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Anteprime
Kawasaki Ninja ZX-10R: per vincere ancora
di Andrea Padovani
il 18/01/2016 in Anteprime
Nata in base alle indicazioni di Sykes e Rea, la nuova Kawasaki Ninja ZX-10R sfida le rivali con tanta agilità, un feeling elevato e una facilità a prova di amatore. Il suo quattro in linea rimane appuntito nell'erogazione, ma l'elettronica sofisticata e ben tarata compensa alla grande. La versione base costa 17.890 euro f.c
Kawasaki Ninja ZX-10R: per vincere ancora
Nata secondo le direttive dei due piloti del Mondiale SBK, Johnny Rea e Tom Sykes, la Kawasaki Ninja ZX-10R 2016 ha fatto un notevole passo in avanti rispetto alla versione precedente, su tutti i fronti.
La posizione di guida rimane sportiva, magari forse solo un po' sacrificata per i piloti più alti, ma perfetta per la guida impegnata; anche in virtù dei semimanubri piuttosto aperti.
La prima impressione è di una moto estremamente agile e reattiva ai comandi del pilota. Una caratteristica che rimane immutata sia che si affronti un tornantino in prima marcia (sono ben tre nella pista di Sepang, una delle più tecniche in cui abbiamo mai girato) sia nei cambi di direzione aggrediti a 160 km/h in terza.
La prima impressione è di una moto estremamente agile e reattiva ai comandi del pilota. Una caratteristica che rimane immutata sia che si affronti un tornantino in prima marcia (sono ben tre nella pista di Sepang, una delle più tecniche in cui abbiamo mai girato) sia nei cambi di direzione aggrediti a 160 km/h in terza.
Insomma, la nuova Kawasaki richiede un impegno davvero contenuto. Anche quando si spinge davvero, regalando tra le altre un comportamento in curva da SBK replica. Precisa al millimetro, è stabile anche sui piccoli avvallamenti e in frenata. Merito di una forcella ben sostenuta, ma anche precisa nell'assecondare l'azione. E nemmeno il mono sembra soffrire troppo le bordate di kgm che il quattro cilindri scarica a terra.
Qui il lavoro dell'elettronica emerge prepotente, impressionando per efficacia globale: il traction control permette di prendere in mano il gas con decisione in uscita di curva senza che si avverta mai il suo intervento. Perfetto il suo abbinamento con l'antiimpennata e lo sliding control, con cui si interfaccia in maniera ottimale, senza mai dare l'impressione che un aspetto sia preponderante rispetto a un altro. Per la conferma definitiva bisognerebbe provare la moto insieme alle rivali e a parità di gomme, ma siamo sicuri che l'eccellenza delle regine di categoria è raggiunta.
Il motore dal canto suo gioca un ruolo importante, con un temperamento che ricalca in qualche modo quello della versione precedente: insomma, come in passato, l'erogazione è leggermente appuntita. La spinta si fa decisa superati gli 8.500 giri, fino all'intervento del limitatore, oltre i 13.000.
Dunque, in uscita dai tornanti da prima marcia occorre attendere un attimo prima di sentire il classico calcio nel sedere. Così come bisogna calibrare con cura la marcia da usare, se l'obiettivo è il tempo sul giro. Ma non è una operazione impossibile; anche perché, come detto, la ciclistica di questa Kawasaki è facile davvero.
Avremmo preteso qualcosa di più invece dalla frenata, visto che la potenza non è elevatissima: occorre infatti agire con decisione sulla leva, per ottenere una staccata decisa. Ma anche qui sono sofismi... visto che nei due rettilinei principali della pista malese ci si attacca ai due dischi anteriori ben dopo il cartello dei 200 m, in sesta piena!
Ottimo anche l'intervento dell'ABS (di tipo cornering). Ma in questo caso specifichiamo che stiamo parlando di un uso amatoriale; perché quando si spinge davvero è comunque meglio escluderlo.
Qui il lavoro dell'elettronica emerge prepotente, impressionando per efficacia globale: il traction control permette di prendere in mano il gas con decisione in uscita di curva senza che si avverta mai il suo intervento. Perfetto il suo abbinamento con l'antiimpennata e lo sliding control, con cui si interfaccia in maniera ottimale, senza mai dare l'impressione che un aspetto sia preponderante rispetto a un altro. Per la conferma definitiva bisognerebbe provare la moto insieme alle rivali e a parità di gomme, ma siamo sicuri che l'eccellenza delle regine di categoria è raggiunta.
Il motore dal canto suo gioca un ruolo importante, con un temperamento che ricalca in qualche modo quello della versione precedente: insomma, come in passato, l'erogazione è leggermente appuntita. La spinta si fa decisa superati gli 8.500 giri, fino all'intervento del limitatore, oltre i 13.000.
Dunque, in uscita dai tornanti da prima marcia occorre attendere un attimo prima di sentire il classico calcio nel sedere. Così come bisogna calibrare con cura la marcia da usare, se l'obiettivo è il tempo sul giro. Ma non è una operazione impossibile; anche perché, come detto, la ciclistica di questa Kawasaki è facile davvero.
Avremmo preteso qualcosa di più invece dalla frenata, visto che la potenza non è elevatissima: occorre infatti agire con decisione sulla leva, per ottenere una staccata decisa. Ma anche qui sono sofismi... visto che nei due rettilinei principali della pista malese ci si attacca ai due dischi anteriori ben dopo il cartello dei 200 m, in sesta piena!
Ottimo anche l'intervento dell'ABS (di tipo cornering). Ma in questo caso specifichiamo che stiamo parlando di un uso amatoriale; perché quando si spinge davvero è comunque meglio escluderlo.
Durante la giornata di test della verdona abbiamo provato anche la versione kittata della ZX-10R; quella equipaggiata con scarico Akrapovic completo e con mappatura della centralina dedicata, che attiva anche il downshift (per scalare senza usare la frizione).
Con una taratura delle sospensioni più esasperata e specialistica, e grazie anche alla riduzione di peso, la moto in questa configurazione diviene una vera SBK. Ancora più reattivo nella risposta, il motore guadagna pure qualcosa ai medi regimi. Il comportamento che avremmo voluto riscontrare sulla base, penalizzata dall'omologazione Euro4. Perché ad oggi, la ZX-10R, è l'unica maxi sportiva che rispetta i nuovi vincoli in vigore dal 2016.
I prezzi? 17.890 la versione standard (grigia), 18.090 la KRT Edition (verde) e 18.790 per la Winter Edition, con colorazione speciale e terminale di scarico Akrapovic (tutti prezzi f.c.). Prime consegne proprio in questi giorni.
Con una taratura delle sospensioni più esasperata e specialistica, e grazie anche alla riduzione di peso, la moto in questa configurazione diviene una vera SBK. Ancora più reattivo nella risposta, il motore guadagna pure qualcosa ai medi regimi. Il comportamento che avremmo voluto riscontrare sulla base, penalizzata dall'omologazione Euro4. Perché ad oggi, la ZX-10R, è l'unica maxi sportiva che rispetta i nuovi vincoli in vigore dal 2016.
I prezzi? 17.890 la versione standard (grigia), 18.090 la KRT Edition (verde) e 18.790 per la Winter Edition, con colorazione speciale e terminale di scarico Akrapovic (tutti prezzi f.c.). Prime consegne proprio in questi giorni.
Kawasaki Ninja ZX-10R: per vincere ancora
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