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Benelli BN 600 R

di Alfredo Verdicchio il 26/09/2013 in Moto & Scooter

Il Leone di Pesaro torna a far parlare di se con il lancio della nuova naked di media cilindrata: linee tese, finiture più che discrete e un motore a quattro cilindri da 82 CV. Disponibile da gennaio 2014 a un prezzo aggressivo: 6.690 euro chiavi in mano

Benelli BN 600 R
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Il rilancio del business moto della Benelli passa per la nuova BN 600 R, una naked di media cilindrata nata dalla prima vera collaborazione tra i tecnici pesaresi e quelli della casa madre QJIAN JIANG per proiettarsi dritta nel futuro. Come? Proponendo in un corpo muscoloso e dalle linee tese e moderne un motore quattro cilindri, architettura soppiantata dal tre cilindri lanciato a fine Anni 90 ed ora rilanciato per allargare la gamma verso il basso.

Scelta tecnica un po' anacronistica, visto che per queste cilindrate da tempo le case utilizzano motori meno frazionati (due, tre cilindri al massimo, più briosi ai medi regimi), però ben supportata da una qualità costruttiva tendente al buono (bella la finiture in vellutino delle selle), componentistica da moto di livello superiore (vedi le pinze Brembo ad attacco radiale e l'ammortizzatore regolabile anche nel ritorno idraulico) e un prezzo davvero allettante: 6.690 euro c.i.m.

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Se il prezzo è un elemento che fa subito intendere che fascia di pubblico la Benelli vuole attirare, le prestazioni "contenute" del propulsore lo confermano: "solo" 82 CV (60 kW) a 11.500 giri di potenza e 52 Nm (5,3 kgm) di coppia massima a 10.500. Valori che ben si sposano con un'utenza di poca e media esperienza alla ricerca di una moto divertente e soprattutto facile da gestire. Insomma, una fascia molto più ampia di motociclisti rispetto a quella cui si riferiscono le "cugine" top di gamma TNT e Tre-K.

Rispetto a queste ultime, si giustificano così alcune scelte tecniche meno estreme adottate per la BN 600 R, con una forcella dalla taratura sostenuta ma non rigida (per offrire un comfort che si rivela discreto), che fa il paio con una posizione in sella sportiveggiante (le pedane sono belle alte) e allo stesso tempo adatta anche a ritmi più blandi.

E ora in sella!

Benelli BN 600 R
L'impatto con la BN 600 R non è stato traumatico, fisicamente non è piccolina, in sella ci si trova ben inseriti nel corpo macchina e con le pedane piuttosto alte che invogliano alla piega anche fermi al semaforo, il serbatoio e la plancia ricordano le apprezzate TNT e il sound dello scarico e di quelli giusti, bello pieno nonostante a "cantare" sia un quattro cilindri.

A proposito di quest'ultimo, i timori di trovarsi con un motore non proprio brillantissimo dettati sia dalla cilindrata "bassa" sia dai regimi alti a cui si esprimono i relativi valori prestazionali dichiarati dalla Casa, si sono rivelati fondati: alla BN 600 R manca proprio quel brio che invece ormai si ritrova un po' in tutti i i prodotti sul mercato, anche su quelli meno dotati di cavalleria, che dalla loro utilizzano motori meno frazionati. Di contro, però, va detto che risponde bene ai comandi del gas, un pochino ruvido ai bassissimi regimi e con un leggero "ritardo" nel chiudi/apri dettato dall'elettronica per rientrare nell'omologazione Euro3, ma abbastanza elastico nel riprendere giri una volta sopra i 2.000 e con un'erogazione progressiva che dà il meglio di sé una volta superati i 7.000.
A regalare un pizzico di frizzantezza tra i 3.000 e i 6.000 giri ci pensa il cambio rapportato molto corto, così da garantire una ripresa più pronta in uscita di curva, dove comunque è vietato sbagliare marcia, lezione che abbiamo (re)imparato tra i tornanti sopra Pesaro, in direzione Gabicce Mare. Erano anni che non usavamo più così tanto il cambio, componente, questo, che si è rivelato sempre puntuale, preciso e veloce nei passaggi da un rapporto all'altro. Così come la frenata, potente e ben gestibile grazie al comando al manubrio molto modulabile; dosabilità che invece non si riscontra al posteriore, tendente spesso al bloccaggio.

Oltre alla mancanza di muscoli ai medi regimi, le tante curve affrontate durante la presentazione hanno messo in evidenza anche una ciclistica un po'... acerba, non perfettamente equilibrata. Il tentativo della Benelli di realizzare un modello sì sportivo, ma anche in grado di offrire quella maneggevolezza nel traffico e un comfort di marcia che le top di gamma non hanno (le moto pesaresi sono rigidissime di default), si è realizzato a metà. Nel senso che se nell'uso quotidiano la BN 600 R è realmente una moto a portata di molti, nell'uso squisitamente sportivo mostra qualche limite, dato più che altro da una disposizione dei pesi troppo spostata verso il retrotreno, con conseguente mancanza di feeling con l'anteriore, svelto nello scendere in piega ma troppo "leggero". Per ovviare a questo, ci è bastato comunque agire sul registro del precarico molla dell'ammortizzatore, così da caricare maggiormente l'avantreno. Soluzione che ha fatto cambiare faccia alla moto, aumentando di parecchio la fiducia con la ruota davanti, permettendo ingressi di curva più sicuri e, addirittura facendo lavorare meglio la forcella senza perdere nulla in fatto di comodità di marcia se non al posteriore, leggermente più secco nella risposta alle buche.
Un prezzo più che accettabile, che val la pena di pagare per poter godere di una moto potente il giusto (sia per la qualità delle nostre strade sia nel rispetto del Codice della Strada), poco impegnativa e dalla ciclistica sovradimensionata degna di un prodotto di gamma superiore.
Benelli BN 600 R
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