Eicma 2011
Moto & Scooter
Husqvarna Nuda... e cruda
La prima "Husky" stradale è una Fun Bike originale e molto riuscita, buona per divertirsi anche in pista. Migliorabile nel set-up, è disponibile in due versioni, una 'standard' e una più specialistica, a partire da 9.990 euro f.c.
Il bicilindrico parallelo a 8 valvole nasce dallo sviluppo del motore BMW già impiegato su diverse moto. Dell'originale, però, rimane ben poco. Il motore Husqvarna, infatti, vanta una termica completamente nuova e diversi affinamenti. In sostanza del propulsore iniziale sono rimasti i carter, il cambio a sei marce e il pacco frizione, il tutto per ottenere una potenza massima di 105 cv a 8.500 giri e 10 Nm di coppia a 7.000 giri.
La ciclistica si basa su un telaio a traliccio in tubi d'acciaio, una forcella Sachs da ben 48 mm, di estrazione tipicamente fuoristradistica (con escursione di 210 mm!), e un mono posteriore posto centralmente con sistema cantilever.
Per la Nuda "base" anche il mono posteriore è marchiato Sachs, e prevede possibilità di regolazione nel precarico e nel ritorno idraulico. Mentre per la "R" si è optato per una forcella completamente regolabile e un professionale monoammortizzatore Ohlins, anch'esso ampiamente registrabile secondo le esigenze di guida. Il comparto freni si compone di due dischi da 320 mm all'anteriore e un disco singolo da 265 mm per il posteriore. Per entrambi i modelli è previsto l'impianto anteriore di tipo radiale marchiato Brembo, ma la "R" si distingue per l'adozione di pinze di tipo monoblocco con pastiglie sinterizzate. Cerchi da 17" pollici e pneumatici sportivi Metzeler M5 (120/70 e 180/55) completano la dotazione. Alla quale si aggiunge una pratica mappatura per l'elettronica regolabile dal cruscotto, che limita potenza ed erogazione in caso di fondo scivoloso.
Se ci passate il termine, potremmo dire che la Nuda Husqvarna è un vero giocattolo per adulti. Tralasciando ogni interpretazione maliziosa, non si può non sottolineare come, con questa moto, i punti della patente siano costantemente a rischio. Vista l'assoluta disinvoltura con cui la Nuda si presta ad ogni velleità funambolica. Per carità, se si vuole andar piano la bicilindrica varesina propone un motore regolare e progressivo come pochi, oltre ad una ciclistica tanto agile quanto facile e immediata nell'interpretazione. Ma basta varcare i cancelli di una pista per comprendere appieno le sue qualità: rapidissima nei cambi di traiettoria, la nuova Husky ha un comportamento che si pone a metà strada tra un motard e una stradale. Per questo permette di guidare con ginocchio a terra o, volendo, con lo stivale che striscia l'asfalto nel più classico stile supermoto. Tra una curva e l'altra poi è un corollario di numeri di acrobazia, con belle impennate di potenza, anche in seconda marcia, e traiettorie che si possono interpretare in mille modi differenti, tutti ugualmente appaganti. Per la cronaca, in pista abbiamo usato la "R", che tra le particolarità adotta anche un pignone più piccolo (da 16 denti al posto di quello da 17 della Nuda "base"), e questo sottolinea la progressione del motore e le ottime capacità di accelerazione fuori dai tornanti. Il bicilindrico infatti è davvero a punto, e per ottenere il massimo è sufficiente farlo girare sopra quota 5.000, dove la spinta, già corposa ai regimi inferiori, diventa ancor più briosa e appagante fino al limitatore, posto a circa 9.000 giri.
In questo quadro, così esaltante, vanno però sottolineate alcune caratteristiche che ci hanno convinto meno. Ovvero una frenata fin troppo aggressiva e soprattutto una risposta delle sospensioni poco armonica, con la chilometrica (e poco frenata) escursione della forcella, che a ogni staccata si tramuta in trasferimenti di carico troppo bruschi. Questione di set-up e di scelte tecniche, presumibilmente. Tanto che lo staff Husqvarna ci ha sottolineato che le moto a nostra disposizione sono pre-serie suscettibili di miglioramenti. Mentre altrettanto non si può dire delle pedane poggiapiedi, che strisciano sull'asfalto decisamente troppo presto, limitando gli angoli di piega. Per ovviare a questo problema bisognerà rivolgersi al catalogo di parti speciali già definito dalla Casa.
Su strada, in sella alla Nuda nella versione meno estrema, troviamo la stessa immediatezza e agilità. Ma anche in questo caso forcella e mono troppo morbidi, e mal frenati, che non trasmettono il giusto feeling. Soprattutto quando si alza il ritmo lungo un tratto tutto curve. Le risposte sono brusche, con la conseguenza di rendere la ciclistica troppo nervosa e talvolta imprecisa. Da rivedere assolutamente, mentre non è in discussione la poliedricità di questa moto, che pur non essendo particolarmente comoda (la sella è molto alta e rigida e la protezione aerodinamica scarsa) potrebbe prestarsi anche all'utilizzo turistico a medio raggio. A patto che riusciate a conservare sufficienti punti della patente...
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