Quotazione Moto&Scooter

Cerca

Seguici con

ADV
Moto & Scooter

Non scordatevi il PIN

di Lorenzo Cascioli il 18/09/2013 in Moto & Scooter

Uno scooter da 120 cc dall'indiscutibile effetto nostalgia. Funziona bene, costa 1.690 euro chiavi in mano e mette di buon umore. Basta fare amicizia con lo strano cambio senza frizione

Non scordatevi il PIN
Chiudi
Se vi piacciono il Maggiolone o la 2CV, potreste anche rimanere stregati dal PIN. Così si chiama un motorino cinese dal prorompente effetto nostalgia, importato dai ragazzi delle Officine Mermaid di Milano, noti per le loro stilose special. Può essere una scelta "snob" usando una parola desueta, "fighetta" (in termini milanesi) o semplicemente alternativa. E di solito la fighetteria te la fanno sempre pagare. Invece qui siamo a quota 1.690 euro chiavi in mano per la versione monoposto, meno di un buon 125 moderno.

Certo, se contate i litri di capienza del vano sottosella e fate pelo e contropelo alle funzioni digitali della strumentazione… allora compratevi un giapponese che rasenta la perfezione. Sul PIN non c'è inoltre il vano sotto la sella. Ma due robusti portapacchi, uno centrale e uno posteriore, permettono di caricarci il mondo. Qualità? Si dubita spesso dei prodotti cinesi. Mai il PIN, a vederlo e toccarlo, non deve essere liquidato come una "cineseria". C'è più ferro che plastica, per intenderci.

Guarda la gallery, clicca qui!

Nella sua semplicità, il PIN non va affatto male. Si accende come tutti gli scooter "normali", girando la chiave e premendo il bottoncino. Se volete fare scena, potete anche dare una bella pedata al kick starter. Se fa freddo tirate il manettino dell'aria sul manubrio, se fa caldo no. Tutto nella norma. Ricordatevi, in ogni caso, di aprire il bloccasterzo, che ha una serratura separata…

Il suo motore quattro tempi da 120 cc borbotta bello pieno e gira senza buchi di carburazione: perfetto. E spinge bene, visto che nei primi metri di apprendistato col suo strano cambio… ci ritroviamo a pasticciare e a partire in quarta! Ebbene, un po' la frizione automatica (non c'è la leva, ma un rinvio a cavo direttamente collegato al pedale) un po' il tiro del motore, ci si salva da un vergognoso spegnimento! Ecco… il cambio: croce e delizia del PIN. Partendo dalla folle, le marce sono tutte "in giù". Mettere la prima è quindi naturale, poi bisogna ricordarsi che anche seconda, terza e quarta sono verso il basso. Per scalare si agisce sempre "in su": quarta, terza, seconda, prima e folle. Ma occhio, perché con un ulteriore tocco in su ci si ritrova in quarta. La spiegazione tecnica? Il tamburo del cambio è come quello di una rivoltella: gira all'infinito.
Sembra tutto molto complicato, invece dopo un attimo si può fare amicizia e godersi tutto il bello del PIN: il motore vispo, le vibrazioni nella norma, il peso di soli 83 kg, la posizione di guida comoda e la naturalezza a scendere in piega. Al contrario di quel che potrebbero far pensare i freni a tamburo e la sospensione anteriore a biscottino, il PIN non è nemmeno pericoloso. La frenata non entusiasma, ovvio, ma siamo entro limiti di assoluta sicurezza.

Stupiscono inoltre gli ammortizzatori, che sul pavé non vanno (almeno guidando da soli) in crisi. Bene le grosse ruote da 17", qualche dubbio invece sul grip dei pneumatici in caso di pioggia. Velocità massima? Nel centro di Milano, non abbiamo trovato una strada abbastanza lunga per provarla. Dicono 100 all'ora. Si dice inoltre che un tizio quest'estate sia partito con il PIN per Bratislava e ci sia arrivato senza menate dopo 2.222 km. Sul suo taccuino ha segnato un minimo rabbocco d'olio, qualche bullone da stringere e un consumo di 40 km con un litro di benzina. Se avete due minuti… date un occhio al suo video!
Non scordatevi il PIN
Chiudi

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV