Anteprime
Benelli Leoncino: ritorno ruggente
Cuore moderno in abito vintage, la nuova naked Benelli offre finiture più che discrete, un motore estremamente facile da gestire e una ciclistica efficace anche su strade dissestate. La ciliegina? il prezzo
Il filone del vintage in chiave moderna è in continuo fermento e ora si arricchisce con l'arrivo della Benelli, che per la sua nuova Leoncino si è rifatta all'omonima 125 degli Anni 50 e 60 che, tra le altre cose, ha vinto anche alcune edizioni del Motogiro di quegli anni. La Leoncino di oggi, già in vendita, oltre a rispolverare il leone sul parafango anteriore, ne ha ripreso l'idea di moto comoda, facile, con un'ergonomia adatta anche ai più alti, una sella confortevole e spaziosa per due, un design pulito e classicheggiante (Stefano Casanova, il designer, afferma di essersi ispirato all'arco romano, che ritroviamo nel faro e altri elementi stilistici).
BUONA PER TUTTI
Altri richiami non ce ne sono, la nuova Leoncino è una moto tecnicamente moderna, con un motore bicilindrico bialbero a 4 valvole e una componentistica valida per divertirsi tra le curve, oltre che passeggiare. Una "cinquecento" che invece di puntare alle dirette concorrenti per cilindrata Scrambler Sixty2, Mash Five Hundred, Royal Enfield Continental, zitta zitta sembra voler punzecchiare le "top" del segmento classic, come la Ducati Scrambler e la Triumph Street Twin. Questo perché anche se nasce chiaramente per conquistare l'interesse dei neofiti, del mondo femminile e di tutti i possessori di patente A2 (i 35 kW di potenza parlano chiaro), allo stesso modo risulta adatta anche ai motociclisti più maturi ed esperti.
QUALITÀ AL PREZZO GIUSTO
Tanta attenzione è stata posta su fattori importanti, come le finiture (a parte alcuni dettagli, il livello è abbastanza buono) e la parte tecnica: le sospensioni, ad esempio, si dimostrano capaci di regalare delle soddisfazioni nella guida per nulla scontate per una moto che molti vedranno come entry level, specie per via del prezzo d'attacco: 6.190 euro chiavi in mano.
CHE SORPRESA!
Titolino più chiaro, diretto ed esplicativo non c'è per descrivere le doti dinamiche della Benelli Leoncino: guidandola con piglio allegro, tutto ricorda tranne una moto stilosa pensata solo per sfilare per le strade della città. Il DNA sportivo di Benelli si percepisce dai tanti dettagli tecnici da "grande" (come la forcella con steli da 50 mm, che garantisce un rigore direzionale eccellente) e, nel suo piccolo, anche dal motore: per quanto possono fare 47,8 CV, il twin pesarese non è così vuoto ai bassi, sfoggia un'ottima elasticità (nel traffico ci si muove in sesta marcia a poco più di 2.000 giri senza un sussulto), un'erogazione progressiva senza incertezze e una piacevole brillantezza tra i 5.000 e gli 8.000 giri. Il tutto con un cambio fluido e ben spaziato e una risposta al comando del gas sempre immediata. Solo chi ha il polso destro pesante, nelle prime tre marce potrebbe volere 1.000 giri in più agli alti regimi, per non sbattere contro il limitatore posto ai 9.000.
VOGLIA DI PIEGARE
Una pretesa da smanettoni che non inficia per nulla la godibilità della moto, testata sulle strade dell'entroterra riminese, dove abbiamo tenuto un ritmo davvero bello allegro, decisamente al di là dell'uso per cui nasce e che il "leoncista" medio farebbe di questa moto. Perché la Leoncino tra le curve si è dimostrata per davvero efficace, con un telaio rigido e dalle geometrie svelte che regala un comportamento sempre rotondo e prevedibile e che lavora all'unisono con un reparto sospensioni a punto, per l'occasione tarato molto morbido, ma mai flaccido. Infatti, nonostante la scarsa qualità delle strade, sia la forcella sia il mono (entrambi regolabili anche nel ritorno idraulico) hanno messo in mostra una scorrevolezza impressionante, sfruttando in affondo e in estensione tutta l'escursione a disposizione. Hanno copiato e digerito qualsiasi asperità, avvallamento, radice, dosso, sprofondamento incontrato, senza mai andare a pacco, rimbalzare come canguri o mettere in crisi la stabilità e la precisione di guida di una moto che sembra correre su dei binari.
PICCOLI NEI
Una vera sorpresa. Così come i freni, molto modulabili e allo stesso tempo pronti a mordere i grossi dischi presenti sui due assi. Difetti veri? Tre, a parte delle vibrazioni sul manubrio dai 6.000 giri in poi, nemmeno tanto fastidiose: la strumentazione, full digit, ha un leggero ritardo nel visualizzare le informazioni (in Benelli dicono di essere già a lavoro su questo), le "4 frecce" non restano accese una volta spenta la moto e i comandi a pedale sono poco distanti dalle rispettive pedane.
PREGI
Ciclistica
Posizione di guida
Prezzo
DIFETTI
Vibrazioni
Comandi a pedale
2 cilindri in linea, 499,6 cc, alesaggio x corsa 69 x 66,8 mm, raffreddamento a liquido, rapporto di compressione 11,5:1, distribuzione bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro, iniezione elettronica con corpo farfallato da 37 mm, lubrificazione a carter umido
Trasmissione
finale a catena; frizione multidisco in bagno d'olio con comando meccanico; cambio a 6 rapporti
Controlli elettronici
gestibili dal pilota
ABS disinseribile
Ciclistica
telaio a traliccio in tubi d'acciaio, inclinazione cannotto di sterzo 24,5°, avancorsa 100 mm; forcella rovesciata da 50 mm regolabile nell'idraulica in estensione; forcellone a traliccio in tubi di acciaio e ammortizzatore regolabile nel precarico molla e nell'idraulica in estensione; escursione 125/128 mm
Freni
ant. 2 dischi da 320 mm, pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini; post. disco da 260 mm, pinza
a singolo pistoncino; ABS
Pneumatici
ant. 120/70-ZR17;
post. 160/60-ZR17
Dimensioni (mm)
lunghezza 2.160, larghezza senza specchi 875, interasse 1.460, altezza sella 815, serbatoio da 12,7 lt (ris. 2 lt), peso in ordine di marcia 207 kg
Prestazioni dichiarate
35 kW (47,6 CV) a 8.500 giri, 46 Nm (4,69 kgm) a 6.000 giri
Colori disponibili
rosso, nero, grigio
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