Moto & Scooter
Gogoro, lo scooter con la batteria usa e getta
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Come molti veicoli elettrici, arriva da specialisti di elettronica (telefoni) e finanzieri alla caccia del business del futuro. E il Gogoro, nato a Taiwan e appena presentato a Las Vegas, punta su una tecnologia tutta da sviluppare: la batteria plug&play con stazioni di scambio sparse per la città
Intendiamoci: non è l'usa e getta in senso classico, perché la batteria non si getta veramente via. La si lascia in una stazione di scambio, dove un'altra, identica ma carica, attende di essere prelevata. L'intera operazione dura soltanto 6 secondi, grazie all'attenta progettazione lato veicolo e lato stazione.
Resta naturalmente la possibilità di ricaricare il Gogoro con una classica presa, domestica o a colonnina, in qualche ora visto che l'autonomia di 100 km dovrebbe corrispondere a circa 5 kWh. La batteria è basata su celle cilindriche 18650 a ioni di litio prodotte da Panasonic. La scocca in alluminio permette di contenere il peso in 102 kg mentre il motore elettrico, raffreddato a liquido, ha 6,4 kW e una coppia di 25 Nm, sufficienti a muoversi con brio e a raggiungere i 95 km/h. Le ruote sono da 12 pollici e i freni a disco, ma non manca il recupero di energia in frenata. Un altro aspetto originale è la sensoristica di bordo, con 30 diversi sensori in grado di rilevare la quasi totalità dei possibili malfunzionamenti di ogni componente del Gogoro. Bluetooth sempre attivo per la connessione con lo smartphone (ma va?) e ampie possibilità di personalizzazione. Sempre un'App gestisce la ricerca della più vicina stazione di ricarica.
Resta naturalmente la possibilità di ricaricare il Gogoro con una classica presa, domestica o a colonnina, in qualche ora visto che l'autonomia di 100 km dovrebbe corrispondere a circa 5 kWh. La batteria è basata su celle cilindriche 18650 a ioni di litio prodotte da Panasonic. La scocca in alluminio permette di contenere il peso in 102 kg mentre il motore elettrico, raffreddato a liquido, ha 6,4 kW e una coppia di 25 Nm, sufficienti a muoversi con brio e a raggiungere i 95 km/h. Le ruote sono da 12 pollici e i freni a disco, ma non manca il recupero di energia in frenata. Un altro aspetto originale è la sensoristica di bordo, con 30 diversi sensori in grado di rilevare la quasi totalità dei possibili malfunzionamenti di ogni componente del Gogoro. Bluetooth sempre attivo per la connessione con lo smartphone (ma va?) e ampie possibilità di personalizzazione. Sempre un'App gestisce la ricerca della più vicina stazione di ricarica.
L'idea della "swappable battery" non è nuova, anzi qualche anno fa ha dato origine ad uno dei più colossali fiaschi del mondo automotive: il "Project Better Place". Si trattava di un'azienda che puntava a stazioni di ricarica dove le auto elettriche avrebbero potuto prelevare batterie standardizzate: un'idea con un certo potenziale ma viziata da una serie così lunga di errori manageriali da diventare un caso di scuola.
Certamente il team alle spalle di Gogoro avrà bene in mente tutte le lezioni che è possibile trarre dalla storia di Project Better Place, visto che la società che ha presentato il Gogoro Smartscooter ha alle spalle investimenti di 150 milioni di dollari, necessari a realizzare sia lo scooter che le stazioni Gogoro Energy Network.
Certamente il team alle spalle di Gogoro avrà bene in mente tutte le lezioni che è possibile trarre dalla storia di Project Better Place, visto che la società che ha presentato il Gogoro Smartscooter ha alle spalle investimenti di 150 milioni di dollari, necessari a realizzare sia lo scooter che le stazioni Gogoro Energy Network.
Il Gogoro è stato presentato alla fiera più importante del settore. Non l'Eicma di Milano ma il Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas, perché il fulcro della mobilità verde per molti non è l'Europa, ma la costa occidentale degli Stati Uniti. La cosa è ovviamente discutibile, ma sta di fatto che se il prodotto che avete in mente ha un motore elettrico, una batteria e tanta elettronica, il posto più naturale dove svilupparlo è una delle due coste del Pacifico.
Infatti, Gogoro nasce a Taiwan da manager ex HTC e si ispira chiaramente alla Tesla, l'azienda californiana che spera, con qualche probabilità di successo, di rivoluzionare il mondo della mobilità rendendo competitiva l'auto elettrica. La progettazione del Gogoro sembra essere stata portata avanti con molta attenzione, e l'idea che il veicolo elettrico non può funzionare da solo ma solo come parte di un "sistema", con una infrastruttura dedicata, è giustissima (e spiega perché fino ad ora questi veicoli non abbiano veramente preso piede). Le incognite comunque restano veramente tante. Dalla diffusione delle stazioni di scambio, il cui numero è essenziale per il successo dell'iniziativa, alla standardizzazione delle batterie, che dovrebbero poter servire non solo i Gogoro ma anche altri (possibilmente tutti) modelli di scooter elettrico, per finire con i problemi legali e assicurativi legati al fatto che il proprietario del veicolo non è anche il proprietario della batteria, quindi c'è un "pezzo" di veicolo che non è strettamente di sua responsabilità... Con le auto non ci sono riusciti, ma nel mondo dell'elettronica le cose cambiano a velocità frenetica, tanto è vero che in tempi recenti il car sharing gestito da smartphone è diventato un successo. E il bello dello scooter rispetto all'auto è che, come le dimensioni, anche i problemi che pone di solito sono più piccoli.
Infatti, Gogoro nasce a Taiwan da manager ex HTC e si ispira chiaramente alla Tesla, l'azienda californiana che spera, con qualche probabilità di successo, di rivoluzionare il mondo della mobilità rendendo competitiva l'auto elettrica. La progettazione del Gogoro sembra essere stata portata avanti con molta attenzione, e l'idea che il veicolo elettrico non può funzionare da solo ma solo come parte di un "sistema", con una infrastruttura dedicata, è giustissima (e spiega perché fino ad ora questi veicoli non abbiano veramente preso piede). Le incognite comunque restano veramente tante. Dalla diffusione delle stazioni di scambio, il cui numero è essenziale per il successo dell'iniziativa, alla standardizzazione delle batterie, che dovrebbero poter servire non solo i Gogoro ma anche altri (possibilmente tutti) modelli di scooter elettrico, per finire con i problemi legali e assicurativi legati al fatto che il proprietario del veicolo non è anche il proprietario della batteria, quindi c'è un "pezzo" di veicolo che non è strettamente di sua responsabilità... Con le auto non ci sono riusciti, ma nel mondo dell'elettronica le cose cambiano a velocità frenetica, tanto è vero che in tempi recenti il car sharing gestito da smartphone è diventato un successo. E il bello dello scooter rispetto all'auto è che, come le dimensioni, anche i problemi che pone di solito sono più piccoli.
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