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Moto & Scooter

Suzuki all'Eicma

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La Casa di Hamamatsu aveva già svelato a Colonia tutte le sue novità, dal concept della V-Strom, alla versione celebrativa della GSX-R, senza dimenticare l'Hayabusa, l'Intruder C1500T e il rinnovato Burgman 650 Executive. Rivediamole, modello per modello in rassegna

Il Burgman 650 nella versione Executive che oltre al parabrezza regolabile elettricamente, gli specchi a chiusura elettrica e l'ABS offre di serie anche anche il poggiaschiena per il passeggero e manopole e sella riscaldabili
Il Suzuki Burgman 650 è stato un precursore. Quando venne presentato era talmente avanti rispetto ai rivali che rimase confinato in una nicchia.
In questi ultimi mesi le Case hanno però rilanciato pesantemente nel segmento dei maxiscooter, BMW su tutti, e la Suzuki che un buon prodotto nei listini l'aveva già per affrontare il mercato ha deciso di rivestire e di aggiornare il suo 650.

Il Suzuki Burgman 650, è stato ridisegnato e oltre alle carene dalle forme più arrotondate è stato rivisto anche il telaio, perlomeno la zona posteriore. Cambiano i gruppi ottici che integrano anche lampade a led e arriva un cupolino riprofilato regolabile come prima elettricamente in altezza.

Il Burgman ha cambiato pelle, sfoggia una strumentazione ricca e ancora più curata e offre, come sempre, una capacità di carico da cargo: il sottosella può contenere due caschi integrali e lo spazio non manca nel retroscudo.

Il cuore del maxi giapponese è ancora il vigoroso twin ma il rinnovato sistema di trasmissione presenta una maggiore scorrevolezza e una migliore dissipazione del calore contribuendo a ridurre le perdite meccaniche e a favorire l'economia dei consumi. Il Suzuki Electronically-controlled Continuously Variable Transmission (SECVT), grazie ad un semplice tasto posizionato sul manubrio, permette di scegliere tra tre differenti modalità di trasmissione, una manuale e due automatiche denominate Drive e Power.
La modalità Drive aumenta l'efficienza a velocità regolare assicurando un'erogazione fluida e lineare priva di irregolarità, mentre i rapporti più corti della modalità Power permettono una risposta reattiva in fase di accelerazione. In manuale è possibile scegliere tra i 5 rapporti pre-configurati per una sensazione unica di guida e un controllo su misura.
L'impianto frenante è stato migliorato e offre anche un nuovo pacchetto ABS che consente di ridurre il peso complessivo dello scooter (pesa la metà del precedente impianto).
La V-Strom del futuro all'Eicma è protetta da una teca di vetro
L'enduro stradale della serie DL, meglio nota come V-Strom, è nata nel 2002 con motorizzazione bicilindrica da 1000 cc. Grande viaggiatrice e buona moto nel complesso, fu presto surclassata nei gusti del pubblico dalla sorella da 650 cc, più leggera, versatile e dai costi d'acquisto e gestione nettamente inferiori.
A sorpresa ecco riapparire la DL1000 in versione "concept". Il motore è sempre un bicilindrico longitudinale a V di 90° leggermente ruotato in avanti all'interno del telaio ma, dichiarano in Suzuki, è stato completamente riprogettato. I capisaldi tecnici sono evidentemente gli stessi: raffreddamento a liquido e dell'olio tramite radiatore esterno, 4 valvole per cilindro e alimentazione a iniezione elettronica.
Le novità sembrano essere nascoste nel "cervello" elettronico, dato che il grosso twin è dotato di un controllo di trazione evoluto per la guida sportiva in sicurezza. Il twin è inserito nel telaio perimetrale in alluminio: anche la ciclistica segue strade tecnologiche ben battute visto che sono state adottate una forcella rovesciata regolabile con steli di generoso diametro, pinze freno con attacchi radiali, ruote in lega con pneumatici stradali e finalmente un forcellone di grande sezione, collegato al mono ammortizzatore (Il cui precarico è regolabile probabilmente con un comando remoto) tramite leveraggi progressivi e con un'estetica più accattivante. Si nota che è stato mantenuto il parabrezza regolabile manualmente e stupisce che già a livello di concept siano già state allestite valigie laterali e top case integrati, finalmente, con un portapacchi in lega leggera.
Si vede che i vecchi allestimenti un po' posticci hanno lasciato il segno. La serie V-Strom da sempre è contraddistinta da un'estetica originale e anche la DL1000 Concept non fa eccezione, rifacendosi esplicitamente al primo "becco" della storia delle moto, ovvero quello della DR750 Big.
La Suzuki Intruder
La Suzuki ha rilanciato l'Intruder. E ha scelto di equipaggiare la sua cruiser con un nuovo motore: il bicilindrico a V longitudinale stretto. Un twin totalmente nuovo, come dichiarano i dati tecnici appena pubblicati. Si tratta di un mix tra stile antico e tecnologia moderna che rappresenta l'essenza delle interpretazioni made in Japan delle moto americane. Nonostante l'alettatura dei cilindri piuttosto ampia, il raffreddamento è a liquido, una scelta ormai obbligata per mantenere prestazioni, emissioni e rumorosità a livelli accettabili anche con un motore a corsa lunga come questo.
Le testate sono a quattro valvole con due alberi a camme in testa e doppie candele per cilindro: in questo modo si sfrutta al massimo la spinta dei gas che bruciano completamente mentre i pistoni, dotati di riporto che migliora la scorrevolezza e gli scambi termici, corrono nelle lunghe canne dei cilindri, trattate superficialmente con il brevettato riporto SCEM. L'acronimo che in italiano fa un po' ridere, significa Suzuki Composite Electrochemical Material ed è utilizzato fin dai tempi delle prime GSX-R raffreddate ad aria e olio.

Il telaio in tubi di acciaio sembra rigido posteriormente dato che la sospensione è abilmente occultata. Il braccio della trasmissione cardanica è invece a vista, a garanzia di una manutenzione ridotta e di dolcezza di risposta all'acceleratore. Gli apri-chiudi sono gestiti dal sistema di alimentazione ad iniezione elettronica con doppie farfalle in serie, le prime comandate dal pilota, le seconde motorizzate e gestite dalla centralina elettronica a 32 bit. Altri dettagli "techno" sono la strumentazione completa, inusuale per una moto di questo tipo, il parabrezza ampio la cui forma è scaturita da lunghi test dinamici e le valigie rigide laterali, progettate contemporaneamente alla moto per integrarsi al massimo con la linea. Si possono sportare utilizzando la chiave di contatto che apre anche uno sportello utile per riporre piccoli oggetti nelle brevi soste. Infine la livrea total-mat black utilizzata per questa muscle cruiser nata in Oriente è perfetta per affrontare da vera cattiva da strada è perfetta per affrontare i lunghi rettilinei delle strade americane.
Suzuki Hayabusa
La gran turismo veloce giapponese mantiene le sue prerogative tecniche e migliora prestazioni e sicurezza di guida con l'adozione delle pinze monoblocco Brembo e dell'ABS. A Colonia è stata presentata anche la versione celebrativa della GSX-R 1000
Nel 1999 il "falco pellegrino" spiccò il volo. "Hayabusa" è la traduzione in giapponese del nome del velocissimo rapace: si tratta di un nome quanto mai azzeccato se si osservano le forme sinuose della moto nelle quali spicca quel "nasone" che, se ci pensate, anche in italiano si dice "a becco" o "aquilino"…
La potenza esuberante e la massa notevole non sono poca cosa da fermare quando la Hayabusa viaggia alle velocità siderali che le sono consone, i 300 km/h non sono mai stati un miraggio! L'avantreno della Suzuki Hayabusa è stato quindi aggiornato con l'adozione di due rigidissime pinze Brembo monoblocco con fissaggio alla forcella di tipo radiale.
La struttura in un solo pezzo e il tipo di montaggio garantiscono un "attacco" della frenata più deciso. Allo stesso tempo i diametri dei pistoncini (differenziati e accoppiati due a due) sono passati dai 32-30 mm agli attuali 32-32 mm, per migliorare il controllo della frenata durante le decelerazioni.
Ora la Hayabusa monta un evoluto sistema ABS, non certo un gadget su una moto di queste dimensioni e prestazioni. Sono confermate per il 2013 tutte le prerogative tecniche del motore 4 cilindri, a 16 valvole con corpi a doppia farfalla e dotato di tre mappe motore selezionabili, mentre segnaliamo la forcella Kayaba rovesciata e completamente regolabile, dotati di steli ad alta scorrevolezza grazie al riporto superficiale DLC (Diamond Like Carbon).
La millionesima Suzuki GSX-R
Quando sui contatori della catena di montaggio di Hamamatsu è comparsa la fatidica cifra (1.000.000), devono aver pensato che si trattava di un avvenimento da commemorare assolutamente. E così è nata la versione della GSX-R 1000 celebrativa del milionesimo esemplare prodotto, un record davvero importante se si pensa al tipo di moto e alle sue prestazioni.
Le GSX-R 1000 sono sinonimo di moto sportiva in tutto il mondo, e in particolare modo negli USA hanno spopolato da tempi ormai immemori, con vittorie a raffiche nella Superbike AMA, campionato che ha la stessa valenza, per gli yankee, del Mondiale SBK. La 8 ore di Suzuka è stata teatro di epici scontri tra la GHSX-R e le avversarie made in Japan e anche il Mondiale Endurance non è sfuggito a questo gioiello di tecnologia su due ruote.
Quindi ben venga questa livrea con la tradizionale targhetta commemorativa e le "bocche di fuoco" sul musetto che sembra uscito direttamente da un fumetto manga. Un… milione di questi giorni, Gixxer!

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