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Master Restauratori Moto Classiche: è stato un successo
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Si è conclusa la prima edizione del Master Restauratori Moto Classiche ed è stato un successo: entrambe le due KTM sono tornate a ruggire e sono state promosse dagli esperti dell'ASI
Qualche calcio ben assestato sul kick-starter e, dopo la KTM 175 GS6, anche la KTM 340 GS è tornata a ruggire, lasciando nell’aria una nuvola di fumo azzurrognolo. Possiamo perdonarla? Sì, dopo 35 anni di letargo, uno sbadiglio è ben accetto. Poi sono bastati pochi giri di cacciavite sul carburatore Bing per trasformare la voce della moto e regolare la carburazione. Sono bastati a Bruno “Ferro” Ferrari, che dopo più di quaranta titoli mondiali come tecnico ufficiale della Casa arancione, certe cose le fa a orecchio. Senza sbagliare, nemmeno a dirlo.
Ma quel ruggito era solo la conclusione di un’esperienza che ha lasciato segni indelebili nei ricordi di chi l’ha vissuta.
E non parlo solo dei 20 partecipanti: chiedetelo a Massimo Raselli, uno dei due docenti, allo stesso “Ferro”, a chiunque è intervenuto per raccontare qualcosa all’interno dell’officina di Dueruote. E non sono state poche le personalità ad avvicendarsi davanti a questo pubblico: dalle alte cariche ASI, a Stefano Bassi di Bartubeless, senza dimenticare Elisabetta Quadrini di Newfren, Fabio Montanari o Francesco Mottola. Il primo Master Restauratori Moto Classiche è stato un successo, sì. E non solo perché le due monocilindriche sono tornate a rombare; non solo perché ognuno dei partecipanti ha ottenuto il diploma. È stato un successo perché queste sei giornate, per tutti noi che c’eravamo, sono volate in un lampo. E alla fine, tra sorrisi e qualche occhio lucido, è stato difficile tornare a casa. L’esperienza ci ha arricchito: i partecipanti hanno smontato e rimontato le moto in tempi record, analizzando e scoprendo tutti i segreti delle del restauro, conservativo e no, passo a passo. Ci ha arricchito perché lavorare gomito a gomito con Bruno Ferrari, Massimo Raselli e Luciano Poerio è un privilegio. Ci ha arricchito perché rimarremo in contatto, e continueremo a smontare e rimontare moto. Magari insieme, chissà...
E non parlo solo dei 20 partecipanti: chiedetelo a Massimo Raselli, uno dei due docenti, allo stesso “Ferro”, a chiunque è intervenuto per raccontare qualcosa all’interno dell’officina di Dueruote. E non sono state poche le personalità ad avvicendarsi davanti a questo pubblico: dalle alte cariche ASI, a Stefano Bassi di Bartubeless, senza dimenticare Elisabetta Quadrini di Newfren, Fabio Montanari o Francesco Mottola. Il primo Master Restauratori Moto Classiche è stato un successo, sì. E non solo perché le due monocilindriche sono tornate a rombare; non solo perché ognuno dei partecipanti ha ottenuto il diploma. È stato un successo perché queste sei giornate, per tutti noi che c’eravamo, sono volate in un lampo. E alla fine, tra sorrisi e qualche occhio lucido, è stato difficile tornare a casa. L’esperienza ci ha arricchito: i partecipanti hanno smontato e rimontato le moto in tempi record, analizzando e scoprendo tutti i segreti delle del restauro, conservativo e no, passo a passo. Ci ha arricchito perché lavorare gomito a gomito con Bruno Ferrari, Massimo Raselli e Luciano Poerio è un privilegio. Ci ha arricchito perché rimarremo in contatto, e continueremo a smontare e rimontare moto. Magari insieme, chissà...