Moto & Scooter
BMW Superstock, un giro con la campionessa
Reattiva e quasi "facile" da interpretare, la moto del campione francese della STK 1000 Sylvain Barrier impressiona per le prestazioni del motore. Sulla carena porta il numero 1 e questo la dice lunga...
Imola – Siamo scesi in pista con la BMW S1000 RR del Team BMW Motorrad GoldBet, la moto vincitrice nel 2012 della Coppa del Mondo FIM Superstock 1000. Ma prima di salire in sella abbiamo scaldato i muscoli con la quattro cilindri tedesca in versione stradale, sia in allestimento standard che HP4.
Conosciamo bene entrambe le moto, ma farci un giro ci serve per creare dei riferimenti recenti prima di salire sulle versioni da corsa. La posizione in sella è a noi congeniale, considerati i 180 cm di altezza che ci accomunano al pilota francese. D'altra parte le modifiche concesse dal regolamento sono realmente poche, e circoscritte al perfezionamento di motore e ciclistica oltre alla sostituzione delle carenature e di alcuni componenti come pedane, leve e semimanubri.
Sulla moto di Barrier si siede in alto, grazie alla voluminosa imbottitura della sella voluta dal pilota, il quale, come ci spiegano i suoi tecnici, preferisce avere le gambe poco angolate per spingere meglio nei cambi di traiettoria.
Il motore della BMW S 1000 RR gira rotondo, anche ai bassi regimi. Lasciata la corsia box, mettiamo dentro le marce in sequenza senza chiudere il gas, grazie all'ottimo lavoro del cambio elettronico. Bastano poche curve per apprezzare la neutralità della ciclistica: non chiude eccessivamente le traiettorie e conserva la stabilità della moto di serie, anche se la precisione millimetrica con cui aggredisce i cordoli interni lascia intuire quanto "in là" sia il reale limite di questa moto.
Quello che spaventa davvero è il motore: l'elettronica è quella di serie, così come da regolamento, e prevede controllo della trazione e anti-wheeling. Nonostante l'inevitabile affinamento svolto dai tecnici, è davvero difficile però spalancare il gas e non trovarsi con l'anteriore che punta verso il cielo. Si sente che i controlli lavorano a dovere, e infatti la moto "fa strada" senza rischiare realmente di cappottarsi, ma nonostante questo è quantomeno destabilizzante il fatto di passare dalla terza alla quarta marcia e trovarsi con la ruota anteriore che ancora non ne vuole sapere di toccare terra. Sicuramente una posizione di guida più corretta da parte nostra ed una maggiore assuefazione alla potenza del motore aiuterebbero, ma il quattro cilindri BMW spinge con tanta rabbia in allungo da lasciare ben poco tempo per ragionamenti o correzioni. In una sola parola: entusiasmante!
Non viene dichiarata una potenza precisa, limitandosi ad un generico "oltre 200 CV", che rispetto ai 193 CV a 13.000 giri/min. dichiarati per la versione stradale, rappresenta comunque un'indicazione circa il grande lavoro che ruota oggi attorno ai propulsori Stock. Per quanto riguarda la ciclistica, le modifiche eseguibili sono limitate: la S1000 RR del team BMW Motorrad GoldBet utilizza le sospensioni semiattive a controllo elettronico della versione stradale HP4. E' giusto ricordare che la S 1000 RR è stata la prima moto sportiva di serie ad adottare tale sistema.
L'impianto frenante resta di serie, ad esclusione dei tubi idraulici e delle pastiglie anteriori Brembo Z04. Telaietto posteriore alleggerito, pedane e manubri in ergal, carenature in vetroresina (il carbonio non è concesso, se non per le protezioni di telaio e forcellone) e un'infinita serie di altri piccoli accessori rendono la moto Campione del Mondo di Sylvain Barrier un vero oggetto prezioso.
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