Anteprime
Nito Nes, nel segno del legno
Nasce a Torino, da una startup con il design nel DNA, ed è il primo scooter a sfoggiare una originale pedana in legno. Linea azzeccata e buone prestazioni, il NES arriverà in estate; lo abbiamo guidato in anteprima
L'azienda è nuova - tecnicamente una startup - e si chiama Nito, acronimo appunto di "Nuova Industria Torinese". Eredita la tradizione di una città che è arrivata a contare 120 costruttori di moto, ma dove nel 2015 non ne era rimasto nessuno.
Così un gruppo formato da entusiasti, designer e investitori tutti di area torinese hanno deciso di ripartire da zero: in particolare, dalle emissioni zero.
Con una gamma di veicoli a propulsione umana (bici e monopattini) ed elettrica: due ciclomotori, per ora, di cui il più interessante è senza dubbio il NES, presentato a Eicma dove ha raccolto molti consensi. L’approccio di Nito è pragmatico: analizzata la sterminata offerta sul mercato cinese, ha selezionato i dieci veicoli più interessanti e quindi scelto la componentistica migliore, mettendola al servizio di un design decisamente azzeccato, su cui si innesta un plus di finitura e assemblaggio artigianali made in Italy.
Con una gamma di veicoli a propulsione umana (bici e monopattini) ed elettrica: due ciclomotori, per ora, di cui il più interessante è senza dubbio il NES, presentato a Eicma dove ha raccolto molti consensi. L’approccio di Nito è pragmatico: analizzata la sterminata offerta sul mercato cinese, ha selezionato i dieci veicoli più interessanti e quindi scelto la componentistica migliore, mettendola al servizio di un design decisamente azzeccato, su cui si innesta un plus di finitura e assemblaggio artigianali made in Italy.
Il NES ha fatto parlare di sé per la pulizia delle forme e l’utilizzo del legno (compensato preformato nautico) per la pedana. Rappresenta in un certo senso quello che un designer vorrebbe fare in assenza di vincoli dal marketing, e il risultato è decisamente gradevole, sia per la pulizia della linea 'a virgola' che nasconde gli elementi tecnici (la batteria nel pianale, il motore nella ruota posteriore) sia per l’eleganza dei materiali e degli accostamenti cromatici.
Dichiaratamente ispirato all’Honda Zoomer nella struttura, il NES è pensato per l’uso cittadino e in vacanza, e tra plastiche e legno permette di realizzare 72 combinazioni cromatiche diverse. Il motore da 4 kW è limitato a 45 km/h, ma con un’accelerazione ancora più brillante rispetto all’N3; la batteria, sempre a ioni di litio consente in questo caso una autonomia tra i 75 e gli 85 km e si ricarica in 4 ore circa. Nel nostro breve test, il NES ha mostrato una ciclistica sana, una buona distribuzione dei pesi e una disponibilità di coppia che non fa rimpiangere cilindrate ben superiori ai 50 cc. La seduta è forse un po’ infossata, ma lo spazio per le gambe è buono e il comfort, complici in questo caso le gomme "tonde" con spalla poco ribassata, è buono.
Il Nito NES sarà in vendita entro l'estate, a un prezzo di 4.750 euro, in una rete composta inizialmente da 12 dealer cui si affiancherà l’e-commerce. Il suo punto forte è indubbiamente il design: è un veicolo che annuncia da lontano la sua diversità e il suo essere elettrico. La parte tecnica passa come detto in secondo piano, ma l’omologazione è fatta in Italia a cura di Nito, e motore e batteria saranno garantiti 24 mesi. Con il NES, il piccolo pieghevole N3 e i prossimi veicoli che sta sviluppando, Nito vuole diventare il primo produttore di veicoli elettrici in Italia, superando anche chi ha le spalle più larghe. Vincerà la sua scommessa?