Ducati Panigale V2: i numeri giusti
Ha 155 CV, pesa 176 kg e lo stile, unico e inconfondibile, della Panigale V4. La bicilindrica sa dire la sua fra i cordoli (di Jerez), ma si può guidare con piacere anche su strada
Questa moto non stanca. Si sale a bordo e ci si trova a proprio agio: serbatoio stretto da stringere fra le gambe, manubrio largo, pedane alla giusta altezza. Non si è appoggiati sopra, ma inseriti in un corpo macchina che non è solo stretto e compatto, ma anche invitante e non scomodo
Il senso dei numeri della Panigale V2
155 cavalli per 176 kg. Significano solo una cosa: che in uscita di curva si può spalancare il gas senza terrore e senza sentirsi strappare le braccia. In più, in questo specifico caso, ci sono i controlli. Che sono stati implementati e migliorati e ora c’è anche la piattaforma inerziale che, con la sua mano invisibile, monitora il traction control, l’anti-wheeling e l’ABS, che ora è cornering. Sulla V2 debutta anche il quickshifter bidirezionale, il monobraccio in alluminio, uno scarico sotto motore che quasi non si vede (ma si sente) e una carenatura pulitissima dove, nella zona anteriore, sbuca la voluminosa presa d’aria incorniciata dalle luci a led.La Ducati Panigale V2 non è solo bella, ma anche compatta, curata e molto proporzionata
Bella ma non solo
Si possono passare ore a guardare la nuova sportiva bolognese che tanto, da ogni angolazione si rimiri, offre l’occasione per stupirsi. Perché non è solo bella, ma anche compatta, curata e molto proporzionata. Anche il pneumatico posteriore (da 180/60) le regala un po’ di leggerezza in più. E non dispiace affatto come sia accordato a quel posteriore slanciato e proteso verso l’alto. C’è posto per il passeggero, pungesse vaghezza. Che portarlo sia una buona idea, non so dirvelo. Non ho avuto l’occasione ma lo spazio, ad occhio, mi pare sia piuttosto striminzito. Però, godersela da soli, può bastare. Ne ho avuto conferma sul circuito di Jerez de la Frontera (Spagna) dove, dopo quattro turni, avrebbero dovuto spararmi per tirarmi fuori.La nuova Ducati Panigale V2 è un buon piatto di lasagne, alla bolognese ovviamente: tanto sapore nella giusta quantità. Che verrebbe voglia di fare il bis, una volta asciugata la bocca
In pista a Jerez con la nuova Ducati Panigale V2
Il fatto è che questa moto non stanca. Si sale a bordo e ci si trova a proprio agio: serbatoio stretto da stringere fra le gambe, manubrio largo, pedane alla giusta altezza. Non si è appoggiati sopra, ma inseriti in un corpo macchina che non è solo stretto e compatto, ma anche invitante e non scomodo. La voce del bicilindrico è roca, non maleducata e non troppo incisiva. Se siete in sella sentite il rumore della vostra moto, ma non delle altre che vi passano vicino. A volte è un bene… Sulle prime, i 155 cavalli del bicilindrico sembrano un po’ pigri: fino ai 5.000 giri la spinta è molto morbida. Dopo questo regime, ci si invola in un crescendo rossiniano fino al limitatore che bisogna saper prendere e anticipare: all’inizio vi sembrerà un “coitus interruptus”. Sì perché il twin bolognese ha tanto da dire anche oltre i 10.500 giri. E viene zittito in modo un po’ brusco. Pace: si può passare alla marcia successiva in un “tac”, senza schiacciare la frizione e senza perdere troppi giri. Nel mentre, potete godervi la ciclistica: sospensioni non troppo rigide ma molto precise e impianto frenante che non molla, nemmeno dopo molte tornate. La taratura del freno motore (come quella dell’ABS) si può modificare su tre livelli. Con entrambi su step mediani, si guida che è un piacere.La voce del bicilindrico è roca, non maleducata e non troppo incisiva. Se siete in sella sentite il rumore della vostra moto, ma non delle altre che vi passano vicino. A volte è un bene…
Stefano Strappazzon, il project manager della Ducati Panigale V2 ci spiega nei dettagli le novità della bicilindrica bolognese