Moto & Scooter
Borile Multiuso: inseguendo un sogno
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Non credete che una moto artigianale, made in Italy e dotata di sospensioni regolabili possa costare meno di 5000 euro? In effetti sembrava impossibile anche a noi. Fino a quando non siamo stati a Vo' Euganeo...
Pochi esemplari di moto l'anno, costruiti a mano da quell'uomo allo stesso tempo semplice e geniale che è Umberto Borile. Questa è stata fino ad oggi la dimensione e la cifra della Borile, piccola azienda con base a Vo' Euganeo, in provincia di Padova. Le cose però stanno cambiando. No, niente paura, il piccolo "atelier" veneto non è stato rilevato dai cinesi né da un qualsiasi grande gruppo industriale che andrebbe, giocoforza, a snaturarlo.
Leggerissima e incredibilmente maneggevole, la Multiuso ha nell'estrema facilità e nella versatilità le sue carte migliori
A fare il suo ingresso in Borile è invece Carlo Bassi, manager milanese di grande esperienza che, dando respiro al marchio padovano, ne amplia anche gli orizzonti, visto che i nuovi prodotti, la Multiuso (oggetto di questo servizio) e la Scrambler (che sarà presentata nelle prossime settimane) saranno prodotte a Bologna in alcune centinaia di esemplari.
Il giovane figlio di Bassi, Alberto, è amministratore delegato e un ruolo fondamentale nella ricerca e sviluppo è ricoperto da Andrea Artusi, personaggio creativo e poliedrico ben noto agli appassionati di motori e di fumetti. Un team ancora piccolo ma ben assortito, quindi, al centro del quale c'è ovviamente sempre lui, Umberto, che non rinuncia, oltretutto, alla produzione in piccoli numeri di alcuni modelli dedicati ai palati fini, come le bellissime CR e Ricki.
Il giovane figlio di Bassi, Alberto, è amministratore delegato e un ruolo fondamentale nella ricerca e sviluppo è ricoperto da Andrea Artusi, personaggio creativo e poliedrico ben noto agli appassionati di motori e di fumetti. Un team ancora piccolo ma ben assortito, quindi, al centro del quale c'è ovviamente sempre lui, Umberto, che non rinuncia, oltretutto, alla produzione in piccoli numeri di alcuni modelli dedicati ai palati fini, come le bellissime CR e Ricki.
E adesso scopriamo come è fatta!
Com'è fatta
88 chili col pieno di carburante, cerchi da 21" e 18", piccolo motore monocilindrico quattro tempi... ma cos'è esattamente la Multiuso?
Lo stesso Umberto Borile ci aiuta a capirlo, spiegandoci il suo progetto: "Doveva essere funzionale prima che bella. La Multiuso non è nata per vincere concorsi di stile e design, è come quando scegli la carta igienica, deve essere morbida e fare il suo dovere senza mai rompersi. Con questo concetto ho cominciato a lavoraci sopra. Il primo prototipo era una macchina da guerra, pesava solo 60 kg, ma era veramente terribile, mi avrebbero additato tutti come un sopravvissuto dall'era postatomica, credevo di fregarmene dell'estetica, ma un pochino dovetti ricredermi. Avevo montato un motore Honda GX 160 da tagliaerba. Il secondo prototipo veniva fin troppo bello e costoso, a tre quarti del lavoro mi fermai, la semplicità costruttiva che mi ero ripromesso stava andando a farsi friggere". Il terzo prototipo è, praticamente la Multiuso come la vediamo ora: motore Zongshen (partner della Piaggio) 4T di 230 cc e 15 CV, telaio in alluminio che funge anche da serbatoio carburante e scatola filtro, forcella dalla lunga escursione e completamente regolabile, con tanto di piastre ricavate dal pieno, forcellone in alluminio e doppio ammortizzatore regolabile da bici di downhill. Di fatto, quella che inizialmente può apparire un bizzarro ibrido tra motoalpinismo e trial, in effetti è un mezzo differente e versatile: robusta, tremendamente maneggevole e in grado di fare manovra in un fazzoletto, la Multiuso può adattarsi anche alla città oltre che ai boschi e ai campi. Non a caso è in vendita in due allestimenti: "Motoalpinismo" (con gomme da trial e rapporti corti) e "Strada" (con gomme on/off e rapporti più distesi). La Multiuso può essere allestita con due portapacchi laterali e uno anteriore in acciaio con chiusura a molla, inoltre è predisposta per il montaggio di due portaoggetti, uno sul manubrio e l'altro sul serbatoio, che si sommano ai due vani ricavati nelle fiancatine laterali offerti già nella configurazione di serie. Bisogna comunque dire che non ci sono altre sovrastrutture e che la stessa strumentazione si riduce a un piccolo pannello digitale con funzione di tachimetro e contachilometri. I freni sono entrambi a disco Braking da 220 (anteriore) e 190 mm.
E ora proviamola!
Lo stesso Umberto Borile ci aiuta a capirlo, spiegandoci il suo progetto: "Doveva essere funzionale prima che bella. La Multiuso non è nata per vincere concorsi di stile e design, è come quando scegli la carta igienica, deve essere morbida e fare il suo dovere senza mai rompersi. Con questo concetto ho cominciato a lavoraci sopra. Il primo prototipo era una macchina da guerra, pesava solo 60 kg, ma era veramente terribile, mi avrebbero additato tutti come un sopravvissuto dall'era postatomica, credevo di fregarmene dell'estetica, ma un pochino dovetti ricredermi. Avevo montato un motore Honda GX 160 da tagliaerba. Il secondo prototipo veniva fin troppo bello e costoso, a tre quarti del lavoro mi fermai, la semplicità costruttiva che mi ero ripromesso stava andando a farsi friggere". Il terzo prototipo è, praticamente la Multiuso come la vediamo ora: motore Zongshen (partner della Piaggio) 4T di 230 cc e 15 CV, telaio in alluminio che funge anche da serbatoio carburante e scatola filtro, forcella dalla lunga escursione e completamente regolabile, con tanto di piastre ricavate dal pieno, forcellone in alluminio e doppio ammortizzatore regolabile da bici di downhill. Di fatto, quella che inizialmente può apparire un bizzarro ibrido tra motoalpinismo e trial, in effetti è un mezzo differente e versatile: robusta, tremendamente maneggevole e in grado di fare manovra in un fazzoletto, la Multiuso può adattarsi anche alla città oltre che ai boschi e ai campi. Non a caso è in vendita in due allestimenti: "Motoalpinismo" (con gomme da trial e rapporti corti) e "Strada" (con gomme on/off e rapporti più distesi). La Multiuso può essere allestita con due portapacchi laterali e uno anteriore in acciaio con chiusura a molla, inoltre è predisposta per il montaggio di due portaoggetti, uno sul manubrio e l'altro sul serbatoio, che si sommano ai due vani ricavati nelle fiancatine laterali offerti già nella configurazione di serie. Bisogna comunque dire che non ci sono altre sovrastrutture e che la stessa strumentazione si riduce a un piccolo pannello digitale con funzione di tachimetro e contachilometri. I freni sono entrambi a disco Braking da 220 (anteriore) e 190 mm.
E ora proviamola!
Come va
Leggerissima e incredibilmente maneggevole, la Multiuso ha nell'estrema facilità e nella versatilità le sue carte migliori. Guidabile a 18 anni con la patente A2, si rivela adattissima ai neofiti e al pubblico femminile: del resto, anche in caso di scivolata o di caduta accidentale dal cavalletto, è difficile che questa moto si danneggi e anche i motociclisti dalla corporatura più minuta sarnno in grado di sollevarla.
Noio abbiamo provato la Multiuso in allestimento "Motoalpinismo", divertendoci molto a passare continuamente dall'asfalto allo sterrato senza che la piccola Borile facesse un plissé. La prima marcia cortissima, unita alla gommatura specialistica, permette davvero di inerpicarsi ovunque, anche sulle salite più ripide e infangate. Già in questa configurazione si apprezza il tiro, per la verità inatteso, del monocilindrico Zongshen, pronto nella risposta e gratificante nel sound (a proposito, grazie alle due camere di compensazione la Multiuso non necessita del terminale di scarico).
Il raggio di sterzata è ridottissimo e in pratica questa Borile gira su se stessa, come una BMX. Le sospensioni sono comunicative e i freni più che adeguati al peso e alla tipologia di motocicletta.
A questo punto siamo curiosi di provare l'allestimento "Strada": con una gommatura adeguata all'uso stradale e una rapportatura un po' più distesa, la piccola monocilindrica veneta potrebbe rivelarsi un'insospettabile arma anche sui percorsi pieni di curve. E ora è il momento di guardare la gallery!
A questo punto siamo curiosi di provare l'allestimento "Strada": con una gommatura adeguata all'uso stradale e una rapportatura un po' più distesa, la piccola monocilindrica veneta potrebbe rivelarsi un'insospettabile arma anche sui percorsi pieni di curve. E ora è il momento di guardare la gallery!
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