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Elettrico: la batteria e il futuro delle moto secondo Bosch

Christian Cavaciuti il 16/11/2017 in Attualità

Anche il colosso tedesco è certo che l'elettrico continuerà a crescere, ma non smetterà di investire anche sui motori a benzina. Ecco come il più grande fornitore di tecnologia automotive del mondo vede il panorama delle due ruote nei prossimi decenni

Elettrico: la batteria e il futuro delle moto secondo Bosch
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Come ogni anno da quando è entrata in grande stile nel mondo delle due ruote, Bosch si è presentata a EICMA 2017 con un “carrello della spesa” pieno zeppo di novità piccole e grandi.

Del resto l’azienda tedesca registra diverse migliaia di brevetti ogni anno, ed è difficile seguire l’insieme delle sue attività anche restringendosi alle sole motociclette, dove si va dai sistemi ABS ai sistemi di gestione motore, e dai pannelli strumenti ai tool per la connettività.

Abbiamo per questo deciso di concentrarci su un solo tema, la cosiddetta “elettrificazione”: in parte perché Bosch ha più di un secolo di esperienza in fatto di motori elettrici, e in parte perché la sta vivendo in modo accelerato attraverso la sua presenza nel mercato dell'auto. Ne parliamo con Geoff Liersch, responsabile della divisione moto e Powersports del colosso tedesco che avevamo già incontrato un anno fa.

Geoff, nelle auto l’elettrificazione è un tema bollente come una copertina di Playboy, mentre nelle moto a malapena se ne parla.
“Sì, per molte ragioni tra cui la più importante, in entrambi i casi sono leggi e regolamenti. Anche la divisione moto è partita dalle leggi in Cina, che qualche anno fa hanno bandito i motori a scoppio dalle città. Quel mercato ci ha permesso di partire dal basso, dai motori ausiliari per bicicletta da 250 W, e iniziare a sviluppare la tecnologia. Ora anche le loro aspettative sono in crescita, forniamo già componenti per scooter da 2-3 kW (come Niu, ndr) e continueremo a crescere. Abbiamo già presentato le nostre soluzioni per la fascia da 4 a 11 kW, con il nostro tipico approccio sistemico: forniamo motore, batteria, controller, pannello strumenti e gli algoritmi di gestione per tutto. È una sfida interessante.”

Ci sono però già aziende che offrono moto da 100 kW e oltre come Zero, Energica
“Sì, di solito sono startup, più o meno piccole, ma anche i grandi costruttori tradizionali ci lavorano. È un mercato piccolo ma già molto complesso. Il problema con quelle potenze è avere abbastanza batteria per conservare una autonomia ragionevole. E comunque quello è oggi il limite: se vogliamo fare più di quanto fanno Zero o Energica – diciamo un centinaio di cavalli e una dozzina di kWh di batteria – si trovano i veri limiti dei veicoli elettrici. Limiti oggi ancora molto forti. E l’elettrico non diventerà mainstream prima che questi limiti vengano superati, specialmente in termini di densità energetica del pacco batterie e di riduzione generalizzata dei costi”.

Tesla sta scommettendo sull’enorme fabbrica in Nevada per abbattere a 130 dollari per kWh il costo delle batterie, che oggi è attorno ai 700 $/kWh. Potrebbe essere questa la svolta?
“Noi siamo nel business delle batterie da decenni, e abbiamo anche già avuto una breve esperienza di partnership con Samsung su questo tema. Il problema è che la strada dai laboratori al mercato è molto lunga. Anche solo il mondo delle celle al litio è molto vasto, e se investi su una certa tecnologia specifica, rischi di perdere tutto. Prima studi la chimica, poi l’industrializzazione, poi la grande scala; e in ogni momento puoi scoprire che hai sbagliato strada e perdere miliardi. Per questo non credo che ci saranno ‘magie’ nei prossimi anni. Saranno tutti molto cauti, un passo alla volta”.

Aspettando che il mercato cresca.
“Sì, ma solo l’auto sarà in grado di generare la domanda necessaria a farci scalare la curva di apprendimento di questa tecnologia, le moto andranno sempre al traino. Non stiamo parlando di problemi tecnologici, quelli sono già tutti risolti. Parliamo soltanto di costi e packaging, che comunque avranno enormi ripercussioni sul layout del veicolo e sulla sua dinamica. Anche nei due ruote”.

Quindi Bosch continuerà a investire nelle tecnologie tradizionali, diciamo i motori a benzina.
“Ad oggi, la riposta è che continueremo a investire nel motore a benzina a tempo indefinito. Non esistono piani per fermare la produzione di questi componenti, a meno di rivoluzioni nel campo delle batterie che oggi non si vedono all’orizzonte. È anche quando fosse, l’infrastruttura necessaria a sostenere questa transizione non verrà fatta in un giorno. Se è vero che il trend verso l’elettrico è chiaro e che una porzione sempre maggiore dell’umanità andrà a vivere nei mega-agglomerati urbani, basta pensare a zone come l’Africa, il Sudamerica o la Mongolia – dove devi percorrere molte centinaia di km per raggiungere l’insediamento successivo – per capire che ci vorranno ancora decenni”.

E gli annunci di un Paese come l’India, che già dal 2030 vorrebbe bandire i motori a combustione?
“Di solito questi annunci sono rispettati, nonostante le resistenze delle aziende. Ma quando sono troppo radicali, si sono visti anche passi indietro, come quello che qualche anno fa ha dovuto fare la California, che pure è molto più piccola e più ricca dell’India, sulle emissioni zero. Quello che è importante per le Case e per noi fornitori di tecnologia è di conoscere non solo le intenzioni di lungo termine dei governi, ma anche i dettagli delle leggi che le applicano, che sono indispensabili per fare una programmazione industriale seria. E quelli purtroppo sono sempre difficili da indovinare. Per questo teniamo aperte tutte le strade, e cerchiamo di avere piattaforme tecnologiche flessibili per far fronte alle possibili variazioni”.

Comunque l’India è un mercato così grande che potrebbe anche fare testo da solo.
“Sì. E se un solo mercato fosse in grado di spingere le Case costruttrici ad avere una gamma elettrica, dopo si avrà un ‘effetto domino’, perché loro a quel punto spingeranno per poter estendere questa offerta ad altri Paesi e uniformare la loro produzione. Ma per ora il prezzo d’acquisto per avere un range decente è ancora così alto che è difficile pensare che questo possa avvenire in tempi brevi”.

Secondo voi quindi la spinta verrà più dai mercati emergenti o dai mercati ricchi e maturi?
“Bosch ritiene che ci siano due grandi domande, una di riduzione delle emissioni e una di riduzione dei costi per la mobilità, che non sono solo i costi di acquisto di un veicolo ma quelli complessivi per il suo rifornimento, la manutenzione, eccetera, in cui l’elettrico potrebbe essere presto molto competitivo. Sono spinte che riguardano sia il mondo sviluppato che i Paesi emergenti, ma crediamo che il traino tecnologico continuerà a venire dai mercati sviluppati”.

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