Terza puntata della nostra serie sulle moto più belle: dopo le maxi sportive da SBK è il momento di una 125: la Gilera SP01 del 1989. Forse meno originale di altre 125, ma la più corsaiola mai vista anche nelle scelte tecniche, mette tutti d'accordo con il suo look da race replica
Nel 1989, di belle sportivette 125 se ne sono viste tante: una o persino due all'anno da parte di tutte le Case impegnate nel settore e soprattutto Aprilia, Cagiva, Gilera e Honda Italia. Ogni Casa e ogni famiglia di modelli ha le sue tifoserie, chi RS e chi Mito; ma all'apparire della SP01, la sua linea mette d’accordo tutti, e non solo i duetempisti convinti: sostenitori delle valvole in multipli di quattro, diaconi della produzione nipponica, persino i più refrattari al mondo delle corse.
Effettivamente non si può rimanere impassibili davanti all’assoluta pulizia delle linee della SP01 dovuta, come le altre 125 Gilera di quegli anni, alla matita di Luciano Marabese, che sulla piattaforma usata per la MX1/MXR realizza un miracolo di pulizia racing. Non c'è una vite fuori posto, e la ciclistica basata sul telaio Twin Box in acciaio (ora con telaietto saldato e non più imbullonato) prevede il meglio delle dotazioni dell'epoca: freno a disco flottante (Grimeca) da 300 mm con pinza a 4 pistoncini differenziati, forcella da 35 mm, ruote da 16"-17" per esaltare la maneggevolezza e motore tutto nuovo, con carburatore a valvola piatta da 32 mm per 35 CV dichiarati.
Race replica per sedicenni
I tratti sono figli del tempo, al giro di boa di un decennio che ha visto un doppio cambio di paradigma stilistico: via le rotondità degli Anni 70 e dentro le forme squadrate, poi via anche le forme squadrate. Le curve morbide della carena si rifanno alle supersportive più blasonate prendendo spunto anche dalle regine del Motomondiale (Honda e Yamaha), il fanale anteriore è stretto e allungato per lasciare spazio al nero della tabella portanumero, il codino è massiccio ma filante, quasi appoggiato sul telaietto reggisella.
Telaio a doppio trave lasciato in bella vista sia dalla carenatura che dal serbatoio, forcellone a doppio braccio con eccentrico, per la regolazione del tiro catena. Sul serbatoio ci sono due tappi, uno per la benzina e uno per l’olio del miscelatore; la forcella (a steli tradizionali) è regolabile, la fascinosa strumentazione CEV e i semimanubri montati sotto la piastra distogliono l’attenzione dei sedicenni da più impuri pensieri.
Anche Supermono Bialbero con 55 CV
Capostipite del filone delle Sport Production, la Gilera SP01 colpisce nel segno; la concorrenza, che fino ad allora aveva interpretato con riserva di controllo il mondo delle 125 sportive, non sta a guardare. Proprio con la sgargiante arcorese si entra nell’età d’oro delle ottavo di litro pistaiole, con modelli che hanno segnato la storia del motociclismo moderno e creato (attraverso quel fantastico talent che era la categoria Sport Production) i campioni degli anni a venire. Il mito della SP01 continua anche negli anni successivi con la SP02, che introduce la forcella a steli rovesciati, un nuovo parafango anteriore più avvolgente e una colorazione che si rifà a quella utilizzata sulla “sorella maggiore”, la Saturno Bialbero Piuma da 55 CV realizzata dall'ex Bimota Federico Martini su quella ciclistica che aveva trovato così sana, per chi voleva cimentarsi nell’agguerritissimo campionato Supermono. Alla SP02, seguono la Crono (1991-1992) e la GFR, che chiude la saga delle 125 sportive firmate Gilera.
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