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Gilera Special bialbero by De Bellis

di Emilio Cattolico, foto Daniele Massari il 25/01/2011 in Moto & Scooter

L'ennesimo delirio meccanico del tarantino Franco De Bellis: una scultura, su base Gilera, che impressione per la sua complessità

Gilera Special bialbero by De Bellis
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Il marchio Gilera, evidentemente, scorre nel sangue di Franco De Bellis, visionario meccanico tarantino.
Un amore così forte che spesso l'ha spinto a cimentarsi in imprese al limite dell'impossibile. Sì, perché pochi si erano avventurati fino a tanto nella realizzazione di una "special d'epoca". Non una replica fedele, ma una moto completamente inedita: tutto senza stravolgere i canoni stilistici dell'epoca.
La casa lombarda proprio lo scorso anno ha compiuto 100 anni: in questo arco di tempo ha prodotto solo due motori monocilindrici con trasmissione in testa bialbero, uno nel 1954, l'altro, di serie, nel 1988. Entrambe queste motociclette avevano lo stesso nome, Saturno, e sono oggi introvabili e costosissime.
Ma i sogni alcune volte possono diventare realtà e questo il preparatore De Bellis lo sa molto bene: recuperata nel mercatino di turno una Gilera 175, ha deciso di fare le cose in grande, conservando fedelmente il telaio in tutte le sue parti (a cominciare da colore Rosso Giubileo) e rifacendo tutto il resto.
A vederla dal lato destro, con occhio meno attento, si direbbe che ci troviamo di fronte a un restauro posticcio e corsaiolo: ma basta soffermarsi sul lato sinistro per rendersi conto che il meccanico De Bellis ha realizzato ciò che Gilera non fece. Almeno non per tutti.
Un motore da 208 cc completamente oscurato da un grosso carter in acciaio satinato che nasconde una distribuzione bialbero in testa. Proprio come avrebbe fatto Gilera. Proprio come ha fatto la Mondial e in piccola parte Parilla, con le loro 175 e 250 bialbero competizione con tanto di carenature a campana.
Per la realizzazione del mostruoso propulsore si è servito di un basamento-carter originale e alleggerito, di una frizione anch'essa alleggerita e in alluminio, modernissima. Il cilindro è stato preso da una defunta Morini 3 e mezzo, mentre la testata deriva dal frazionamento di quella di una Kawasaki Z750.
Sembra una lista di ingredienti, eppure questa special va che è una bellezza: giusto per completare la ricetta, De Bellis ha pensato bene di montare anche due bei cerchi Aermacchi anni '70 e una forcella Motobi Catria, serbatoio accoppiato, ovviamente artigianale, e sella ricavata da un parafanghi Vespa.
Incredibile. Un lavoro arduo che gli ha portato via oltre 2000 ore di lavoro. Ma il risultato soddisfa il suo creatore e anche un po' noi. Forse, con questa special, la storia della casa di Arcore si può definirla un po' più completa. Seppur in modo artigianale.
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