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Scegliere l'USATO: Ducati Hypermotard 1100 e 1100 S
In vendita dal 2007, la Ducati Hypermotard 1100 E 1100 S è tecnicamente ancora valida. Guardandola non si direbbe, eppure sono già passati 10 anni dal lancio di questa "motardona" bicilindrica. E mai come in questo caso vale la pena di guardare all'usato. Se ne state cercando una, ecco i nostri consigli e cosa controllare
Se guardiamo con attenzione la Ducati Hypermotard 1100, cioè la primissima "Hyper" in vendita tra il 2007 e il 2009, viene da pensare che gli ultimi dieci anni siano davvero volati. Per lo meno da un punto di vista tecnico. Controlli elettronici a parte, che si sono evoluti (e continuano a farlo) con progressione esponenziale, si può dire che la Hypermotard abbia una dotazione ancora attuale.
LE ORIGINI DEL PROGETTO
Fin dal suo debutto era infatti equipaggiata con una monumentale forcella rovesciata, pinze radiali Brembo (che non sfigurerebbero su una sportiva attuale), un sofisticato mono pluriregolabile e un monobraccio che, lui da solo, vale il prezzo del "biglietto". Idem dicasi per l'estetica, che non è invecchiata troppo. E comunque non è poi così diversa da quella delle Hypermotard oggi in vendita.
E il motore? Beh, il caro vecchio desmo due valvole non era tecnologico come i bicilindrici bolognesi raffreddati ad acqua, ma i suoi 90 CV li tirava fuori senza sforzo, era già alimentato con iniezione elettronica e anche rispettoso dell'omologazione Euro3. Il discorso di cui sopra, se vogliamo, vale per molte delle moto prodotte dal 2005 in poi, ma per la Hypermotard a nostro avviso "vale doppio". E siccome dieci anni a livello commerciale sono pur sempre tanti, pensiamo che cercare un bell'usato possa essere una mossa doppiamente vincente. Che sia la versione standard o la S, non è un'impresa trovare la giusta occasione tra le circa 4.500 moto vendute in tre stagioni sul mercato italiano.
LE QUOTAZIONI DELLA DUCATI HYPERMOTARD
In barba alle quotazioni, la Hypermotard ha tenuto bene il suo valore. Ma col favore dei mesi freddi (anche a livello commerciale...) non dovrebbe essere difficile "chiudere" con una spesa massima di circa 5.500 euro. Spingersi a 6.000 euro non è un errore, ma la moto deve essere quasi perfetta, meglio se con meno di 25.000 km. Due le versioni disponibili, la standard e la S.
Nell'uso su strada le due moto tutto sommato si equivalgono, ma il piacere di una componentistica più raffinata (la S adotta una forcella Marzocchi con steli da 50 mm e trattamento anti-attrito a base di carbonio, il mono Öhlins pluriregolabile con serbatoio separato, dischi anteriori semiflottanti da 305 mm, pinze monoblocco radiali a 4 pistoncini, cerchi Marchesini forgiati in lega leggera) a parità di stato di conservazione può valere oggi una differenza di massimo 500 euro.
La reattività della Hypermotard e l'adrenalina che procura al pilota si pagano con una posizione di guida un po' estrema e uno scarso comfort per il passeggero. Tenete conto di questo se pensate a un utilizzo anche in chiave turistica.
E veniamo al consueto capitolo sull'aftermarket: è abbastanza difficile trovare una Hyper tutta originale, perché la moto non solo si presta, ma quasi "chiede" a gran voce di essere personalizzata con scarichi e parti speciali. Ad essere onesti la cosa non dispiace quasi a nessuno; l'importante è sapere che riportare all'originalità tutto l'impianto di scarico (e quindi stiamo parlando anche dei collettori) può costare più di 3.100 euro.
La meccanica è invece robusta e collaudata, i tagliandi si fanno ogni 12 mesi (o ogni 12.000 km) e le cinghie di distribuzione si sostituiscono ogni 24.000 km. Per quanto sia eventualità molto remota, non è da escludere che le moto con oltre 50.000 km possano avere qualche valvola con una tenuta non perfetta, specie se la meccanica è stata un po' spremuta.
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