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Moto & Scooter

KTM Duke 390: il primo test

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Telaio a traliccio, forcella a steli rovesciati e un nuovo motore monocilindrico da 375 cc in grado di erogare ben 44 CV. La più grande delle piccole fun-bike austriache è davvero ben riuscita, ma anche qualcosa di molto diverso da quello a cui siamo abituati

La piccola funbike di Matthigofen sarà in vendita a 4.995 euro franco concessionario
Quando nel 1994 KTM presentò la sua prima moto stradale, era una originale naked sportiva che si chiamava Duke. A quasi vent'anni di distanza, la KTM più venduta è una Duke, la 200 prodotta in India da Bajaj a partire dal 2012. Questo dato dà la misura del successo di questo progetto e dell'importanza di questo modello per KTM.

La Duke 390 adotta telaio e sovrastrutture della 125, ma il nuovo motore la trasforma in "adulta"

Pur essendo dal punto di vista europeo una entry-level, la Duke 390 è infatti una moto a pieno titolo ed è per di più la prima KTM ad essere venduta in tutti i 67 mercati in cui il marchio è presente: da noi è un modello di accesso, ma nei Paesi emergenti è un alto di gamma. Parliamo quindi di una moto al centro non solo della gamma, ma anche della strategia della Casa, che a partire dal 2010, su indicazione diretta di Stefan Pierer, si sta concentrando sempre più sulle piccole cilindrate.
Le due parole d’ordine per questo modello erano “dinamicità” e “facilità”. Mentre il primo è da sempre una caratteristica di KTM, il secondo dà la misura dello sforzo che la Casa sta facendo per uscire dalla nicchia dell’off-road e delle moto “di carattere” senza per questo snaturare il suo DNA. La Duke 390 è in questo senso un interessantissimo esperimento, che punta ad acquisire nuovi clienti in tutto il mondo coniugando le linee di grande successo della Duke 125 e 200 (da cui eredita sostanzialmente tutto: sovrastrutture, telaio e misure) ma avvicinandosi per prestazioni e dotazioni alle sorelle maggiori.
Il nostro test su strada, nei dintorni di Salisburgo, è stato complicato dalla pioggia incessante, ma ci ha comunque permesso di renderci conto della parentela strettissima della moto con le sorelle minori: la compattezza e la leggerezza, spinte a un livello a cui ormai il motociclista medio non è più abituato, richiedono qualche tempo per essere “digerite”. L’ergonomia in sella è ottima, ma di certo la Duke 390 non invoglia al granturismo in coppia. Considerandola invece come uno strumento per educare generazioni di giovani motociclisti al piacere di guida, svolge egregiamente il suo compito. Il monociclindrico ha un’erogazione molto lineare, riprende senza sussulti da 3.000 giri e allunga fino a oltre 10.000, con un cambio di sonorità e un impulso attorno ai 6.000. Le vibrazioni sono contenute (sicuramente molto più che sulla media delle KTM), e si concentrano alle pedane. La ciclistica è ottima: la eccezionale sveltezza dell’avantreno non pregiudica la stabilità sul veloce, la frenata è ottima e il grip delle Metzeler Sportec sempre elevato, tanto che anche pinzando forte sul bagnato l’ABS interviene molto raramente. Le sospensioni non sono particolarmente rigide, compensando in buona misura una sella piuttosto dura. Purtroppo non abbiamo potuto godere delle qualità della Duke 390 su asciutto, ma lo faremo non appena arriverà in Italia, sicuramente in tempo per la fine delle scuole… nel frattempo i più giovani potranno cominciare a immaginare come personalizzarla scegliendo dal vasto catalogo KTM Power Parts, che riserva particolari attenzioni proprio a questo modello.
La Duke 390 conserva in larga parte le dotazioni tecniche delle sorelline di 125 e 200 cc. La principale differenza sta nel motore da 375 cc, che per raggiungere i 44 CV (35 Nm di coppia) ha il pistone forgiato anziché fuso, le canne rivestite al Nikasil, il trattamento DLC per la distribuzione e un cambio riprogettato. Esiste in versione da 32 kW, 30 kW (patente A2) e 24 kW (versione depotenziata secondo le normative fino al 2012).
Affinata anche la ciclistica: le sospensioni WP hanno una idraulica dedicata, le gomma sono ora le ottime Metzeler Sportec M5 (110/70 davanti e 150/60 dietro) e i freni a disco sono assistiti da un ABS Bosch 9MB a due canali. Il disco anteriore è poi cresciuto nel diametro (a 300 mm) ed è morso da una pinza radiale Bybre, la sigla che indica i prodotti Brembo realizzati nel Far East.
La linea della Duke 390 è quella, riuscita, delle sorelle minori. A dispetto di qualche risparmio (ad esempio nelle leve al manubrio e in qualche finitura del motore), la qualità percepita è alta grazie a componenti di pregio, anche estetico, come il forcellone, le ruote e il cruscotto.
Il comportamento su strada della Duke 390 è veramente singolare: la compattezza e la leggerezza, sulle prime, lasciano spaesati. Non ci sono però veri difetti: la spinta è lineare, la frenata molto buona, le vibrazioni contenute.

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