i Diritti Riservati -
Privacy -
Informativa Cookie completa - Gestione Cookies - Lic. SIAE n. 4653/I/908