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Moto & Scooter

10 moto cinesi che vale la pena prendere in considerazione

Carlo Pettinato
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10 moto cinesi che vale la pena prendere in considerazione
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10 moto cinesi che vale la pena prendere in considerazione

Il vento è cambiato e le moto di questo nuovo oriente sono ormai parte della nostra quotidianità motociclistica. Abbiamo scelto i migliori modelli disponibili in Italia, in attesa che al prossimo EICMA il mercato venga ribaltato una volta ancora

Il vento è cambiato. A lungo le moto cinesi hanno scontato, qui da noi, la nomea di prodotto economico, poco prestante e poco affidabile. Ma l’aria che tira da circa un lustro a questa parte è diversa: il mercato è profondamente cambiato e le motocinesi, scritto volutamente attaccato, ne hanno conquistata una importante fetta. Due i motivi più evidenti del cambio di rotta. Primo, il livello medio del prodotto è notevolmente migliorato, così come le sue ambizioni; del resto siamo stati “noi” a delocalizzare la produzione e “noi” a permettere alle aziende cinesi di acquisire rapidamente know-how: “loro” hanno fatto tesoro di tutto. Ma con prezzi – e questo è il secondo motivo – che restano sempre ben al di sotto dell’equivalente europeo o giapponese. Il conto è presto fatto e chi non può o non vuole spendere 13, 15 o 18mila euro (se non di più), in un prodotto “occidentale” si rivolge ora a soluzioni che il più delle volte sanno essere soddisfacenti (quasi) quanto modelli dal costo doppio o triplo. Prova ne sia il “caso Benelli”, che con moto da meno di 6.000 euro da anni domina le classifiche di vendita; certo una TRK 500 la GS la ricorda solo da lontano, ma in cima ai passi alpini ci arriva quasi alla stessa velocità. Prima che Eicma 2024 stravolga di nuovo le cose con la prossima ondata cinese di sportive a 3 cilindri, maxi-touring e ammiraglie crossover capaci di impensierire la concorrenza europea e giapponese, abbiamo stilato una nostra personale lista delle 10 moto cinesi più interessanti nella loro proposta, in termini di equilibrio tra costi, dotazioni e prestazioni. Non è una classifica, non è un elenco esaustivo, ma un promemoria per chi ancora non si voglia rassegnare all’avanzata di questo oriente e al fatto che anche in Cina si costruiscono moto che vale la pena acquistare.
Benelli TRK 702
Bella forza: la moto che ha raccolto il testimone della sorella 502 diventando la nuova leader di mercato. Ma non è solo un fatto di nome o di moda: alla 702 le qualità non mancano, e c’è una ragione se è stata capace di mettersi alla spalle moto ben più costose e raffinate come la BMW R 1300 GS e la Honda Africa Twin 1100. Dimensioni generose, buona abitabilità e protettività, due cilindri paralleli per 698 cc e 76 cavalli ben distribuiti, escursione ruote 140-170 mm con mono regolabile. È una crossover stradale, naturale evoluzione della 502 ma con un progetto è tutto nuovo. Morbida nell’erogazione e nelle sospensioni, accessibile con la sella e le pedane relativamente bassi, la TRK 702 è una moto che sulle nostre strade funziona molto bene e mette a proprio agio, pur se i suoi 235 kg in ordine di marcia non sono pochi in manovra. È disponibile in due allestimenti, la base con ruote in lega da 17” e la versione X, con ruote a raggi e anteriore da 19”, incline anche alle percorrenze su strade bianche, ma non oltre perché la corsa delle sospensioni è quella che è. Entrambe costano 7.490 euro franco concessionario, sono disponibili in diverse colorazioni accattivanti e vi porteranno negli stessi luoghi dove vi potrebbe portare una BMW, magari più lentamente e con meno chicche tecnologiche... ma si dice anche che chi si accontenta gode.
Benelli Leoncino 800
Se la TRK è la best seller di casa Benelli, la Leoncino è la moto più personale. Disegnata in Italia, nella versione 500 è stata la prima moto del “nuovo corso” Benelli, quello del grande successo di vendite. La 800 col bicilindrico a 270° è ben dotata in termini ciclistici e con finiture gradevoli, resta una moto adatta anche ai debuttanti (ha 76,2 CV, ma esiste in versione depotenziata) specialmente nella versione roadster (7.490 euro) mentre la Trail con il manubrio più largo, le ruote a raggi da 19”-17” (7.990 euro) ha ancora più fascino, ma anche la sella più alta e le gomme semi-tassellate la rendono un po’ meno confortevole. Posizione di guida piuttosto caricata in avanti, adatta alla guida sportiva conciliata dalla bella schiena del motore, che permette di far tutto con due marce; peccato per la forcella molto rigida, che fatica a partire. Comunque una moto che si fa notare anche in un segmento sempre più affollato.
CFMOTO 700 CL-X
Tra tutte le aziende cinesi attive in Europa, CFMOTO è probabilmente la più vicina ai nostri gusti. Non solo a livello di prodotto, ma anche di marketing: ricordiamo che il marchio è presente nel motomondiale, classi Moto3 e Moto2. Ma torniamo alla 700 CL-X: è disponibile in tre varianti, Heritage, Sport e Adventure. Il suo motore è un bicilindrico parallelo da 693 cc progettato sulla falsariga di quello, ultra-collaudato, di Kawasaki ma aggiornato con alesaggio maggiorato, gestione ride-by-wire, pistoni forgiati e bielle fratturate. Ha 74 cavalli, un peso ragionevole di 196 kg e un prezzo finale di 6.690 euro. L’aspetto esteriore curato dallo studio italiano Modena40 è assolutamente gradevole e senz’altro originale (cosa non frequente per le Case cinesi): quello di una scrambler realizzata con la necessaria cura e tutti i dettagli del caso, con forcella rovesciata, cerchi in lega 19”-17” dal bel disegno, faro anteriore a led, sella rivestita in pelle, ricca strumentazione e così via. Rispetto alle sorelle è più abitabile e prevedibile nella risposta del gas: la logica del RBW è l’unico aspetto migliorabile di questo modello, anche se la sua particolare reattività lo rende in qualche caso molto divertente.
CFMOTO 450 MT
Restiamo in casa CFMOTO e passiamo a quella che, almeno nel segmento che strizza l’occhio al fuoristrada, sembra essere la novità più importante del 2024. La 450MT è tutto quello che è la Ténéré 700… ma in piccolo. Motore bicilindrico parallelo da 449 cc, 42 cavalli e un pacchetto generale di livello più che discreto, con sospensioni KYB  pluriregolabili, un peso non da record ma comunque accettabile – 175 kg a secco – serbatoio da 17 litri, ruote da 21”-18” a raggi tubeless e una linea con un forte richiamo alle moto dakariane, a scelta con parafango alto o basso. Il tutto ad un prezzo che sembra quasi una presa in giro: 5.990 euro. Come una bicicletta di media gamma. La 450MT sta facendo parlare non poco di sé, noi l’abbiamo guidata sia al lancio stampa che con una più approfondita prova dopo averla ricevuta in redazione e vi possiamo garantire che vale tutti gli euro che costa, anzi un po’ di più. Piacevole su strada, facile nel fuoristrada leggero, paga qualcosa solo in autostrada dove il rapporto finale risulta troppo corto: ma è anche vero che un pignone con un dente in più costa poco.
Moto Morini X-Cape 649
È sul mercato dal 2021 e, almeno qui in Italia, è stata l’arma del rilancio dello storico marchio Moto Morini. Come va per la maggiore, il propulsore è un bicilindrico parallelo, nella cilindrata di 649 cc, con 61 cavalli a 8.500 giri e 56 Nm a 7.000. L’aspetto, va detto, è più adventure di quanto non sia la piattaforma meccanica, ma la X-Cape è comunque una moto capace di raggiungere quella caletta nascosta che si vedeva dalla strada costiera, ben oltre dove l’asfalto finisce, per quanto rimanga un mezzo prevalentemente stradale. La forcella è una poderosa unità con steli da 50 mm, ma l’escursione non supera i 160 mm, così come quella della ruota posteriore si ferma a 135. La posizione di guida è confortevole anche per i piloti alti, si guida a busto eretto con un'ottima protezione dalle plastiche, il manubrio è largo e la ruota anteriore da 19” scorre con sicurezza sopra eventuali asperità e asfalto sporco o rovinato. I viaggi anche lunghi sono alla portata, complici i bassi consumi e le basse vibrazioni. E per orientarsi, le ultime versioni offrono la navigazione con mappe complete sull’ampio cruscotto TFT a colori da 7”. Parte da 7.190 euro.
QJ SRT 550 SX
5.290 euro per una motocicletta intera, quanto una minicross. Eppure così parla il listino della SRT 550SX proposta da QJMotor, l'azienda che possiede anche il marchio Benelli (e che prefigura probabilmente l’erede della TRK 502). Una “non-proprio-entry-level” perché nonostante la cilindrata poco impegnativa e l’aggressivo prezzo, la SRT 550SX vanta una potenza massima di 56 cavalli che la pone oltre i limiti della patente A2, mettendola in concorrenza con le 650 e 700 cinesi. Buone come spesso accade per QJ le dotazioni: sospensioni Marzocchi regolabili, forcellone in alluminio, ruote da 19”-17” con cerchi a raggi. Ci sono il controllo di trazione, un display TFT con funzionalità mirroring e navigazione, il paramotore in alluminio e il telaietto posteriore predisposto per l'ancoraggio delle valigie in alluminio e il top-case, offerti come optional a 990 euro. La sella a 805 mm è accessibile, anche se il peso dichiarato di 220 kg in ordine di marcia (col serbatoio da 20,5 litri pieno) la rende non proprio un fuscello.
SWM Gran Milano 500
Lo storico marchio lombardo passato ora in mani cinesi punta molto sulle sue enduro, ma ha in gamma anche delle naked interessanti e in particolare questa Gran Milano, arrivata nel 2024 e che ha subito convinto per lo stile moderno e intrigante. Ha un motore bicilindrico parallelo da 47,5 CV, ruote a raggi da 17” con freni J.Juan e pinza anteriore radiale, sospensioni KYB con forcella rovesciata da 41 mm, la sella a soli 790 mm e un peso a secco di 188 kg. È una moto tecnicamente semplice e poco impegnativa, originale nel look
e piacevole da guidare, offerta a 5.990 euro.
Voge Valico 525DSX
Quando è apparsa, a metà 2023, la Valico 525DSX ha subito attirato gli sguardi con la sua linea azzeccata, realizzata in Italia dai designer di Padana Sviluppo. Ma oltre alle forme avvolgenti e protettive, con plastiche ancora più grandi rispetto alla media del segmento, c’è una solida sostanza fatta di un motore aggiornato – sempre nei limiti A2, ma più pieno e brillante del 500 rispetto al precedente 500 – cerchi a raggi da 19”-17”, forcella rovesciata KYB, freni Nissin e un bel display TFT da 7” oltre a faretti, fari led, paramani, portapacchi, tubi paramotore. Dimensioni da cilindrata medio-alta, ottima abitabilità e una guida facile e piacevole, anche se il mono non digerisce particolarmente i fondi sconnessi e la rapportatura potrebbe essere più distesa. È una crossover di indole prettamente stradale, dai consumi contenuti e ben realizzata, offerta al prezzo invitante di 6.290 euro f.c. e spesso in promozione.
Voge Valico 900DSX
Sorella (molto) maggiore della 525DSX, ha anche lei una linea nata in Italia e molto riuscita, oltre a un motore con due quarti almeno di nobiltà: la meccanica è infatti quella della BMW F 900 GS (che Loncin, proprietaria del marchio Voge, realizza per la Casa di Monaco), ma con una gestione elettronica e una calibrazione dedicate. Il risultato è decisamente diverso: la Valico è più pesante e meno reattiva, ma anche più amichevole e facile. Il motore ha 95 CV e un’erogazione corposa fin dai bassi e poco on/off, anche se il quickshifter è un po’ brusco. Già, perché per 9.890 euro, la Valico 900DSX offre il quickshifter di serie, così come le sospensioni interamente regolabili, i cerchi a raggi tangenziali e una dotazione elettronica da ammiraglia: cruise control, quickshifter bidirezionale, quattro mappature (tra cui l’immancabile Enduro), controllo di trazione, display TFT da 7” con Bluetooth e navigazione semplificata, sella e manopole riscaldate, allarme angolo cieco, telecamera frontale, sistema Keyless. Manca solo il tris di valigie in alluminio per puntare a mete anche molto molto lontane.
Zontes 350GK
In attesa di vedere le nuove e attese motorizzazioni pluricilindriche, segnaliamo questa bella modern classic di Zontes, il marchio distribuito da Beta Motor. Ha qualche tocco scrambler con le ruote a raggi tubeless e lo scarico alto e una dotazione interessante, con i freni J.Juan ad attacco radiale, la forcella rovesciata, l’avviamento keyless, due porte USB e un bel pannello TFT a colori, che può essere personalizzato scegliendo tra quattro differenti layout. Il suo motore monocilindrico eroga 39 cavalli a 9.000 giri ed è gestito da una iniezione elettronica Bosch, che prevede due modalità di erogazione della potenza. Compatta e relativamente leggera (145 kg a secco), ha la sella a 800 mm e un’ergonomia piacevole. Facile da guidare, ha una bella verve e risulta divertente da guidare. Senz’altro una bella proposta per i patentati A2 e non solo, grazie anche al prezzo molto aggressivo di 4.990 euro.

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