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La GT 1000 made in Tolosa

di Alan Cathcart, foto di Kel Edge il 18/08/2010 in Moto & Scooter

Non è piaciuta nella versione originale Ducati, ma lo stilista francese Thierry Henriette propone un kit che la trasforma e la rende esclusiva con una spesa contenuta

La GT 1000 made in Tolosa
Quando un designer di moto, dalla cui matita escono vere e proprie opere d'arte a due ruote che poi, in un secondo momento, vengono messe in produzione dalle grandi case motociclistiche, decide di disegnare una moto per se stesso, per il solo gusto di soddisfare le proprie esigenze estetiche e funzionali, spesso ne esce fuori qualcosa di speciale.
Talvolta, infatti, il risultato è talmente interessante che il pubblico si fa sentire, chiedendo a gran voce la possibilità di acquistarne una replica e non è un caso, forse, se molte di queste moto sono delle Ducati, come la Monster di Miguel Galluzzi, la Multistrada di Pierre Terblanche, o la nuova Boxer V2 Vintage di Thierry Henriette, creata sulla base della Ducati GT 1000 come mezzo ideale per muoversi tra i raccordi autostradali, i viali di circonvallazione e il centro storico di Tolosa.
È già difficile per un gallese come il sottoscritto, nato e cresciuto a due passi dal Cardiff Arms Park (uno storico stadio di rugby del Regno Unito), ammettere che oggi Tolosa rappresenti molto probabilmente il centro europeo del rugby, dopo che la squadra di questa città ha vinto per ben tre volte la Heineken Club Cup (evento di riferimento nell'emisfero settentrionale). Ebbene, Tolosa è anche l'epicentro dell'industria aerospaziale europea, con il quartier generale di Airbus, Galileo, Thales ed Eads, tutti situati uno accanto all'altro nel CST (Toulouse Space Centre), il più grande in Europa. Infine, in ambito motociclistico, Tolosa ospita la sede della Boxer Design.
Fondata dal 54enne imprenditore-preparatore-stilista Thierry Henriette, la Boxer Design nasce più di un quarto di secolo fa all'interno degli stabilimenti della Boxer Bikes, una sorta di impero che per molti anni ha rappresentato il più grande concessionario Kawasaki di tutta la Francia, oltre che uno dei più attivi rivenditori Honda e, attraverso la catena di punti vendita Road Masters Eurobike, di marchi europei come Ducati, BMW, Triumph, Aprilia, ecc.
Henriette è dunque un intelligente uomo d'affari con la capacità di tastare sempre il polso del mercato motociclistico e con un gusto particolarmente sviluppato per le cose innovative ed esteticamente gradevoli, tant'è che negli ultimi 26 anni ha prodotto una serie di moto uniche, sulle quali si è riversata l'attenzione di moltissimi appassionati. Queste non solo hanno spesso rappresentato l'ultima tendenza in fatto di design nel mondo delle due ruote a motore, ma hanno anche prefigurato il futuro in termini di stile da parte dei principali costruttori motociclistici, proprio come succede nel mondo della moda, dove il trend dell'anno viene in pratica dettato dalle sfilate di Milano e Parigi. Tuttavia, le sue prime creazioni hanno conseguito anche importanti risultati commerciali, portando il nome della Boxer Bikes all'attenzione dei motociclisti di Francia, Spagna e Italia.
"Costruire i vari modelli Boxer che abbiamo realizzato non è mai stato di per sé redditizio, - ammette Thierry - ma in termini di promozione delle vendite e di pubbliche relazioni ha avuto un valore inestimabile, a prescindere dal fatto che questo mi ha permesso di guadagnare abbastanza soldi da poter progettare e costruire le moto dei miei sogni!".
La prima di queste moto, la Vecteur, ha fatto la sua comparsa nel 1984, caratterizzata da un telaio in alluminio completamente regolabile, all'interno del quale era inserito il motore di una Kawasaki GPZ 1100. In un periodo in cui tutte le moto stradali avevano il telaio in acciaio, la Vecteur ha infranto una vera e propria barriera tecnica ed ha aperto la strada al susseguirsi di modelli Boxer sempre più innovativi. Tuttavia, nel 1999, Henriette ha sorpreso tutti vendendo la Boxer Bikes a suo fratello Philippe e ritirandosi dall'ambito puramente commerciale del motociclismo per dedicarsi alla sua passione più grande attraverso una nuova struttura appositamente creata: la Boxer Design.
La GT 1000 made in Tolosa
Thierry Henriette
Negli ultimi dieci anni, Thierry ha lavorato con molti dei principali costruttori motociclistici europei, inclusi Honda (Giappone ed Europa), Aprilia, Peugeot (sia per quanto riguarda le due che le quattro ruote), Suzuki, Mondial, Ducati Francia, Yamaha France e, fino alla loro recente chiusura, i due marchi francesi Voxan e Scorpa. Inoltre ha progettato barche per Beneteau, caschi per Shark, un sistema di allarme per ICA, vari articoli di arredamento e, con l'aiuto di sua moglie Françoise, architetto, ha restaurato l'edificio in squisito stile Art Deco dell'Hotel Les Bains-Douches, nel centro di Tolosa, ridisegnando gli interni in uno stile moderno-minimalista (degno del miglior Philippe Starck) e arredando il tutto con mobili firmati dalla Boxer Design.
Nel frattempo, comunque, ha sempre tenuto d'occhio ciò che accadeva alla Voxan: "Quando l'azienda verrà messa in vendita dal curatore fallimentare, sarò ben lieto di fare un'offerta economica per ricollocare la Voxan sul mercato nella posizione che le spetta, vale a dire come boutique francese di prodotti belli, semplici e di ispirazione retrò".
Tre anni fa, poi, Henriette ha guidato la Boxer Design nel segmento del trasporto elettrico, dove adesso gioca un ruolo di primo piano come consulente per le più importanti aziende, sia all'interno che all'esterno del settore motociclistico, grazie a uno staff composto da 20 persone che si occupano della progettazione e costruzione di prototipi e veicoli a due e quattro ruote. "All'inizio, questo settore sembrava solo un'interessante alternativa con qualche opportunità nell'ambito della progettazione - spiega Thierry - ma negli ultimi 18 mesi il trasporto elettrico ha conosciuto una crescita enorme e ora occupa il 90% della nostra attività".
Un sopralluogo presso il quartier generale della Boxer Design, caratterizzato da un elegante rivestimento esterno con pannelli d'alluminio, ha quindi costituito l'occasione per testare in anteprima la Vintage V2 Boxer.
Come detto, questa moto era nata inizialmente come il mezzo con il quale Thierry Henriette intendeva affrontare i suoi spostamenti quotidiani nel soleggiato sud della Francia, ma poi ha preso sempre più piede l'idea di mettere a disposizione del pubblico un kit in grado di trasformare la Ducati GT 1000 nella special del designer francese.
"Il marchio Ducati mi è sempre piaciuto, senza contare che per molti anni sono stato il più grande rivenditore della Casa bolognese all'interno della Francia. - spiega Thierry – Tutto è cominciato l'anno scorso quando, dopo aver posseduto una Yamaha MT-01, ho sentito il desiderio di tornare al bicilindrico Desmo. Così mi sono dato un'occhiata intorno, ma non ho trovato niente che facesse al caso mio. In pratica sembrava che, con il passare del tempo, io fossi diventato un po' più vecchio e che i modelli Ducati fossero viceversa ringiovaniti! Li trovavo tutti eccessivamente sportivi per un utilizzo quotidiano, oltre che troppo estremi a livello di design. Ad esempio, fin dall'inizio sono sempre stato un grande estimatore del Monster, tant'è che, dopo averne venduti centinaia di esemplari, sono stato il primo a realizzare una versione con il motore a quattro valvole della 888, così come era stato originariamente previsto da Miguel Galluzzi. Successivamente, la mia intenzione sarebbe stata quella di commercializzarne una piccola serie, ma all'epoca la Casa di Borgo Panigale era in preda a una profonda crisi economica e la sua produzione andava a rilento, pertanto non era certamente in grado di fornire dei motori a terzi. Ad ogni modo, nel corso degli anni ho posseduto varie versioni del Monster, fino ad arrivare alla S4R, che io ritengo la migliore, mentre l'ultima non mi piace: ha una caratterizzazione quasi fumettistica, che appesantisce le linee originali. Con il nuovo modello si è perso quel minimalismo che rappresentava il concetto da cui era partito Galluzzi: due ruote, un motore, un telaio e un serbatoio... Poi, però, ho visto la GT 1000. Mi ha colpito subito per la sobrietà del suo stile neoclassico, perfettamente in sintonia con la motorizzazione Desmodue raffreddata ad aria. Una volta reperito un esemplare, dunque, non ho fatto altro che tentare di renderlo ancora più incisivo e razionale in chiave retrò, e la Vintage V2 è il risultato. L'idea, naturalmente, era quella di non stravolgere la base meccanica, pertanto motore, telaio, sospensioni e freni sono rimasti quelli di serie. Così facendo, del resto, gli eventuali clienti non saranno costretti a spendere una cifra troppo impegnativa per avere la loro replica. Qui non stiamo parlando di una singola showbike, infatti, ma di una seppur piccola produzione di serie tra i 30 e i 40 esemplari, cosa che in passato è già stata fatta altre volte sotto le insegne della Boxer. Utilizzare un propulsore di serie, inoltre, evita problemi relativi all'omologazione in molti paesi, oltre che l'aumento dei costi di assicurazione per il cliente".
La GT 1000 made in Tolosa
Per prima cosa, Henriette ha verniciato il bicilindrico Ducati color antracite, dopodiché si è occupato della parte posteriore della moto che, in effetti, nella versione originale risulta un po' troppo alta ed esteticamente vuota rispetto alla Vintage V2. Per rendere più gradevole il retrotreno, dunque, Thierry ha ripulito il telaietto posteriore da ogni tipo di staffa o supporto, e lo ha abbinato a una nuova sella che, anziché coprirlo come fa quella di serie, si appoggia su di esso, conferendo alla moto un look più elegante e armonioso, oltre a garantire una sistemazione più comoda per il passeggero.
"La parte posteriore del telaio merita di essere lasciata in bella vista", sostiene Thierry, il quale ha anche eliminato il parafango posteriore e sostituito la luce di stop con una di dimensioni più contenute, al pari di quanto fatto con gli indicatori di direzione.
A distinguere maggiormente la Vintage V2 dalla GT 1000 è comunque il nuovo sistema di scarico Boxer con collettori in acciaio e silenziatori conici in alluminio, che nella forma ricordano i famosi Conti con cui erano equipaggiati i bicilindrici Ducati degli anni Settanta. Rispetto alla moto di serie, infatti, i terminali risultano posizionati molto più in alto, andando così a riempire l'antiestetico spazio vuoto che c'è tra la sella e la ruota posteriore.
"Quella zona rappresenta il vero punto debole del modello di serie – spiega Henriette – e soprattutto non ha una giustificazione tecnica plausibile, visto che la corsa della ruota posteriore con gli ammortizzatori originali è di appena 133 mm".
Tra le particolarità del nuovo impianto di scarico ci sono anche delle esclusive protezioni per il calore che, a dire la verità, sono tanto belle quanto inefficaci, soprattutto per il passeggero, che dopo un certo tempo di permanenza a bordo rischia di scottarsi. Il gruppo ottico anteriore è rimasto quello di serie, sormontato da un piccolo cupolino in plastica che, oltre ad assicurare un minimo beneficio a livello di protezione aerodinamica, conferisce all'insieme un tocco di sportività in più, così come il riposizionamento dei due grossi avvisatori acustici (originariamente collocati davanti alla base di sterzo) dietro al radiatore dell'olio. Tutti gli altri elementi "neoclassici" sono comunque stati mantenuti, come la strumentazione con elementi circolari a fondo nero, nel mezzo ai quali compaiono due pulsanti cromati che permettono visualizzare varie informazioni utili (percorrenza totale e parziale, ora, temperatura dell'olio ecc) attraverso i due piccoli display digitali presenti all'interno del tachimetro e del contagiri. Oltre a questi troviamo poi le bellissime ruote a raggi con cerchi in alluminio lucidato, il logo Ducati in rilievo sul portabatteria in plastica, il tappo del serbatoio cromato e i piccoli fianchetti laterali ispirati a quelli che caratterizzavano la Ducati Sport 750 degli anni Settanta.
Di estrazione moderna sono invece gli specchietti retrovisori Rizoma (che hanno sostituito gli originali cromati di forma circolare), mentre un chiaro tributo allo stile retrò è costituito dalle modanature in alluminio tagliato al laser presenti sul serbatoio del carburante, che riproducono il classico marchio Ducati Meccanica.
Fin dalla prima presa di contatto, la Vintage V2 dimostra di aver mantenuto la versatilità della GT 1000 a livello di guida, nonostante gli interventi che l'hanno resa ancora più elegante e minimale dal punto di vista stilistico. Grazie alla sella ribassata (posta a un'altezza di 810 mm) e al manubrio relativamente dritto (montato su riser spessi 50 mm), la posizione di guida risulta razionale e confortevole, contribuendo alla sensazione di controllo del mezzo e rendendolo adatto sia per la guida in città, dove si può contare su un'ottima maneggevolezza, sia per affrontare tratti di autostrada a velocità più sostenuta. Il busto eretto permette infatti di avere sempre la situazione sotto controllo, mentre l'ampio manubrio offre la leva necessaria per affrontare le curve più strette e disimpegnarsi nel traffico. Paragonata a uno scooterone, la Boxer è altrettanto pratica, ma molto più divertente da guidare, oltre che molto più bella!
La GT 1000 made in Tolosa
Cathcart in sella alla V2 Vintage
Un altro punto a favore della Vintage V2 è il fatto di essere equipaggiata con la frizione in bagno d'olio, che offre un comando decisamente più morbido rispetto a quella a secco installata su altri modelli della gamma Ducati con motore raffreddato ad aria, oltre a risultare più silenziosa.
Sul fronte delle prestazioni, il bicilindrico a doppia accensione di 992 cc eroga una potenza di 92 CV a 8000 giri e una coppia pari a 9,3 Kgm a 6000 giri. Ne consegue un'ottima spinta tra i 4000 e i 7000 giri, grazie alla quale si ha modo di apprezzare anche l'azione rapida e precisa del cambio a sei rapporti. In fase di decelerazione, tuttavia, bisogna stare attenti a non scalare le marce con troppa foga, non essendo previsto alcun dispositivo antisaltellamento, cosa che peraltro giustifica il settaggio del regime di minimo su un valore piuttosto alto. Ad ogni modo, le caratteristiche di leggerezza (185 Kg a secco) della Vintage V2 e i due dischi Brembo da 320 mm presenti all'avantreno fanno sì che gli spazi d'arresto siano davvero contenuti, pur senza senza ricorrere al contributo del freno motore e nonostante le pinze dell'impianto anteriore dispongano di due pistoncini contro i quattro normalmente impiegati sulle sportive della Casa di Borgo Panigale.
Anche le sospensioni si dimostrano altrettanto valide (pur essendo di serie), frutto di una taratura azzeccata a livello di forcella (una Marzocchi non regolabile con steli da 43 mm) e ammortizzatori (regolabili solo nel precarico molla), anche se la mancanza di un adeguato smorzamento in fase di estensione da parte di questi ultimi comporta talvolta un po' di chattering della ruota posteriore, ma solo in presenza di superfici particolarmente accidentate. Normalmente, infatti, ciò non costituisce un problema, così come il fatto che la moto non preveda un ammortizzatore di sterzo.
Il fatto curioso è che, circa due anni fa, Ducati France aveva indetto un concorso che come oggetto aveva proprio il restyling della GT 1000, solo che clamorosamente la Boxer Design non era stata coinvolta nell'inziativa... Nel frattempo, però, l'amministratore delegato dell'importatore francese della Casa di Borgo Panigale, Dominique Cheraki, è diventato un entusiasta sostenitore del progetto Vintage V2, tant'è che spera di poterne commercializzare il kit attraverso la propria rete di concessionari, lasciando alla Boxer Design il compito di gestire gli ordini provenienti al di fuori dei confini nazionali.
"Il kit è stato determinato in modo tale da rimanere al di sotto dei 2000 Euro, anche se questo margine dipende ovviamente dalla quantità di ordini che riceveremo - spiega Henriette – Ci sarà chi vorrà trasformare una GT 1000 usata e chi, viceversa, preferirà acquistare direttamente una Vintage V2 nuova, evenienza per la quale siamo già attrezzati, dal momento che possiamo utilizzare gli esemplari rimasti invenduti presso i dealer francesi. Il prezzo finale dipenderà anche dalle relative specifiche, visto che ogni moto verrà allestita in base alle richieste del cliente (info@boxder-design.com)".
Henriette identifica il potenziale acquirente della sua nuova Boxer come qualcuno che apprezza le cose pure e raffinate, al pari di chi preferisce le Aston Martin alle Lamborghini, le Maserati alle Ferrari.
In merito a un altro eventuale modello della gamma Ducati con cui gli piacerebbe cimentarsi, invece, Thierry risponde così: "Vorrei tanto realizzare qualcosa che abbia a che fare con il Monster, attraverso un suo ritorno alle origini in termini di minimalismo e semplicità estetica. Torna a trovarci tra un po' di tempo, magari avremo qualcosa da farti vedere!".
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