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Anteprime

Kawasaki Z900RS CAFE, viaggio nel tempo

Federico Garbin
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Una moto per sognare accucciati dietro al cupolino, questa l'essenza della nuova naked dal look retro di Akashi. Una modern classic che ha tanto stile e tutto quel che serve per divertirsi su strada

Kawasaki Z900RS CAFE, viaggio nel tempo
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Serbatoio, sella e parte bassa del cupolino disegnano una linea retta che corre parallela al suolo. È un design classico, orizzontale; un profilo che rimanda, immediatamente, alle moto di una volta. Ma la Z900RS CAFE non è una moto antica. “Post-heritage”: così i tecnici Kawasaki amano definire lo stile di questo modello: “Abbiamo preso gli elementi distintivi di una delle moto più significative della nostra storia e li abbiamo modernizzati, eternizzando un concetto”. L’omaggio è alla mitica Z1 del 1972: il codino avvolgente, la strumentazione a due quadranti, le alette di raffreddamento sul motore… questi particolari parlano una lingua antica, che nulla ha a che fare con la modernissima Z900, la nuda che si nasconde sotto queste vesti.

Dettagli che contano

Ma non è del tutto vero: sono tante le differenze fra questa moto e la sua “cugina” dall’aspetto manga. È differente il telaio, il motore, persino la dotazione elettronica, su questo modello ben più consistente grazie all’impiego del controllo di trazione KTRC, regolabile su due livelli ed escludibile. Ad accomunarle pensano le prestazioni. Già, dietro un aspetto scenografico e senza tempo si nasconde un quattro cilindri pepato, una ciclistica obbediente e una perfezione che sfiora l’impersonale. Accendetela, la Z900RS CAFE: il minimo del suo motore quattro cilindri è stabile, sicuro, la rumorosità meccanica assente e il singolo silenziatore di scarico non emana che vaghissimi residui di combustione; mica come la prima “Z”, quella del ’72 appunto, che bruciava quello che poteva ma non bene e non tutto. La modernità è questo ma è anche altro: sono freni che frenano davvero e pneumatici che si incollano sull’asfalto senza mollare di colpo la presa. Sono 111 CV facili da gestire perché l’erogazione è elettrica e certa: ad ogni movimento del polso corrisponde una reazione mai esagerata e mai insipida. A differenziare questa versione dall’altra classica di famiglia Z900RS pensano alcuni dettagli estetici: il cupolino, la sella sportiva e il manubrio basso. È una questione principalmente estetica, quindi, ma la posizione in sella è differente e, di conseguenza, anche il feeling durante la guida: sulla CAFE si guida più caricati sulla ruota anteriore e si apprezza maggiormente la taratura sostenuta della forcella. Sì, non aspettatevi una naked retrò flaccida e fuori forma; la RS CAFE sa dire la sua dove c’è da guidare: beccheggia poco e anche il posteriore non si siede quando si va a riprendere in mano il gas in uscita di curva. Che poi è sempre una bella soddisfazione: la spinta è decisa e priva della minima incertezza.

La prova su strada

In un mondo dove le modern classic sacrificano spesso comfort e fruibilità sull’altare dello stile, questa Kawasaki sa differenziarsi in modo positivo. Prima di tutto: è comoda e versatile. L’unico appunto che le si può fare è relativo alla larghezza del serbatoio nel punto di giunzione con il piano di seduta, un po’ largo. La sella è però molto comoda e ben imbottita, il manubrio, anche se basso, si impugna senza difficoltà e non obbliga in alcun modo la schiena; le pedane sono lontane dal piano di seduta senza essere vicine al suolo: stancarsi è difficile. Del quattro cilindri si sente la presenza attraverso vibrazioni percepibili solo a regimi medio alti. Ma tirargli il collo non serve a nulla: si può procedere a bassissima velocità anche in sesta marcia, tanta è l’elasticità.

Il segmento delle moto neo rétro è, ora, molto articolato. Sbirciate il listino: c’è chi reinterpreta il proprio passato in chiave sportiva, chi lo segue ostinatamente e chi lo stravolge completamente. Kawasaki ha scelto una strada differente, omaggiando ciò che è stato solo attraverso citazioni stilistiche: ciò che vedete, è tutta scenografia. La Z1 del 1972 era l’H2R dell’epoca, il mezzo destinato a stupire il mondo per le sue prestazioni stellari: la Z900RS CAFE le ha rese sfruttabili, pulite, sicure attingendo a piene mani dalla tecnologia e della modernità. Ora sedetevi in sella, accucciatevi dietro al cupolino, date gas. Per un istante, un solo istante, chiudete gli occhi. Potete essere chiunque, ovunque, in qualsiasi tempo. È questo il bello della fiction.

Colori e prezzi

La Kawasaki Z900RS CAFE è disponibile solo nella colorazione Vintage Lime Green. Ed è in vendita al prezzo è di 12.490 euro chiavi in mano.

Dati tecnici dichiarati

Motore
4 cilindri in linea, 948 cc
alesaggio x corsa 73,4x56,0 mm
raffreddamento a liquido
rapporto di compressione 10,8:1
distribuzione doppio albero
a camme in testa
4 valvole per cilindro
iniezione elettronica
lubrificazione forzata a bagno d’olio

Trasmissione
finale a catena
frizione multidisco antisaltellamento
in bagno d'olio
cambio a 6 rapporti con comando meccanico

Controlli elettronici
gestibili dal pilota
Controllo di trazione

Ciclistica
telaio a traliccio in tubi di acciaio
inclinazione cannotto di sterzo 25°
avancorsa 98 mm
forcella rovesciata da 41 mm regolabile
forcellone in alluminio e ammortizzatore
regolabile in estensione e precarico

Freni
ant. 2 disco da 300 mm
pinze radiali a 4 pistoncini
post. disco da 250 mm
pinza a singolo pistoncino, ABS

Pneumatici
ant. 120/70-R17 - post. 180/55-R17

Dimensioni (mm)
lunghezza 2.100 - larghezza 845
interasse 1.470 - altezza sella 820
serbatoio da 17 litri
peso in ordine di marcia 216 kg

Prestazioni dichiarate
82 kW (111 CV) a 8.500 giri,
98,5 Nm (10 kgm) a 6.500 giri

Colori disponibili
Verde

Pregi e difetti

Pregi
Motore
Sospensioni
Difetti
Serbatoio largo
Kawasaki Z900RS Cafe
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Kawasaki Z900RS CAFE, le foto e tutti i dettagli
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