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Moto & Scooter

Borile Moto, la rinascita del marchio artigianale veneto

Carlo Pettinato
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Borile Moto, la rinascita del marchio artigianale veneto
Borile Moto, la rinascita del marchio artigianale veneto
Borile Moto, la rinascita del marchio artigianale veneto

Dopo il ritorno nel 2022 con una e-mtb, il marchio Borile è pronto per tornare a far parlare di sé nel mondo delle moto artigianali. Ne abbiamo parlato con il fondatore Umberto e con l’amministratore delegato e fautore della rinascita, Massimo Fracassi

Ci sono nomi che basta un niente e ci fanno sognare. Artigianalità, cura del particolare, ricerca sui materiali, una soluzione innovativa e inconsueta per risolvere quel piccolo problema o per ottimizzare peso e ingombri. Motociclette che sono più di due ruote, un motore e un telaio messi assieme; sono figlie, con nome e cognome. Le Borile, da Vo’, Colli Euganei, provincia di Padova. Quello di Borile è un nome noto al grande, piccolo, pubblico dalla fine degli anni ’80, quando Umberto, tra le altre cose pittore, passò dall’arte propriamente detta all’arte di costruttore di moto. La prima creazione fu la Piuma 500, nel 1987, una moto da enduro a quattro tempi raffreddata ad aria con telaio al Cr-Mo e sospensioni ad aria dal peso record di 101 kg. Poi altri gioielli senza tempo, come la B500 CR e la B500 Ricki, costruita e chiamata in onore del figlio, le piccole Multiuso e B300 CR. Poi qualche difficoltà a gestire il processo di crescita, qualche traversia, anni di quiete apparente; ma nel 2022 il marchio dell’ovale verde argento torna a brillare. Dietro la recente operazione c’è Massimo Fracassi, attuale amministratore delegato Borile: spoletano ma abruzzese d’origine, consulente d’impresa e imprenditore con formazione economica. Una rapida telefonata con Massimo ci ha chiarito i tratti fondamentali del nuovo progetto, che mira prima di tutto ad essere coerente e fedele alla storia Borile, fatta nella sostanza di artigianalità ed esclusività. “Noi siamo Borile, sarebbe folle pensare di fare concorrenza a colossi come Beta o ancor di più KTM, per restare sul tema a noi caro del fuoristrada. D’altro canto, crediamo non sia possibile nemmeno giocare sul campo delle moto low cost come possono essere le proposte dei costruttori cinesi. Kove, CF Moto e compagnia, non si può posizionarsi a quel livello, non si può competere. Borile è sempre stata sinonimo di moto fatte a mano, e sappiamo che ciò che è fatto a mano costa. Borile è Rolex, è prodotto di nicchia, raffinato e di alto livello; crediamo che sarebbe sbagliato snaturarsi e sforzarsi di diventare appetibili per il grande pubblico. Chi cerca Borile sa cosa vuole, e sa che un manufatto come il nostro si paga.

Il ritorno sui pedali

Ma facciamo mezzo passo indietro, perché dall’estate 2022 il marchio Borile ha sì ricominciato a circolare, ma non appiccicato ad una moto, come tutti si sarebbero aspettati. Borile è tornata alla ribalta con una mountain bike, una e-mtb per l’esattezza, categoria di prodotto che al momento sta spopolando sia tra gli appassionati di moto da fuoristrada che tra quelli di ciclismo. Il progetto è realizzato in collaborazione con Agazzini, altro marchio italiano artigianale con base nel novarese. “L’operazione ebbe inizio nel 2020; conoscevo Umberto già da tempo, ma nella primavera di quell’anno con una telefonata riuscii a convincerlo a rilanciare il marchio. La società è ora suddivisa al 50% e siamo proprietari del marchio e di tutti i brevetti, registrati in Italia e in Europa.  Per ripartire abbiamo scelto appunto una e-bike, in effetti io credo che nel listino di ogni casa motociclistica sia necessaria una e-mtb, per offrire al proprio pubblico una possibilità in più. Oltre a questa credo serva una proposta di moto elettrica, ma questo è un altro discorso e comunque ci stiamo muovendo anche lì. Per la nostra e-mtb abbiamo scelto di lavorare assieme ad Agazzini Bike perché con noi condivide il posizionamento. La nostra e-bike rispetta il nostro credo, si chiama Borile Euganea per rendere omaggio alla terra di Umberto, dove tutto ha preso vita ormai trentacinque anni fa. La bici è al momento disponibile e acquistabile, ed è un prodotto di alta gamma con telaio in carbonio e componentistica di pregio come sospensioni Öhlins, freni Braking, manubrio Renthal e così via. Ciò che vi interesserà sicuramente sapere è che stiamo lavorando anche ad un nuovo motore termico tutto nostro, lo abbiamo già brevettato ed entro la metà del 2023 ne inizieremo la produzione con la realizzazione degli stampi per le fusioni e tutto ciò che ci va dietro.  Per tornare sul tema dell’elettrico, stiamo pensando anche a una moto di questo tipo. Siamo in contatto con alcuni fornitori per capire come muoverci, ma al momento non possiamo dire di più, non è un programma a breve termine.”  

In arrivo un gioiello dai tratti inediti

Quello che a tutti interessa maggiormente è in effetti sapere se nei piani di Borile al di là della pur ottima e-mtb ci siano nuove moto. E d’altra parte, come potrebbe non essere così? Per scendere nel tecnico e capire nel dettaglio cosa verrà presentato a breve, Fracassi ci consiglia di parlare direttamente con Borile in persona, ed è così che abbiamo fatto visita direttamente al reparto ricerca e sviluppo, ovvero il laboratorio di Umberto dove le idee diventano fogli e tubi di alluminio 7020. “L’alluminio 7020 è un alluminio che non riesci ad acquistare normalmente, te lo devi far produrre su ordinazione. È una lega con proprietà incredibili, ti permette cose che il normale alluminio usato dalle grandi Case può solo sognare. Con il 7020 posso usare tubi di sezione ridotta e ottenere allo stesso tempo solidità e leggerezza”. Umberto, che di Borile è presidente, esordisce così, enunciando le proprietà del Carpental a lui caro. Il suo obiettivo è in effetti sempre stato quello di offrire al pubblico qualcosa che non esistesse già. O per lo meno di rendere la motocicletta oggetto di culto, passionale ancor più di quanto non sia normalmente, qualcosa che compri di pancia più che con la testa. E il nuovo prototipo che ha per le mani non fa in alcun modo eccezione. “La sto ultimando. È qualcosa di simile a una moto da motoalpinismo, il peso sarà attorno ai 90 kg con baricentro particolarmente basso, grazie anche al serbatoio che si sviluppa dietro al mono e scende fin quasi a toccare il forcellone. Sarà declinata in due versioni, una più da motoalpinismo e una più enduristica. La prima sarà equipaggiata con gomme da trial, parafango basso e sovrastrutture in alluminio. La seconda con gomme da enduro, parafango alto e sovrastrutture in plastica, un po’ più propensa ad essere maltrattata.  La componentistica è di alto livello, con motore TM 250 due tempi a iniezione accoppiato ad un impianto di scarico che renderà l’erogazione simile a quella di un trial. Crediamo che la scelta di un motore come questo sia in linea con il nostro pubblico, una nicchia di veri appassionati. Procediamo così, costruendolo a mano, solo con il prototipo naturalmente, basti pensare che impiego circa 800 ore di lavoro per arrivare alla moto finita, partendo dal motore poggiato sul banco di lavoro. Poi verrà smontato completamente e tutti i pezzi saranno replicati e prodotti in piccola serie. Il montaggio di ciascun esemplare sarà seguito dall’inizio alla fine da un singolo meccanico, sino al collaudo. Al momento pensiamo a mettere in produzione una tiratura di 100/200 pezzi l’anno”. Il 2022 è stato l’anno del ritorno sulla scena di Borile con la e-mtb Euganea, il 2023 sta per essere quello del ritorno in grande stile nel mondo delle moto artigianali. Materiali nobili, lavorazioni minuziose e soluzioni uniche, da sempre i tratti inconfondibili e senza compromessi del marchio veneto. 
Borile Moto, la rinascita del marchio artigianale veneto
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