Moto & Scooter
Suzuki SV 650: una delle moto più intelligenti di sempre
Era il 1999, quando ad Hamamatsu nacque la Suzuki SV 650. Scopriamo insieme la sua storia e la sua evoluzione, avvenuta intorno all'ormai leggendario motore a V di 90°
Ci sono moto in grado di andare oltre il mero scopo per cui sono state costruite e di superare anche le aspettative delle case costruttrici stesse, entrando nell’immaginario collettivo per ragioni disparate: successi in pista, bellezza senza tempo, prestazioni da capogiro, schede tecniche da far accapponare la pelle. La Suzuki SV 650 forse non rientra in nessuna di queste categorie, eppure, ci è riuscita comunque, diventando un successo commerciale agli albori del nuovo millennio.
Forse perché è semplicemente ben riuscita e arrivata al posto giusto nel momento giusto, perché era (ed è) economica nell’acquisto e nella gestione, immediata e divertente nella guida, adatta al neofita e al motociclista esperto, con quel retrogusto classico donato dal faro tondo e dal collaudatissimo e affidabilissimo motore a V di 90°. La bicilindrica nipponica è evergreen ed eclettica, perché può essere una belva con cui aggredire il misto stretto ma anche una fidata compagna con cui condividere il tragitto casa-lavoro.
La SV 650 è sempre rimasta fedele a sé stessa, fin dal suo lancio avvenuto nel 1999. Subì un corposo restyling nel 2003, per poi far posto nel 2008 alla Gladius, mai apprezzata davvero quanto la sua predecessora. Ad Hamamatsu devono averlo capito, e infatti la SV 650 è tornata tutta nuova nei concessionari nel 2016, aggiornata alla normativa Euro 4, ed è tuttora in vendita. Ma andiamo con ordine.
LA PRIMA VERSIONE A CARBURATORI
La prima serie a carburatori, lanciata appunto nel 1999, si presentava con linee morbide, colori pastello, telaio in alluminio a traliccio e il moderno motore a V, raffreddato a liquido e dotato di 4 valvole per cilindro in grado di erogare 72 CV a 9000 giri/min. Vero e proprio fiore all’occhiello della SV, il V-Twin si è dimostrato negli anni un motore su cui poter fare affidamento, grazie alla sua proverbiale affidabilità e alla sua erogazione di potenza regolare lungo tutto l'arco del contagiri, dimostrando anche un carattere ben più agguerrito di quello che i (soli?) 72 CV suggeriscono. Non è un caso che anche la Cagiva lo abbia scelto per la sua Raptor 650, e che Suzuki lo abbia utilizzato anche per la V-Strom 650. La ciclistica ruotava intorno ad un telaio a traliccio in tubi di alluminio, facendo della leggerezza - 165 kg a secco - e dell’equilibrio il suo punto cardine. Il monoammortizzatore posteriore era regolabile nel precarico, mentre l’unico limite lo si poteva incontrare nella forcella un po’ troppo spugnosa ed economica per un utilizzo sportivo, che tendeva ad offrire poco supporto in staccata, problema comunque arginabile con l’installazione di molle più rigide o con la sostituzione integrale della forcella stessa. Per il resto le misure suggerivano agilità e brillantezza: i cerchioni a tre razze da 17” montavano gomme da 120/60 all’anteriore e 160/60 al posteriore, mentre l’impianto frenante contava su un doppio disco da 290 mm all’anteriore e su un disco singolo da 240 mm al posteriore.Alla versione "naked" con faro tondo, venne affiancata anche la versione "S", che si presentava con semimanubri - non troppo scomodi - e una semicarena che ospitava un doppio faro anteriore inglobato nel cupolino. Sul mercato dell'usato, la prima serie della SV 650 si trova ancora a prezzi decisamente invitanti, con esemplari in buono stato in vendita a poco meno di 2.000 euro.
L'ARRIVO DELL'INIEZIONE... E DEGLI SPIGOLI
Nel 2003 la SV 650 subisce quello che è ben più di un semplice restyling. Resta invariata nella sostanza, ma cambiano le sovrastrutture, che adesso pullulano di linee spigolose e decise. Il telaio non è più in tubi ovali ma in alluminio pressofuso, e arriva anche un tocco di modernità, con il gruppo ottico posteriore a LED e una nuova strumentazione con tachimetro LCD e contagiri analogico. Con la versione del 2003 fa il suo ingresso anche l’iniezione elettronica con doppia farfalla, a tutto beneficio dei consumi, comunque già contenuti nella versione a carburatori. Con l'iniezione arriva anche l'omologazione Euro 2. Cambia anche la taratura della forcella, che diventa leggermente più sostenuta e regolabile nel precarico. La SV 650 continua ad essere affiancata dalla versione semicarenata S, anch'essa rinnovata attraverso linee più spigolose ma anche più moderne, con il doppio faro anteriore ampio e ben amalgamato con le forme squadrate del telaio e delle nuove sovrastrutture.Insieme al restyling della 650, nel 2003 Suzuki decide di allargare la famiglia SV, presentando la possente SV 1000 (anche in versione S), che ospita un bicilindrico a V di derivazione TL1000 S. La 1000 si distingue a colpo d'occhio dalla sorella minore per la presenza del doppio scarico e per la gomma posteriore di sezione più generosa. Nel 2007 arriva la doppia candela di accensione per ogni testa e la SV 650 rientra nella normativa Euro 3. Nello stesso anno la bicilindrica nipponica guadagna una colorazione nero opaca per il telaio. La versione 650 verrà affiancata dalla Gladius a partire dal 2009, rimanendo però nei listini fino al 2011.